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Immagine del redattoreAdriano Ventrone

Il Caso The Game Awards: un DLC può essere il Gioco dell’Anno?

Spiazzando un po’ tutti, a pochissimi giorni dalla presentazione dei giochi che parteciperanno alla corsa dei premi dei prestigiosi The Game Awards, viene pubblicato il nuovo regolamento che specifica che anche “DLC, stagioni, remake e remastered possono essere candidati al Game of the Year” scatenando una polemica non da poco tra videogiocatori ed appassionati.

 

Nel corso degli anni i The Game Awards sono diventati, edizione dopo edizione, un palco molto ambito da parte di tutta l’industria videoludica, sia per quanto riguarda la presentazione di nuovi giochi/trailer inediti e soprattutto per quanto riguarda i premi. Infatti, grazie alla spesso sapiente direzione di Geoff Keighley, creatore e direttore artistico, l’evento è diventato nel giro di dieci anni una sorta di “Notte degli Oscar” per il media videoludico dove, neanche a dirlo, la statuetta più ambita è proprio quella del “Game of the Year”, il “Gioco dell’Anno”.


Per dare a tutti un’idea del prestigio che questo titolo porta con sé, spesso il gioco ad aggiudicarsi tale titolo viene spesso ri-edito nella classica “Game of the Year Edition”, proprio a rimarcare quanto quel preciso titolo sia stato “il migliore tra i migliori” del suo anno. Ma col nuovo regolamento da poco presentato un’ombra oscura viene gettata su tutta la manifestazione e perché no, sulla sua genuinità.


Nella nostra rubrica "Il caso" cercheremo di snocciolare quelli che sono i dubbi sorti riguardo la questione.


Il "nuovo" regolamento


Il nuovo regolamento in vigore dal 2024 porta con sé una precisazione, più che un’aggiunta vera e propria: “A gareggiare per il titolo di Game of the Year possono essere anche DLC, stagioni, season pass, remastered e remake”. Bello, no? Non proprio.


Alla lettura di questo comunicato proprio nel 2024 tutti, ma proprio tutti, abbiamo subito pensato ad un solo nome: Shadow of Erdtree, il DLC di Elden Ring. Qualcuno potrebbe dire “Bene, e dove sta il problema? È un ottimo DLC!”. Beh, i problemi sono tanti, sia per il futuro che per il passato, ma andiamo con ordine.

The Game Awards
Il comunicato ufficiale.

Perché proprio adesso?


La domanda che sorge spontanea è: “Se quella fatta è una precisazione, perché in passato nessun DLC ha mai partecipato come Gioco dell’Anno?”. Eppure, nel 2016, per dirne una, uscì The Witcher 3: Blood & Wine, DLC di The Witcher 3 (già vincitore del Game of the Year) che letteralmente fino all’uscita di Shadow Of the Erdtree di Elden Ring è stata l’espansione con i voti più alti ricevuti nella storia dei videogiochi.

The Witcher 3: Blood & Wine
Blood & Wine per 8 anni DLC con voti più alti..

Perché 8 anni fa questo DLC non fu candidato? Eppure nel 2016 quando uscì i The Game Awards erano già una realtà da non sottovalutare.


Non volendo andare troppo nel passato remoto possiamo prendere invece come esempio CyberPunk 2077: Phantom Liberty, altro acclamato DLC targato CD Projekt Red che “al massimo”, nel 2023, si è aggiudicato il premio “Best ongoing Game”, premio pensato proprio per quei titoli ancora supportati con, appunto, DLC, stagioni, season pass etc etc.


Ci sarebbero ovviamente altri esempi di DLC di elevatissima qualità che nel corso degli anni non hanno ricevuto la candidatura all’ambito premio, ma forse è meglio fermarsi qui.


Remastered e Remake?


Su questo, forse, non c’è molto da dire, soprattutto nel caso dei Remake. A tutti gli effetti sono dei giochi ex-novi che si basano su giochi del passato (spesso remoto), quindi perché non dovrebbero ambire al prestigioso premio nel caso si rivelassero in linea con gli altri concorrenti? Discorso diverso, a nostro avviso, è quando parliamo di Remastered ma… dubitiamo che vedremo mai una remastered competere per il titolo.

 

E quindi il Best On-going Game?


Che ne sarà di questa spesso poco considerata categoria? D’altronde era stata pensata proprio per premiare quei giochi che vengono costantemente supportati con aggiornamenti, stagioni e DLC.

Baldur's Gate III No Man's Sky
I contenuti gratuiti non contano?

Con questa scelta cosa determina in che caso un contenuto post lancio è un papabile Best On-Going o un Game of the Year? Le gigantesche patch 6 e 7 di Baldur’s Gate III sono premiabili con l’uno o con l’altro premio? E le titaniche espansioni gratuite portate da Hello Games col suo No Man’s Sky? Il contenuto gratuito e di qualità non merita di gareggiare come miglior gioco dell’anno?


Questa categoria continuerà ad esistere, ovviamente ma… non è che assegnare questo premio al DLC evento del 2024, Shadow of the Erdtree, lo avrebbe in qualche modo svilito?



Il personaggio di Geoff Keighley


Un aspetto che viene spesso sottovalutato quando si parla dei The Game Awards è chi è il loro creatore, Geoff Keighley, brillante giornalista, produttore e presentatore specializzato nel mondo dei videogiochi.


Nel corso della sua carriera Geoff ha stretto solidi rapporti di amicizia con praticamente chiunque contasse qualcosa nel settore, cosa che gli ha permesso nel corso del tempo di far nascere l’evento “The Game Awards” completamente organizzato e supervisionato da lui. Geoff Keighley, infatti, seleziona personalmente non solo i giochi che verranno mostrati in anteprima durante la sua serata, ma anche quelli che parteciperanno alle premiazioni.

Hideo Kojima
Geoff Keighley ha amici decisamente importanti nel settore.

Ma mantenere questi rapporti di amicizia importanti, come è facile intuire, ha un prezzo. Cosa succede se un gioco importante alla fine della serata non vince il premio che il suo creatore si aspettava di vincere? Beh, nella maggior parte dei casi nulla, però come ci ha insegnato Nintendo lo scorso anno, quando torni a casa senza i premi che eri certa di vincere è molto facile querelare l’evento perché “hanno usato un nostro video senza il nostro consenso”.


Sia chiaro, non stiamo dicendo che FromSoftware sarebbe pronta ad attaccare l’evento in caso di una mancata statuetta importante, però forse forse per mantenere buoni i rapporti tra le due parti, dopo aver venduto venticinque milioni di copie col gioco base e cinque milioni di Shadow of Erdtree, essere eletto Gioco dell’anno te lo aspetti. Anche se il premio non c’è mai centrato nulla con la mole di vendite.

 

Un preoccupante precedente o un fastidioso unicum?


Molti, appresa la notizia e capito dove sarebbero andati a parare, hanno iniziato a pensare che questo potrebbe diventare un precedente che vede i DLC invadere anche la categoria più prestigiosa di tutta la manifestazione, ma è veramente questo il problema?

In fondo, a pensarci, fino ad una generazione fa esisteva un tipo di prodotto che oggi sembra essere stato dimenticato: I DLC Stand Alone.

Game of The Year
Una line-up decisamente peculiare.

Pensati come delle esperienze slegate dal gioco base, questi DLC erano acquistabili senza aver acquistato in precedenza il gioco base e risultavano, a conti fatti, essere dei giochi (spesso brevi e derivativi) fatti e finiti. Se ad essere candidati al GOTY fosse stato un prodotto del genere, sicuramente i dubbi sarebbero stati di meno, ma torniamo sulla questione principale.


Quel che preoccupa, a nostro modesto avviso, non è tanto il fatto che questo caso possa ripetersi in futuro, bensì è la quasi certezza che rimarrà un unicum (o quasi) cucito addosso a pochi, prestigiosi eletti. Se è certo che nei precedenti dieci anni di manifestazione nessun DLC sia mai stato scelto come papabile Game of the Year, quel che preoccupa (e che forse è quasi certo), è che nessun altro DLC riceverà questo trattamento da qui ad anni, e sicuramente non per demeriti.

 

È un anno di magra?


I meno maliziosi, però, potrebbero vedere questa scelta diversamente. Potrebbe infatti essere detto che, in virtù di un 2024 non troppo brillante per quanto riguarda le uscite di titoli tripla A, si sia scelto di “buttare in mezzo” anche DLC, remake, remastered per fare numero ma se questo discorso può filare per Final Fantasy VII Rebirth (candidato al Game of the Year) anche altri ottimi DLC usciti durante l’anno, come il Pack d’Espansione di Alan Wake II (candidato nel 2023 al Game of the Year e vincitore di ben tre premi durante quell’edizione), sarebbero dovuti essere presi in considerazione.


Il problema di tutti questi discorsi, però è che, almeno sulla carta, non bisognerebbe essere un titolone tripla A né per diventare un fenomeno di massa né soprattutto per essere un eleggibile Gioco dell’Anno.

 

Tirando le somme


Quel che resta di questa storia, alla fine, è che mai come a questo giro quella che dovrebbe essere la manifestazione videoludica più prestigiosa sulla piazza abbia deciso non solo di candidare ma di premiare con quasi assoluta certezza un gioco (anzi, un DLC) “comodo” che buonissima parte del pubblico ha percepito come successo o come fenomeno di massa invece di avere un po’ di coraggio. Shadow of Erdtree non ha colpe, sia chiaro, ma quel che è certo è che questa conveniente postilla al regolamento finirà nel dimenticatoio il giorno dopo i The Game Awards 2024 per tornare, chissà, quando un contenuto opzionale e a pagamento di un titolo di tendenza avrà bisogno di portarsi a casa qualche premio prestigioso.

 

E voi cosa ne pensate?

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