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Black Adam: la recensione

Dwayne “The Rock” Johnson irrompe nel mondo dei cinefumetti con uno degli antieroi per eccellenza della DC Comics, in un progetto annunciato ben quindici anni fa e su cui l’attore di origini samoane ha puntato parecchio.

Sarà un nuovo inizio per il DC Extended Universe oppure l'ennesimo tonfo di un progetto quasi decennale e fin troppo discontinuo?



Khandaq, anno 2.600 a.C.

Un tiranno di nome Ahk-Ton vuole impossessarsi della Corona di Sabbac, un’antica reliquia in grado di scatenare un terribile potere demoniaco.

Dopo aver tentato di innescare una rivolta, un giovane schiavo acquisisce dei superpoteri dal Consiglio dei Maghi che vedono nel ragazzo un potenziale campione in grado di fermare Ahk-Ton liberando così il paese dal suo pugno di ferro.


5.000 anni dopo Teth-Adam (Dwayne Johnson) si risveglia nel moderno Khandaq, tenuto sotto scacco da una nuova dittatura: l’organizzazione paramilitare nota come Intergang.

Vedendo in lui una potenziale minaccia, Amanda Waller (Viola Davis), alto funzionario del governo americano, convoca d’urgenza la Justice Society per catturare Teth-Adam impedendogli così di causare danni collaterali.

I quattro metaumani, quindi, si recano nel paese natale di Adam nel disperato tentativo di fermare il risvegliato campione di Khandaq prima che sia troppo tardi.


Era il 2007 quando la Warner Bros (ricordiamo, detentrice dei diritti cinematografici della DC Comics) annunciò un film solista su Shazam, supereroe che incarna il potere degli Dei greci noto anche Capitan Marvel nei fumetti.

Fu proprio con quell’annuncio che The Rock, al secolo Dwayne Johnson, fu introdotto in casa DC come Black Adam, antagonista di Shazam con cui condivide i superpoteri.


La DC all’epoca era ben lontana dall’idea di creare un universo condiviso ma fu il lancio di Iron Man (nel 2008) da parte dei neonati Marvel Studios a far cambiare idea ai vertici Warner che, dopo il disastroso Lanterna Verde (2011) con Ryan Reynolds, diede vita ufficialmente al DC Extended Universe solo nel 2013 con L’Uomo d’Acciaio, il primo film solista con il Superman di Henry Cavill diretto da Zack Snyder.


Dal debutto di Cavill sono passati quasi dieci anni e mentre la Marvel galoppava verso una vetta di un monte fatta di miliardi di dollari di incasso, la Warner/DC rimaneva a valle faticando a prendere piede con progetti altalenanti (ma comunque con buoni incassi al botteghino) e fin troppe prese di posizione da parte di dirigenti incapaci di portare avanti la baracca.

In tutto questo, tuttavia, The Rock non ha mai perso la speranza e la fiducia di poter portare sul grande schermo la nemesi di Shazam e fu solo nel gennaio del 2017 che i vertici DC decisero di dividere il buono dal cattivo, portando su schermo sia un film solista su Shazam, sia sulla sua controparte malvagia, l’antieroe Black Adam.


Dopo l’uscita di Shazam! nel 2019, la release di Black Adam era solo una questione di tempo e dopo tre anni il sogno di Dwayne Johnson è finalmente divenuto realtà.



Diretto da Jaume Collet-Serra (Jungle Cruise, Orphan), Black Adam si presenta come un cinecomic fracassone e ritmato, figlio di una concezione cinefumettistica lontana e nipote di un certo tipo di action muscolare degno dei migliori anni 80/90.

Due ore scarse di botte in computer grafica, supereroi che fanno il bello e cattivo tempo e dei muscoli di The Rock, scolpiti ed esplosivi sotto il costume nero (senza nessun tipo di imbottitura) del campione di Kahndaq.


Al di là della granitica performance del suo protagonista, Black Adam tuttavia non esamina più di tanto i personaggi di contorno, non approfondendo di fatto il background di alcuni personaggi che in realtà avrebbero meritato più giustizia.

La Justice Society ne è l’esempio calzante, quattro supereroi appena abbozzati e mandati allo sbaraglio senza nessun precedente nel DCEU, relegati ad espediente narrativo per far combattere Teth-Adam ma mai sufficientemente approfonditi nonostante la sceneggiatura ci provi a dar loro un minimo di credibilità.

Un gran peccato perché, a conti fatti, il Dottor Fate di Pierce Brosnan (in assoluto il migliore del quartetto) meritava maggior perfezionamento a livello di scrittura dato che l’attore irlandese ce la mette tutta per portare in scena un personaggio credibile.

Anche Hawkman (Aldis Hodge) è un personaggio affascinante ma è penalizzato da una caratterizzazione fin troppo superficiale e debole, non pervenuti invece Cyclone (Quintessa Swindell) e Atom Smasher (Noah Centineo), quest’ultimo incastrato nel ruolo di comic relief senza particolari guizzi narrativi.



Il secondo grande problema di questo film è la messa in scena.

Le sequenze action sono molteplici, alcune anche ben girate da Collet-Serra che si dimostra comunque un buon mestierante, ma la maggior parte di esse sono fin troppo fumettistiche e ben poco credibili, l’uso smisurato dello slow motion di Snyderiana memoria (il personaggio di Cyclone è perennemente in rallenty) penalizza la fruizione dell’azione favorendo una CGI non sempre di altissimo livello infarcendo il tono della violenza (presente in buona parte del film) ad innocui livelli cartooneschi.

Questo espediente scenico retrocede Black Adam a cinefumetto dei primi anni 2000, portando il film nel campionato dei vari Venom e Morbius piuttosto che nella Serie A di perle moderne come The Suicide Squad di James Gunn.



Quindi cosa rimane di questo Black Adam dopo due ore scarse? Un grande e grosso gameplay di Injustice: Gods Among Us, il picchiaduro con gli eroi (e cattivi) DC sviluppato da NetherRealm Studios. Niente di più, niente di meno. Black Adam diverte per le legnate carismatiche che Dwayne Johnson rifila agli avversari di turno ma fallisce su tutta la linea in una scrittura fin troppo elementare, priva di caratterizzazione sui personaggi secondari e assolutamente scialba e monotona per quanto riguarda il plot narrativo. In secondo luogo la mano di Jaume Collet-Serra si vede a tratti, il regista ovviamente favorisce la presenza scenica del gargantuesco The Rock che in quanto attore protagonista (e produttore), di fatto tramutando il film da autoriale ad attoriale. E’ il film di Dwayne Johnson in tutto e per tutto: Black Adam è il sogno bagnato dell’ex wrestler della WWE, egocentrico fino al midollo tanto sul ring quanto sul set. Una pellicola che, al netto dei difetti sopracitati, comunque in un modo o nell’altro intrattiene facendo il suo dovere come film di genere. Il DC Extended Universe quindi riparte dalle larghissime spalle di Dwayne Johnson, vedremo come James Gunn (eletto da poco a direttore creativo dei DC Studios) intenderà portare avanti il progetto di questa continuity dal potenziale narrativo elevato ma sviluppata con troppa discontinuità dai suoi predecessori. Quindi i kryptoniani e i Campioni di maghi antichi sono avvisati: The Rock col suo Black Adam è arrivato ed è qui per restare, che piaccia oppure no. VOTO: 6

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