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Recensione: The Alters - Chi sei quando sei tutti?

Approdato sugli scaffali digitali il 13 giugno 2025, l’ultima fatica di 11 Bit Studios ha da subito catturato l’attenzione di molti per il suo mix di generi non propriamente convenzionale e soprattutto la sua premessa narrativa molto particolare. Valutiamo l'esperienza nel suo complesso.

In questa prima metà del 2025 ricca di titoli di spicco sicuramente uno dei più interessanti, forte di un concept di base intrigante è The Alters, ultima fatica di 11 Bit Studios, studio polacco già celebre per This War of Mine e Frostpunk ed il suo sequel.


Dunque, come se la cava questo ambizioso survival gestionale futuristico?


Nota: Il gioco NON è localizzato in italiano, ne nei dialoghi ne nei menù, quindi se non masticate bene l'inglese potreste avere più di qualche problema nella fruizione del titolo.


Questa recensione NON conterrà spoiler sulla trama!


Di cosa parla? The Alters


La premessa narrativa è molto semplice; il nostro protagonista, Jan Dolski, costruttore parte di un equipaggio di una missione spaziale presso un pianeta sconosciuto, è l’unico sopravvissuto all’atterraggio. Jan decide dunque di non scoraggiarsi e di portare un minimo avanti la missione nella speranza che la Ally Corp, l’azienda per cui lavora si decida a mandare i soccorsi, ma c’è un ma.


Infatti, le comunicazioni con l’azienda sono, almeno inizialmente, disturbate e difficili da mantenere… almeno finché Jan non comunica loro che sul pianeta dove si trova è presente il Rapidium, il miracoloso minerale che la Ally Corp cerca disperatamente. Ovviamente, da quel punto in poi recuperare Jan ed il Rapidium diventa una priorità per l’azienda, che inizierà a prodigarsi molto di più per il salvataggio.


Qui sorgono altri due enormi problemi: il primo è che bisogna spostare la nave dalla sua posizione attuale per evitare che una delle periodiche tempeste solari la investa, uccidendo Jan, il secondo è che la nave non è fatta per essere governata da sola.

The Alters
Jan con alcuni dei suoi Alter

A quel punto, la Ally Corp suggerisce a Jan di utilizzare il Computer Quantistico di cui è munita la nave insieme all’unità “L’utero” (o The Womb in originale) per creare delle “copie” di sé stesso che possano dargli una mano, ovviamente sfruttando le capacità del Rapidium.

Gli Alters, comunque, hanno una peculiarità; non sono dei nostri cloni, sono dei nostri veri e propri “What if. Grazie alla capacità del Computer Quantistico di generare dei ricordi artificiali e alterati partendo da quelli dello Jan originale, ogni Alter presenta sostanziali differenze sia nelle capacità tecniche che nel suo percorso di vita, per quanto fittizio possa essere.


Pad alla mano


The Alters è un gioco molto particolare per quanto riguarda la mistura di generi videoludici scelti. Il titolo infatti mischia sapientemente elementi Survival a quelli gestionali. I nostri compiti principali in qualità di capitani della base spaziale saranno tendenzialmente due; esplorare di volta in volta le zone del pianeta alla ricerca di risorse utili ed amministrare le vite ed il lavoro nostri e dei nostri “fratelli”. Questo secondo compito, neanche a dirlo, è quello che si rivelerà presto più arduo. Infatti, benché i nostri Alter condividano almeno una parte di vissuto comune, nelle loro vite avviene sempre un evento in particolare che li porta a divergere da noi, e dovrà essere quindi nostra premura e compito quello di creare le condizioni adatte a far si che tutti collaborino per salvarci la pelle.

The Alters
La nostra base con i suoi moduli

Superfluo dirlo ma ognuno di loro ha delle necessità specifiche, punti di vita sulle questioni  ed problemi di vita che lo hanno portato a diventare com’è.


Il gioco, dunque, presenta un buon livello di sfida dal punto di vista gestionale, lasciandoci ben poco tempo per farci sentire realmente al sicuro e rilassati. Questi aspetti del titolo, va detto, ne sacrificano un po’ la longevità se rapportata ad altri gestionali potenzialmente infiniti. Tale sacrificio è tuttavia volto a conferire al gioco una narrativa solida, quasi da avventura grafica, aumentandone la rigiocabilità.


Graficamente e Tecnicamente


Il cavallo di battaglia di The Alters non è di certo l’aspetto meramente grafico della produzione, benché visivamente il titolo risulti molto gradevole. Uno degli aspetti in cui eccelle è però la sua direzione artistica, partendo dal pianeta su cui troviamo fino alla base (dalla forma molto particolare) ed i suoi ambienti interni, tutti molto curati nei dettagli e decisamente ispirati.

The Alters
Uno scorcio della nostra base

Il tutto è poi impreziosito da dei begli intermezzi in stile quasi acquerello che fungeranno da filmati di giochi per gli eventi più importanti del gioco. Dal punto di vista meramente tecnico, invece, il gioco risulta molto stabile in entrambi i preset grafici disponibili sulle console. Da segnalare tuttavia alcuni bug che abbiamo incontrato durante la nostra run, uno in particolare che ci ha costretti a ricaricare il salvataggio precedente.

 

Chi sei quando sei tutti?


Jan non ha avuto una vita molto felice; partendo da un’infanzia segnata da un padre abusivo verso di lui e sua madre fino al fallimentare matrimonio con la sua ormai ex moglie, il nostro protagonista è pieno di rimorsi e rimpianti che si porta dentro. Tuttavia, l’interagire con delle versioni di sé differenti ha un effetto quasi terapeutico per il nostro protagonista, permettendogli di vedere altri punti di vista sulla sua vita che altrimenti per lui sarebbero delle grosse incognite.


Cosa sarebbe successo se invece di allontanarsi da casa avesse deciso di fronteggiare suo padre? E se avesse gestito diversamente il rapporto con sua moglie? E se non avesse lasciato l’università? Tutti questi quesiti, come detto, gravano sul morale di Jan e, grazie ai suoi Alter, può finalmente dare risposta ad alcuni di essi.


Un fatto però molto intrigante e soprattutto molto triste è che, alla fine della giornata, nessuno degli Alter ha una vita propriamente felice; tra chi ha sacrificato la propria vita privata per eccellere nel lavoro, chi ha avuto pesanti lutti ed incidenti debilitanti, chi ha dovuto prendere decisioni drastiche, nessuno degli Jan si può dire propriamente una persona felice.

The Alters
Una rappresentazione dei nostri ricordi all'interno del Computer Quantistico

Questo vuol forse dire che, a prescindere dalle nostre scelte la felicità è un qualcosa di irraggiungibile? Non spetta certo a noi dirlo, tuttavia è bello constatare che, al netto del fatto che ognuno di loro ha commesso errori di percorso, nessuno di loro ha mai realmente mollato e che, in questa situazione non solo anomala ma anche di vita o di morte, il fatto che interagiscano tra di loro funga quasi da processo terapeutico e di guarigione per ciascuno di loro.

Verdetto Finale

PRO

CONTRO

Direzione artistica molto gradevole.

Jan e le sue varianti sono molto ben caratterizzati e tutti con delle storie molto realistiche alle spalle.

I tre generi che fonde sono tutti ben sfruttati.

L’essere anche un’avventura grafica certe volte rallenta molto la progressione, spezzando un po’ il flow. Il titolo non è in alcun modo localizzato in italiano, fattore da non sottovalutare se non masticate l'inglese.

The Alters è un esperimento tendenzialmente ben riuscito di unire tre generi videoludici, il survival, il gestionale e l’avventura grafica. La fusione di questi tre generi crea una mistura che funziona dannatamente e che fa entrare il giocatore in un flow di gioco decisamente godibile. D’altro canto, però, non tutto funziona alla perfezione in questo esperimento; certe volte il gioco ti costringe a giocare un po’ troppo secondo i suoi tempi, andando ad alzare ostacoli per la progressione in maniera sì coerente con lo svolgimento narrativo ma che può risultare tediosa a volte. Quello che impreziosisce tutta la produzione, comunque, è il trattamento riservato alla questione degli Alter, veri e propri specchi sulla vita del nostro personaggio, tanto terapeutici quanto deleteri allo stesso tempo.

Voto Finale: 8.2/10

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