Da Death Stranding a Death Stranding 2: tutto quello che c'è da sapere
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Da Death Stranding a Death Stranding 2: tutto quello che c'è da sapere

Aggiornamento: 31 ott 2023

Sembra ormai imminente e certo che uno dei prossimi State of Play di Sony verterà su Death Stranding 2, ultima fatica del celebre Hideo Kojima, padre della leggendaria saga videoludica Metal Gear nonché una delle figure più di rilievo dell’intera industria degli ultimi 30 anni. Procediamo dunque andando a narrare quelli che sono stati gli eventi cruciali hanno portato Kojima a sviluppare un'IP totalmente nuova e così diversa dal suo capolavoro.


Kojima vs Konami


Partiamo con un breve excursus storico, più precisamente tra il 2014/2015. Kojima sta lavorando, con grossi ritardi, a Metal Gear Solid V sotto l’ala di Konami. A quanto pare la società (che ricordiamo già all’epoca era più che intenzionata a spostare il suo focus su giochi mobile e pachinko) non è contenta dei continui ritardi e delle continue richieste di finanziamenti extra da parte di Kojima Productions e decide da un giorno all’altro di cancellare totalmente il progetto secondario che Hideo Kojima sta portando avanti con gli amici Guillermo del Toro e Norman Reedus (P.T., nuovo capitolo di Silent Hill) ed esclude quasi totalmente Kojima dalla parte finale dei lavori su Metal Gear Solid 5.


Il resto lo sappiamo bene; il gioco è privo di molti fattori che hanno reso celebre la saga come le interminabili cut-scene o il distintivo “tocco alla Kojima”. Konami addirittura arriva a rimuovere il nome del game director dalle copertine del gioco.

La rimozione di Hideo Kojima dalla cover di Metal Gear Solid V

È ormai chiaro che il rapporto tra le due parti sia irrecuperabile, così, nel 2015, Kojima decide di lasciare Konami e di rifondare come casa indipendente una nuova Kojima Productions, portando con sé quasi la totalità di tutti i suoi storici collaboratori.


Si ritorna in Playstation


Dopo questo avvenimento Kojima & Co. Sono alla ricerca di un publisher, ed ovviamente la prima a farsi avanti è proprio Sony, forte di un rapporto di amicizia ventennale con Kojima. Dunque si giunge ad un accordo: Kojima Productions rimarrà un produttore indipendente ma svilupperà il suo primo gioco in esclusiva Playstation.


Inizia così il personale tour di Kojima presso le varie Software House di Sony per scegliere quali tecnologie e soprattutto quale Engine verrà utilizzato per il suo gioco (ricordiamo infatti che il FOX Engine sviluppato da Kojima Productions è una proprietà Konami).


Kojima così inizia a visitare praticamente tutte le Software House di casa Sony, tra cui Naughty Dogs, Media Molecure e Guerrilla Games ed alla fine decide di affidarsi proprio all’engine sviluppato da questi ultimi, il “Decima Engine”.


Squadra vincente non si cambia


Kojima decide così di richiamare due suoi grandi amici per prender parte al progetto, ovvero Guillermo del Toro e Norman Reedus, ed è così che il nuovo gioco inizia a prender forma. Si uniscono poi altri nomi importanti come Troy Baker, Mads Mikkelsen, Nicolas Winding Refn, Lindsay Wagner, Margaret Qualley e Tommie Earl Jenkins.

 

La trama


Il setting di gioco è apparentemente molto semplice; Il mondo è stato vittima di un evento cataclismico che ha decimato l’umanità e gli ultimi superstiti vivono in città separate tra di loro. Anni prima, apparentemente per motivi ignori, l’aldilà è quasi collassato con il piano dei vivi lasciando il mondo in condizioni critiche.


L’eroe della storia, Sam “Porter” Bridges (interpretato da Norman Reedus) è un leggendario corriere presso la Bridges, organizzazione governativa che si occupa di importanti scambi tra le città rimaste. La figura del corriere, neanche a dirlo, è veramente importante per la sopravvivenza dell’umanità in quanto è affidato a loro l’approvvigionamento e lo scambio di risorse di vitale importanza, ma non è tutto.

A Sam sono affidate due missioni di importanza ancora superiore; riconnettere l’America tramite la “Rete Chirale”, una sorta di “rete internet” capace di trasmettere istantaneamente sia informazioni sia la materia sfruttando come “infrastruttura” l’aldilà e salvare Amalie, figlia della Presidentessa degli Stati Uniti da Higgs, misterioso terrorista con degli spaventosi poteri legati proprio all’aldilà.


Il gameplay


Non mentiremo; il gameplay di Death Stranding potrebbe sembrare banale. Chi non è riuscito a superare lo scoglio dei primi attimi di gioco lo ha additato come “corriere simulator”, una valutazione sbagliata se si consente al gioco di mettere in mostra l'intera esperienza. Tralasciando la minuziosa preparazione che dovremmo fare per ogni spedizione, il fattore gioco di azione di Death Stranding non ha nulla da invidiare a quello di Metal Gear Solid 5. La grossa differenza è che il gioco ci scoraggia fin da subito a farlo, ma su questo punto torneremo a breve.


“It’s all about connections”


Poco fa abbiamo affermato che il gioco ci scoraggia ad avere un approccio aggressivo verso i nostri nemici (almeno quelli umani), ma perché?


Diciamocelo, in qualsiasi gioco action la principale interazione che noi giocatori siamo portati ad avere è “mira, spara, ripeti”, ma in Death Stranding non è così. In questo mondo, ogni qual volta che un essere umano muore si innesca un processo di “necrosi” che porterà da lì a breve ad una gigantesca esplosione del suddetto cadavere, e questo fattore è presente anche durante il gameplay.


Infatti, nel caso decidessimo di uccidere un nemico in maniera permanente, quindi senza stordirlo, il suo cadavere si distrugge rendendo inaccessibile per tutto il resto del gioco quell’area di gioco.

Parlando sempre di "connessioni" un altro aspetto fondamentale del gioco è il suo multiplayer asincrono. Infatti il giocatore non interagirà mai direttamente con altri giocatori, bensì potrà costruire veicoli , infrastrutture e attrezzature che saranno disponibili non solo per lui ma anche per altri giocatori bisognosi. Questi oggetti compariranno in tempo reale nei mondi di tutti i giocatori connessi alla rete.


Piccola parentesi musicale


Si sa, Kojima è solito inserire nei suoi giochi canzoni splendide dei generi più variegati (basti ricordare la celebre Snake Eater di Metal Gear Solid 3: Snake Eater) e per Death Stranding non si è di certo risparmiato. L'OST del gioco infatti comprende grandi collaborazioni con band del calibro dei Bring Me The Horizon, con la loro Ludens, o Death Stranding dei CHVRCES fino ad arrivare a brani più "indie" come Asylum For The Feeling dei SILENT POETS.


Il Trailer di Death Stranding 2


ATTENZIONE, IN QUESTA BREVE ANALISI DEL TRAILER CI SARANNO SPOILER RIGUARDANTI ALLA STORIA DI DEATH STRANDING, quindi come sempre giocatore avvisato mezzo salvato.


Partiamo col dire che alcune cose mostrate nel trailer risultano al momento decisamente “criptiche”, come ad esempio il pellegrinaggio nel deserto di alcune persone intente a venerare quello che sembra un idolo religioso. A questi fattori ancora sconosciuti si alternano poi scene di Sam (un po' invecchiato) e Fragile che si prendono cura della piccola Louise, a scene in cui Fragile è intenta a scappare da qualcuno.


Il trailer si conclude mostrandoci quello che sembrerebbe essere Higgs che, neanche a dirlo, è riuscito ad ottenere nuovi poteri.


Il trailer si chiude con la frase "SOULD WE HAVE CONNECTED?" che andando a considerare il messaggio che il primo gioco portava sull'importanza sul "connettere le persone" assume un tono vagamente inquietante.

 

Death Stranding 2: Cosa sappiamo


Al momento sappiamo che Death Stranding 2 uscirà per Playstation 5 in data da destinarsi e che probabilmente uno dei prossimi State of Play di Sony sarà dedicato a lui.

Come di consueto vi lasciamo il trailer d'annuncio di Death Stranding 2.


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