Speciale: Doctor Strange, anatomia di un eroe multiversale
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Speciale: Doctor Strange, anatomia di un eroe multiversale

L’atteso Doctor Strange nel Multiverso della Follia di Sam Raimi è alle porte. Ripercorriamo insieme l’arco narrativo dello Stregone Supremo nel Marvel Cinematic Universe, partendo dal suo debutto cinematografico datato 2016.

 

“Dormammu, sono venuto per patteggiare”

Doctor Strange (2016), Scott Derrickson


Affascinante, ricco, geniale ma terribilmente cinico ed arrogante: il neurochirurgo Stephen Strange (Benedict Cumberbatch) è all’apice della sua carriera quando un terribile incidente stradale gli preclude l’uso delle mani.


Dopo aver dilapidato tutto il suo patrimonio, e disposto a tutto pur di continuare ad operare nel suo campo, Strange fa la conoscenza di un ex paraplegico guarito miracolosamente, quest’ultimo indirizzerà l’ex neurochirurgo alla volta di Kamar-Taj, un lugo sperduto nelle montagne del Tibet dove Strange farà la conoscenza dell’Antico (Tilda Swinton).


L’Antico acconsentirà ad addestrare un riluttante Strange alle arti mistiche, mentre la minaccia del malefico Kaecilius (Mads Mikkelsen) e del terrificante Dormammu incombe…

Diretto da Scott Derrikson (L’esorcismo di Emily Rose, Liberaci dal male) e quattordicesima pellicola del Marvel Cinematic Universe, Doctor Strange è il classico film di origini che spiana la strada ad uno dei più importanti personaggi dell’intero universo narrativo Marvel.


Cumberbatch si rivela una delle scelte di casting più azzeccate di sempre, in un ruolo che sembra scritto appositamente per lui.


Tra dimensioni distorte e palazzi che collassano su se stessi in pieno stile Inception, Derrikson riesce a mettere in scena un film originale e fresco, pur mantenendo gli stilemi classici del genere.


Da sottolineare una delle boss fight migliori dell’intero MCU, il confronto finale tra Strange e Dormammu vale da solo il prezzo del biglietto.


14.605.000 di futuri alternativi

Avengers: Infinity War (2018), Avengers: Endgame (2019), Fratelli Russo


Thanos. È un flagello, Tony. Invade i pianeti. Si prende tutto ciò che vuole. Stermina metà delle popolazioni. Lui ha mandato Loki. L'attacco a New York era opera sua.


Con queste parole Bruce Banner (Mark Ruffalo) introduce Thanos ad un incredulo Tony Stark (Robert Downey Jr) davanti al Dottor Strange e al suo assistente Wong (Benedict Wong).


Sarà proprio Strange, grazie all’Occhio di Agamotto contenente la gemma del tempo, che avvertirà Stark che ci sarà solamente una possibilità di vittoria nel conflitto contro il Titano Pazzo.


Una sola chance, nessuna alternativa.


Dopo aver sacrificato la gemma, Strange sparirà a causa del blip (lo schiocco di Thanos) per poi ricomparire alla resa dei conti finale, insieme agli altri Avengers scomparsi, per dare manforte a Captain America (Chris Evans) e soci.

Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame sono stati, probabilmente, i crossover cinefumettosi più grandi di sempre.


I fratelli Russo, registi di entrambi i film, sono riusciti nell’arduo compito di gestire la mole mastodontica di personaggi a disposizione per entrambe le pellicole, riuscendo a dare il giusto screentime e i giusti momenti di gloria ad ognuno di loro.


Il Dottor Strange, in questo caso, non fa eccezione: a partire dai siparietti tra egocentrici con Tony Stark, fino allo showdown finale di Endgame, lo Stregone Supremo è parte fondamentale del processo narrativo di entrambi i film riuscendo addirittura a tenere testa personalmente a Thanos, in uno dei migliori combattimenti visti in Infinity War.


“Il multiverso è un concetto di cui sappiamo spaventosamente poco”

Spider-Man: No Way Home (2021), Jon Watts


E se il mondo intero si dimenticasse di Spider-Man?


La richiesta di Peter Parker (Tom Holland) è quantomeno bislacca ma, da un certo punto di vista, necessaria per salvaguardare le persone che ama.


Accusato ingiustamente dell’omicidio di Mysterio (Jake Gyllenhaal), Parker si rivolge al Maestro supremo delle Arti Mistiche per un incantesimo che farebbe tabula rasa dell’Uomo Ragno dalla vita delle persone comuni.


Tuttavia l’incantesimo ad opera di uno scettico Strange verrà rovinato dalla parlantina molesta del buon Peter, ignaro di aver aperto uno squarcio nel multiverso, Spider-Man avrà a che fare con una moltitudine di nemici del Ragno provenienti da universi alternativi.

1,8 miliardi di dollari d’incasso in tutto il mondo, niente male per un film uscito in pieno periodo pandemico.


Spider-Man: No Way Home, terzo film in collaborazione con Sony (che detiene tutt’ora i diritti del personaggio) e diretto ancora una volta da Jon Watts è un delirio di fanservice applicato al cinema.


Divertente ed enorme per la quantità di personaggi portati su schermo, No Way Home ci presenta uno Stregone Supremo che funge da guida riluttante per l’amichevole Uomo Ragno di quartiere.


Tuttavia la sceneggiatura (non propriamente brillante) non riesce ad esaltare le doti del Dottor Strange, riducendolo quasi ad una figura di contorno sebbene sia in realtà la causa scatenante degli eventi del film.


E se Strange perdesse il cuore al posto delle mani?

What If...? (2021), A.C. Bradley


In futuro alternativo Stephen Strange perde l’amata Christine Palmer (Rachel McAdams) nell’incidente d’auto che gli precluderà l’uso delle mani.


Dopo essere diventato Stregone Supremo ed aver rispedito Dormammu nella Dimensione Oscura, Strange infrange le regole e usa la gemma del tempo per tornare indietro, nel tentativo disperato di salvare Christine dall’incidente.


Nonostante la buona volontà del Dottore, i risultati sono sempre gli stessi: Christine deve morire.


Deciso quindi a rischiare il tutto per tutto, Strange crea un paradosso temporale per salvare Christine dal suo terribile fato… ma sarà la scelta giusta?

Quarto episodio della serie animata What If? che ha fatto il suo debutto ad agosto del 2021 su Disney+, l’episodio dedicato a Dottor Strange è forse quello più delicato ed introspettivo.

In quaranta minuti scarsi ci viene mostrato (animato in maniera superlativa) uno Stephen Strange distrutto dal dolore, disposto a qualsiasi cosa pur di riavere la sua amata con sé.


Un episodio che fa da apripista (insieme a No Way Home) per il Multiverso della Follia portato in scena dal grande Sam Raimi, basandoci sui trailer possiamo tranquillamente affermare che alcuni elementi di questo episodio saranno ricorrenti nell’attesissimo sequel cinematografico in uscita il 4 maggio.

E pensare che la prima scelta di Kevin Feige, nel 2014, fu Joaquin Phoenix ma quest’ultimo rifiutò: i film blockbuster non sono mai soddisfacenti, hanno troppi requisiti che vanno contro la mia attitudine verso i personaggi” disse.

Chissà come sarebbe stato il futuro interprete di Joker nei panni dello Stregone Supremo, non lo sapremo mai.

Quello che invece sappiamo è che Benedict Cumberbatch ha recentemente affermato di voler continuare ad interpretare il Dottor Strange fin quando ci sarà la possibilità di farlo. Noi ci auguriamo che possa farlo il più a lungo possibile, la sua mimica facciale e le sue doti attoriali sono state finora perfette per un personaggio così complesso e così aulico.

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