The Witcher: Nightmare of the Wolf, un ottimo prologo in formato anime
- Marco Salvadori
- 15 set 2021
- Tempo di lettura: 5 min
Il lungometraggio animato basato sulla vita dell'anziano strigo Vesemir ci riporta nel Continente, nell'attesa della seconda stagione di The Witcher.
Quando una buona idea e un buono studio di produzione si incontrano può succedere (non è scontato) che ne nasca una bella opera. È il caso di The Witcher: Nightmare of the Wolf, lungometraggio d'animazione in stile orientale, prodotto dal coreano Studio Mir, con la supervisione di Lauren Schmidt Hissrich (la creatrice della serie TV), in esclusiva per Netflix.
L'approfondimento non richiesto
Il film animato, approdato il 23 Agosto sulla piattaforma di streaming, vede come protagonista un personaggio che, per chi si è addentrato solo ora nel mondo dello Strigo e magari conosce solo la serie TV, è un vero e proprio estraneo: stiamo parlando dell'anziano strigo Vesemir. Molti dei fan della saga lo conoscono per il suo ruolo, ben più incisivo rispetto a quello dei romanzi, nella trilogia videoludica di casa CD Projekt RED.
Vesemir non è altri che il mentore del ben più noto Geralt di Rivia e degli altri pochi witcher rimasti della Scuola del Lupo.
Nei libri lo incontriamo per la prima volta a Kaer Morhen, il vecchio maniero in rovina sede dell'ormai decadente Scuola del Lupo, quando Geralt vi si rifugia per svernare.
Il libro in questione è "Il sangue degli elfi", il terzo in ordine di lettura ma primo vero e proprio romanzo con narrazione più lineare, a differenza dei primi due strutturati come raccolte di brevi racconti. È proprio in questo frangente che lo scrittore spiega, in modo più o meno vago, quale fu il disastro che colpì Kaer Morhen e perché esistano ormai così pochi witcher.
La seconda stagione della serie TV sarà proprio un adattamento di questo terzo libro e dunque a breve vedremo un Vesemir in carne ed ossa, o live action, se preferite.

Conclusa la doverosa digressione, possiamo proseguire.
Il setting e la trama
The Witcher: Nightmare of the Wolf è a tutti gli effetti un prologo della serie TV, ma è anche uno spin-off, poiché il suo protagonista è un personaggio in realtà molto marginale della saga principale. Giocando sugli eventi sopracitati mai troppo approfonditi nei libri, i produttori di questo anime della durata di un'ora e 23 minuti riescono a confezionare una storia diretta e lineare, basata sul passato di un personaggio relegato a figura secondaria nell'opera principale e, tramite questo, a raccontare la propria personale versione del passato di Kaer Morhen.
Il film d'animazione ci porta alla scoperta della vita del vecchio Vesemir, doppiato da Theo James in lingua originale, e si concentra sul periodo in cui era un giovane e affermato witcher (aveva "solo" 70 anni dopotutto), bramoso di fama e soldi, durante una delle epoche più prolifiche della Scuola del Lupo. Grazie ad alcuni flashback piazzati con astuzia verremo a conoscenza della sua infanzia e dei motivi che lo hanno spinto a diventare uno strigo, che però è notoriamente una vita fatta di solitudine e sacrifici, mentre nel presente seguiremo la sua caccia al mostro nelle province del Kaedwen (la stessa nazione in cui risiede il castello di Kaer Morhen). Gli eventi prenderanno una piega del tutto inaspettata.

Analisi
L'opera, di genere prettamente dark fantasy a tinte quasi horror, è un ottimo esempio di animazione orientale che si fonde con un immaginario occidentale. Prendendo pieno spunto dalle atmosfere e dai toni della serie TV, The Witcher: Nightmare of the Wolf riesce a risultare anche più convincente della stessa, enfatizzando incredibilmente bene dal lato visivo la brutalità e la crudezza del mondo immaginato da Andrzej Sapkowski. Un'animazione che senza mezzi termini pone l'accento sulla violenza e gli squartamenti, facendo capire fin dal prologo quali siano i toni voluti dal film. Inoltre una grande attenzione è stata posta nel riproporre costumi, fattezze di certe creature e altri elementi, per rimarcare lo stile della serie TV. Tutto ciò rende The Witcher: Nightmare of the Wolf molto coerente e in continuità con l'opera principale. Non è affatto scontato che un film d'animazione riesca a trasmettere le stesse sensazioni che un prodotto in live action riesce a dare. Del resto, le ambientazioni sono molto ispirate e i toni cupi riproducono perfettamente gli scenari del malinconico Continente.
Menzione d'onore per le scene d'azione, formidabili e fluide, capaci di portare su schermo il vero potenziale di un witcher maestro delle proprie abilità non solo come spadaccino, ma anche come mago. La natura stessa di film animato, che sicuramente rende più facile creare scene d'azione folli rispetto al live action, ha aiutato molto in questo aspetto.

Attraverso gli occhi di Vesemir ed empatizzando con lui abbiamo finalmente risposte più approfondite su cosa significhi diventare un witcher, su cosa si debba passare sia fisicamente che mentalmente per potersi rivelare degni di tale nomina, su quali siano in effetti le terribili prove da superare per avere accesso alla mutazione. La vita da witcher è una vita maledetta, fatta di rinunce e di pregiudizi, in cui lo stesso strigo viene visto come un male minore, un fastidio da dover sopportare solo perché utile per qualcosa o per qualcuno; un mercenario a pagamento che elimina minacce più pericolose di esso. Non è un caso che molti witcher non abbiano intrapreso questo cammino di propria iniziativa, ma che siano state solo vittime delle circostanze, magari orfani o figli di genitori che non li volevano.
Il lungometraggio è dannatamente efficace nell'approfondire questi concetti, concetti ai quali i fan dei romanzi o dei videogiochi saranno già avvezzi, ma che a tutti gli altri che attendono con trepidazione il seguito della serie sicuramente gioveranno, e fa realmente domandare dove sia la linea di demarcazione che separa il bene dal male in questo mondo fatto di tante sfumature di grigio. Mondo che in tal senso risulta molto più simile alla realtà che ad un fantasy.
Nonostante che in qualche frangente la trama non brilli per originalità, i collegamenti fatti, soprattutto nella parte finale, con la vicenda principale, rendono il tutto soddisfacente e con quel desiderio di voler vedere di più. Non mancheranno molti rimandi che solo i fan di vecchia data potranno cogliere.
Carismatici anche gli altri comprimari come Deglan, il mentore di Vesemir (doppiato da Graham McTavish), e Tetra, una potente maga che non vede di buon occhio i witcher (doppiata da Lara Pulver).

Spiegare efficacemente una tematica così complessa come quella del "diverso" in un mondo così sfaccettato e incerto in termini di bene e male, dove spesso e volentieri sono quegli uomini imbruttiti dai loro pregiudizi, superstizioni e cattivi pensieri a diventare i veri mostri, non è affatto facile; soprattutto se si dispone di poco più di un'ora. Di solito sono opere che per loro natura si possono prendere il proprio tempo, come libri e videogiochi, a riuscire meglio nell'intento, ma The Witcher: Nightmare of the Wolf riesce pienamente a soddisfare le aspettative e in men che non si dica ci fa di nuovo immergere in quell'affascinante mondo fantasy che fa da sfondo alla Saga dello Strigo.
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