Epic VS Apple: Che succede esattamente?
top of page

Epic VS Apple: Che succede esattamente?

Negli ultimi giorni si è molto sentito parlare di uno scontro legale tra due colossi quali Epic Games, creatori di Fortnite ed Apple, creatori dell'iPhone. Ma perché tanto rumore? Cosa sta accadendo? Chi ha ragione e chi torto? Scopriamolo insieme.


Vediamo di fare un bel riassunto della vicenda, partendo dagli albori, quando il 13 Agosto (mentre noi stavamo decidendo cosa grigliare da lì a poco) Apple decide di rimuovere Fortnite dallo store del suoi dispositivi. Una mossa che apparentemente potrebbe essere priva di senso, d'altronde chi sarebbe cosi folle da rimuovere una pepita d'oro dal proprio negozio virtuale? Come se un giorno, un gelataio decidesse di non vendere più il gelato alla fragola, per dire. Eppure, Apple (come Google subito dopo)ha deciso di intraprendere questa drastica misura, poiché Epic aveva introdotto una nuova opzione d'acquisto in-game della valuta di gioco, i V-Bucks.


Quest'introduzione permetteva ad Epic di incassare direttamente i soldi degli utenti, senza passare per lo store degli smartphone. In pratica Epic aveva escogitato un modo per non pagare le tasse (pari al 30% della transizione totale) imposte da ambo Google ed Apple, ed è di fatto una violazione dei termini di contratto.


Con tempestività allucinante, il giorno stesso sul canale youtube di Fortnite, Epic lancia l'hashtag #FreeFortnite, accusando pubblicamente Apple per la rimozione dell'app e il tutto con un breve filmato realizzato col motore grafico del gioco, ma che si rifà alla pubblicità con cui la stessa Apple annunciò (nel lontano 1984) il lancio del suo Macintosh. Oltre a questo viene annunciata la FreeFortnite Cup, dove viene aggiunta la skin di una mela in abito elegante, dal nome "Don Torsolone", palese riferimento all'azienda di Cupertino (e ad un richiamo di contesto "mafioso"), che può essere ottenuta anche con un punteggio minimo partecipando all'evento.



La situazione comincia a diventare rocambolesca: di colpo migliaia e migliaia di persone pubblicano post contro di Apple, talvolta etichettando l'azienda anche come una ladra per via della tassa esageratamente alta.


Fermiamoci un attimo per capire. Sostanzialmente questo 30% a cosa serve? Non è la prima volta che si sente parlare di questa percentuale, infatti essa fu anche il casus belli tra Epic e Valve, per via della medesima tassa applicata sul famoso store quale è Steam. Partendo dal presupposto che non solo Apple e Valve, ma anche Google, Microsoft, Sony e Nintendo (praticamente tutti), detraggono il 30% dai ricavi di un'app pubblicata sulle loro piattaforme e questo perché dietro ci sono vari costi da compensare quali sponsorizzazione, garanzie per creatori e consumatori, servizi e supporti di ogni genere anche in base a quale delle precedenti piattaforme facciamo riferimento. Di fatto Epic, ha aperto uno store tutto suo per combattere Steam, applicando comunque una tassa dal 18% (non la più bassa in assoluto), ma senza fornire tutti gli strumenti che utente e sviluppatore possono già trovare su Steam, nonostante Epic comunque abbia di base molte più risorse economiche.






Chiarita questa circostanza, parliamo della risposta di Apple, la quale di conseguenza ha annunciato che entro il 28 Agosto, Epic e il suo motore grafico Unreal Engine, non faranno più parte del programma di sviluppo iOS. Per farla breve Apple ha deciso di rimuovere il supporto con tutto ciò che abbia a che fare con Epic, escludendo anche aziende non interessate alla vicenda, colpevoli solamente di essere partner di Epic per l'uso del suo motore grafico. Questa mossa, in caso di effettuazione, infliggerebbe un colpo durissimo sia alle finanze di Epic, sia a quei sviluppatori che si troverebbero costretti a trovare un nuovo partner ed eventualmente far ripartire i propri progetti da zero.


Epic si trova messa alle strette e decide di portare Apple davanti alla Corte Suprema dove il giudice Yvonne Gonzalez Rogers, valutando sia la rimozione dell'app che la rimozione dell supporto al motore grafico, pone una condizione allo stesso tempo favorevole e sfavorevole per entrambe le parti. La decisione è stata quella di tenere fuori (almeno temporaneamente) Fortnite dallo store, in quanto Epic Games ha strategicamente scelto di rompere l’accordo” . La corte sostiene infatti che "L’attuale difficile situazione sembra la conseguenza delle sue stesse azioni". D'altro canto, è stato proibito ad Apple di disabilitare qualsiasi tipo di supporto per l'Unreal Engine, poiché Epic Games e Apple sono liberi di essere in lite l’uno con l’altro, ma la loro disputa non deve creare problemi per terze parti” . Di fatto, come giustamente menzionato dal giudice, l'azione si sarebbe potuta ripercuotere su una grande fetta di aziende, scombussolando l'industria videoludica. Questo è tuttavia soltanto un primo giudizio, mentre è già prevista un'udienza per il 28 Agosto.





La questione si mette in pausa così, ma vi sarebbe in realtà, un altro interessante quanto inaspettato lato da analizzare: la guerra economica tra America e Cina. Analizzando la vicenda con pensieri un tantino più subdoli e complottisti, si potrebbe ricondurre la questione come una risposta della Cina riguardo la recente decisione del presidente Trump di bandire in tutto il territorio nazionale la famosissima app TikTok con l'accusa di spionaggio, salvo decisione da parti dei detentori di venderla agli Stati Uniti, colpendo l'economia cinese in modo considerevole. Per chi non lo sapesse, Epic Games (benché abbia sede in Carolina del Nord) è quasi per metà posseduta dal colosso multinazionale cinese Tencent, che pare sia a stretti contatti col governo cinese stesso ed essendo Tencent una società dal peso estremamente rilevante in ambito economico e decisionale, è plausibile pensare ad un accordo con Epic per rispondere agli attacchi di Trump.








Ovviamente si tratta di una supposizione sbucata sul web, sulla quale non si ha alcuna prova certa, ma effettivamente le risposte, le documentazioni, gli eventi, gli spot e via dicendo, che Epic ha usato per la sua battaglia legale, sembrano preparate in tempi record, lasciando quasi credere che fossero già preparate a tavolino e che quindi tutte le mosse siano alquanto premeditate (cosa che potrebbe essere avvenuta a prescindere da un coinvolgimento delle due nazioni), mentre fa strano pensare che i legali dell'azienda non abbiano pensato ad eventuali ripercussioni una volta deciso di implementare quella fatidica modalità di pagamento da cui tutto è partito.


Per il momento è tutto, restate con noi per tutti i futuri aggiornamenti.





0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page