Nintendo Switch 2: a cosa stava pensando Nintendo?
- Edy Ferrone
- 17 apr
- Tempo di lettura: 8 min
Sollevatasi la polvere sopra un Nintendo Direct confusionario, cosa resta della live incentrata su Nintendo Switch 2? Una voragine, un vuoto che dovrebbe spaventare l’industria intera, soprattutto perché viene da un marchio che ha sempre fatto delle idee il proprio cuore. Cosa c’è di così sbagliato nella presentazione? Andiamo ad indagare insieme.
Dall’annuncio del Direct dedicato a Nintendo Switch 2 era passato un mese. Molte sono state le discussioni, le previsioni, le speculazioni che hanno accompagnato l’attesa dell’evento ufficiale di presentazione della console. Dopo otto anni di una run meravigliosa di Switch - con una console che aveva servito il pubblico al punto da arrivare esausta al cambio generazionale - definire le aspettative dei videogiocatori della grande N enormi sarebbe comunque un eufemismo.

Purtroppo, alla luce della diretta di Nintendo, non possiamo che definire ciò a cui abbiamo assistito come un disastro di comunicazione che avrà ripercussioni sull'intero settore. C’è così tanto da dissezionare in questo corpo ormai completamente dissociato dalla realtà, che è difficile comprendere da dove cominciare. Noi ci proveremo comunque.
Cara Nintendo, dove sono i videogiochi?
Alla base della discussione dovrebbe esserci il Nintendo Direct stesso (sembrerà scontato, ma non lo è, per un motivo particolare che vedremo a breve). Nintendo presenta infatti la sua nuova console con un’ora ricca, ricchissima di giochi usciti nell’ultimo decennio su diverse piattaforme, rimasterizzati o semplicemente in porting, che saranno giocabili su Nintendo Switch 2.

Ad accompagnare il lancio della nuova ibrida ci sarà infatti un unico first party, ovvero Mario Kart World, che apre la diretta. Presentata la nuova, ottima evoluzione di Mario Kart, però, vengono poi mostrati al pubblico innumerevoli titoli già noti, già usciti, già giocati dal pubblico generale. Elden Ring, Bravely Default, Final Fantasy VII Remake Intergrade… sono di certo ottimi giochi, ma possono essere costituire la linea di lancio di una nuova console Nintendo? Assurdo immaginare uno scenario simile quando siamo reduci dalla prima Switch, che si è presentata al mercato mostrando Zelda Breath of the Wild.

Mario Kart non è l’unico first party annunciato, pur essendo l’unico disponibile al lancio. Nintendo ci offre, infatti, anche uno sguardo a Kirby Air Riders (sulla necessità di far rinascere questa IP in contemporanea col lancio del nuovo Mario Kart andrebbe aperta una sotto parentesi a parte) e Donkey Kong Bananza, che si presenta come il titolo migliore della diretta, ma che non sarà pronto per il lancio. Il ritorno di Donkey Kong nel suo nuovo design, infatti, sarà lanciato sul mercato un mese dopo l’uscita di Nintendo Switch 2.
Insomma, ci sono poche idee e confuse: come mai Donkey Kong Bananza non poteva essere pronto un mese prima? Perché la console non poteva essere lanciata a luglio accompagnata da Mario Kart e Donkey Kong? Chi ha pensato che Kirby Air Riders potesse sopravvivere al confronto con un Mario Kart che non solo è più popolare, ma che si è presentato splendidamente?
Se già eravamo rimasti perplessi quando Playstation 5 Pro aveva cercato di vendere una console che faceva l’upscaling su videogiochi usciti anni prima senza portare nulla di nuovo alla presentazione di un tale hardware, oggi siamo ancora più preoccupati. Se questa carenza di giochi ed idee proviene da Nintendo, che ha venduto la sua ultima console brillantemente poggiando quasi del tutto sulle idee e il divertimento, non sappiamo più da chi aspettarci quel tipo di intrattenimento.
Un Direct che di diretto aveva molto poco
Solitamente nota per il suo modo di trasmettere in diretta le informazioni con una semplicità e una rapidità invidiabile, stavolta Nintendo ci stupisce con un Direct che, di diretto, appunto, ha davvero poco. Alla fine dell’ora di presentazione della console, gli utenti sapevano davvero poco in più di quanto non sapessero prima della diretta. Conclusasi la presentazione c’è stata una sorta di caccia al tesoro da parte dei videogiocatori, che hanno dovuto accedere ai vari siti ufficiali di Nintendo in regioni diverse per riuscire a ricostruire un quadro completo.

È un modo veramente bizzarro quello di presentare una nuova console principale senza fornire ai videogiocatori alcuna informazione sul prezzo della stessa, su quello dei giochi e degli upgrade che hanno occupato un discreto spazio della diretta, sulle modalità di prenotazione. Insomma, a molti di noi probabilmente sarà venuto anche da chiedersi: a cosa è servita la presentazione se tutte le informazioni che i videogiocatori desideravano sono poi state pubblicate un istante dopo sui siti ufficiali? È ancora più bizzarro che le più importanti informazioni non siano state fornite alla luce del fatto che un quarto d’ora della nostra attenzione circa è stato richiesto sull’utilizzo della cam e del microfono all’interno dei giochi.
In sintesi in questa presentazione quasi non ci sono giochi, quasi non ci sono informazioni fondamentali, ma di certo c'è una chat vocale che potrete utilizzare se vi abbonate ai servizi online Nintendo. È abbastanza chiaro dove sia il problema.
Ci viene quasi da domandarci con malizia: cosa stava cercando di insabbiare Nintendo?
Grande N o grande M?
Purtroppo, è difficile credere che in questa operazione non ci fosse della malizia paradossalmente ingenua. Si ha la sensazione, alla fine di tutto questo, che Nintendo abbia avuto paura di condividere alcune informazioni su Nintendo Switch 2 in diretta per timore del confronto con il pubblico e come esso avrebbe reagito. È chiaro che condividendo le informazioni su sito in un secondo momento piuttosto che durante la diretta unificata mondiale disperda un po’ i malumori, tuttavia quelle scelte sono comunque state fatte ed entrano comunque in contatto con il pubblico. Tanto vale abbracciarle con convinzione e condividerle nella maniera più trasparente possibile.
Ci riferiamo al prezzo della console (479,99€ da mettere a paragone con le altre console, anche portatili, disponibili sul mercato e ciò che hanno da offrire), al prezzo dei videogiochi (dall’incredibile 89,99€ di Mario Kart World ai 79,99€ di Donkey Kong Bananza), al fatto che alcune cartucce potrebbero non contenere il gioco all’interno ma che potrebbero necessitare di un download e un’installazione completa (che richiedono connessione), al fatto che le versioni complete Nintendo Switch 2 dei giochi Nintendo Switch costeranno quasi quanto un nuovo first party, o alla limitazione delle schede microSD alle Express (che stanno già andando a ruba sul mercato per ovvi motivi).
È difficile per un consumatore che non si lasci distrarre dalla quasi vuota presentazione non provare un briciolo di sensazione di presa in giro. Se, infatti, qualcuno avesse voluto mantenere l’entusiasmo alto perché semplicemente aspettava la console così tanto da sorvolare su una diretta scarna, avrebbe comunque ricevuto una bella doccia fredda una volta aperto il sito ufficiale.
Un cambio di rotta totale
A preoccupare maggiormente di tutto questo andamento è soprattutto il fatto che Nintendo non aveva assolutamente bisogno di ricorrere a una comunicazione del genere. Sull’onda del successo stratosferico di Switch basato sulla più pura delle premesse: vogliamo darvi giochi meravigliosi che vi facciano divertire. Per anni, Nintendo è addirittura riuscita a mantenere mesi consecutivi con almeno una buona uscita first party, qualcosa che difficilmente le aziende concorrenti possono vantare. Nella semplicità più assoluta, Switch ha venduto un’idea originale ed efficace: giocare ovunque, giocare quando si vuole, giocare a giochi esclusivi che non si possono trovare sulle altre piattaforme. In questo modo, Nintendo è riuscita a trionfare con un fenomeno mondiale che ancora oggi vende nonostante la stanchezza dell’hardware, semplicemente perché vende divertimento.
Quindi quanto dovremmo indagare per trovare le vere ragioni che hanno spinto Nintendo a cambiare una strategia vincente in una che già è stata fortemente criticata quando utilizzata dalle concorrenti? Se è vero però che abbiamo espresso qualche perplessità già in passato, con la presentazione di Playstation 5 Pro (riguardo a quale sia, con questo livello di prezzi e scarsi contenuti, la fascia di pubblico alla quale si guardi) è più grave che ciò avvenga con la console principale, la next-gen, piuttosto che con un modello di nicchia più potente di quello base.
Leggi anche: Playstation 5 Pro: a cosa stava pensando Sony?
A chi parla Nintendo Switch 2?
E proprio come nel caso di Playstation 5 Pro, siamo qui a chiederci: qual è il bacino di utenza al quale sta guardando Nintendo Switch 2 a € 479,99 con Mario Kart a 89,99 € se comprato non in bundle? È difficile stabilirlo. Potrebbe star parlando ai soli giocatori estremamente appassionati, a quelli - come noi che scriviamo e voi che leggete su queste pagine digitali – che non possono proprio fare a meno del videogioco perché costituisce la passione principale, ciò che li rende felici.
Dobbiamo però chiederci se questo gruppo di individui sia sufficiente a consentire a Nintendo di essere ancora concorrente, soprattutto nel caso di un brand che ha costruito la sua politica sul gioco per tutta la famiglia, il gioco tra amici, il gioco per tutti. Se è vero infatti che i videogiochi Nintendo difficilmente calino di prezzo per una politica incentrata sulla valorizzazione del prodotto, è ugualmente giusto domandarsi se Nintendo si aspetti di vendere alle famiglie che stanno in equilibrio su di un filo che oscilla tra guerre mondiali e una possibile recessione un videogioco che si avvicina terribilmente ai cento euro.

Il potere d’acquisto dei cittadini di molte nazioni, si sa, precipita verso l’abisso. Non è più una questione di quanto valga il gioco, di quanto sia bello, di quanto si voglia valorizzare la produzione e l’ispirazione che ci sono dietro. È una questione matematica: se questi spunti continuano ad essere accettati ed inglobati dal settore, presto il videogioco diventerà inaccessibile a molti. E in una realtà in cui si fatica a coprire i costi col risultato già oggi di produzioni sempre più vacillanti, cos’è che si rischia? Che il videogioco cessi di divertirci, perché il divertimento non è più il cuore pulsante del videogioco. Se non lo è per chi lo crea, non lo sarà per chi lo gioca.
Aumentare in maniera sproporzionata il prezzo di un bene rispetto alle aspettative e le abitudini dei consumatori (seppur non rispetto a costi e inflazione) è un enorme rischio economico, dal quale anche il più grande dei brand può uscire con qualche ferita di troppo.
Se il prezzo elevato in sé fa paura, ci ricolleghiamo a una delle premesse di questo discorso: la line-up di Nintendo Switch 2 è quasi inesistente. Sulla bilancia, ci vengono chiesti molti soldi e dall’altro lato c’è un titolo al lancio e un gioco che seguirà un mese dopo sul mercato.

Qual è esattamente il consumatore ideale che Nintendo immagina per Mario Kart a 89,99€? Un bambino che chiede ai suoi un videogioco un regalo? Un appassionato di videogiochi che non vede l’ora di passare duecento ore su quattro ruote? Un gruppo di amici che divide il gioco e che quindi non potrà giocare per un mese a videogiochi nuovi sulla propria console nuova di zecca a sua volta? Una domanda alla quale è difficile rispondere.
L'ennesimo sintomo patologico delle console
Tutta questa bizzarra, confusa, incompleta e quasi volutamente fuorviante comunicazione ci lascia con enormi preoccupazioni su quale sarà il futuro dei videogiochi, ma soprattutto quello delle console.
Non si riesce più a comprendere per chi siano pensate queste, in particolare considerando quanto stiano avvicinandosi al prezzo di un computer che resta comunque uno strumento di enorme utilizzo generalizzato, e quindi un acquisto di gran lunga preferibile perfino al netto delle differenze di prezzo. Questi problemi, infatti, non nascono oggi con Nintendo. Sono passati già prima per Sony e sono stati completamente sorvolati da Microsoft che, semplicemente, preferisce vendere il servizio piuttosto che la console (la campagna corrente stessa, This is an Xbox, che mostra come sul Game Pass si possa giocare su numerosi dispositivi senza essere in possesso di una console lo testimonia).
Che questo cambio di direzione venga poi da Nintendo che ha costruito il successo di una generazione su prezzi accessibili e bei videogiochi per tutti è il sintomo di un male che sarà forse difficile curare.
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