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5 horror sottovalutatissimi da giocare in attesa di The Callisto Protocol e Dead Space Remake


Negli ultimi giorni abbiamo finalmente potuto assistere ai gameplay di due giochi che puntano a provocarci più di qualche brivido dietro la schiena facendo largo uso di mostruosità, ambientazioni asfissianti e buio più totale.

Stiamo chiaramente parlando di “The Callisto Protocol” e “Dead Space Remake”. Due titoli che usciranno tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 e ci porteranno in giro per la Black Iron e per i corridoi della Ishimura ad affrontare mostruosità di ogni tipo.


Tuttavia, dato che dovremo attendere ancora qualche mesetto prima di mettere le mani sui due titoli, ecco a voi una lista dei 5 horror molto sottovalutati che secondo noi vanno assolutamente recuperati e giocati durante queste serate autunnali.





Alone in the dark: The New Nightmare

Uscito nel 2001, The New Nightmare è uno dei primi titoli ad essere pensato come multipiattaforma e cross-generation; il titolo è infatti uscito su PlayStation, PlayStation 2, PC, Dreamcast e Game Boy Color. Proprio questo suo essere in un certo senso sperimentale ha condizionato pesantemente il voto della critica che aspettandosi un gioco per console di nuova generazione, si è trovata invece tra le mani un capolavoro per PSx.


Tale precisazione è doverosa. Alone in the dark: The New Nightmare non va visto come un titolo per PS2; fatta questa precisazione, sarà molto più semplice per il giocatore sorvolare su una grafica non al top, animazioni facciali scarne e i tipici fondali pre-renderizzati tipici della prima PlayStation.


Anche perché, tolti i malus legati all’impianto grafico e delle animazioni, The New Nightmare è un giocone.

Il gioco strizza l’occhio a Resident Evil 2, con due personaggi giocabili, due storie concatenate e due gameplay diversi.

L’ambientazione è da 10 e lode. Oscura, con tanti enigmi, tanti dettagli e un impianto sonoro capace di accompagnarci durante l’esplorazione con delle musiche che si odono a malapena quando necessario e non vanno ad invadere il mondo di gioco; il quale è invece dominato al rumore della pioggia, gli effetti degli ambienti e le urla e i “versi delle varie mostruosità.


I nemici sono un altro punto forte dell’opera; ispirati a piene mani dalle opere di Lovecraft, saranno una vera e propria goduria per gli amanti di Bloodborne. Affrontarli è tanto bello quanto complicato. Le munizioni scarseggiano e nelle fasi inoltrate del gioco ci sarà bisogno di tante pallottole per buttarli giù; tuttavia questi sono sensibili, in positivo e negativo, alla luce, di conseguenza alle volte la nostra fida torcia sarà la migliore arma per affrontarli, ma attenzione, alcuni nemici diventano più potenti se esposti alla luce.


Insomma, atmosfera top, nemici belli forti e brutti, sonoro da paura. The New Nightmare è un gioco che per poco più di 5 euro potete recuperare su Steam e che vi aiuterà a prepararvi anche al suo prossimo remake che atterrerà sulle console di nuova generazione.





Resident Evil Dead Aim

Prima della prima persona di Resident Evil 7 e 8 e prima della telecamera sulla spalla del protagonista di Resident Evil 4, c’è stato Resident Evil Dead Aim.


Figlio della sfortunata saga “Survivor” di Capcom che offriva un gameplay basato sulle pistole a fascio di luce e l’utilizzo della prima persona, Resident Evil Dead Aim ha apportato tante novità che hanno fatto poi la fortuna della casa nipponica.


Resident Evil Dead Aim è un gioco che è stato affossato dai suoi precedenti. Come detto, la serie “survivor” non ha goduto di grande fortuna per via del suo essere eccessivamente sperimentale; basti pensare al primo Resident Evil Survivor dove si impersona un personaggio per nulla carismatico, con una storia inesistente e senza la possibilità di salvare.

Tuttavia, tutto cambia nel 2003 quando Capcom fa letteralmente centro.


Dead Aim si posiziona a 4 anni dopo gli avvenimenti di Raccoon City e ci presenta due nuovi personaggi, un nuovo cattivo, una storia inedita e tanti, tantissimi zombie e altre schifezze made in Umbrella Corporation.


Il gioco è il primo ad abbandonare la telecamera fissa e i fondali pre-renderizzati e propone al giocatore un approccio ibrido: l’esplorazione è in terza persona, con la telecamera dietro le spalle del protagonista, e le fasi shooting passano in prima persona. Viene inoltre data la possibilità di giocare con il gamepad aprendosi così anche a chi non disponeva di una pistola a fasci di luce.


Come per Raccoon City, anche in Dead Aim l’ambientazione diventa un vero e proprio asset vivo dell’esperienza; la nave da crociera su cui si svolgono i fatti è in preda alle onde, silenziosa, cupa, asfissiante e buia. Il tutto è poi accompagnato da un sonoro che, escludendo i versi dei vari zombie, è ottimo e riesce a farci sentire la desolazione della situazione.


Resident Evil Dead Aim è il padre spirituale della moderna Capcom. Ha posto le basi per Resident Evil 4 e ha permesso a Capcom di allontanarsi da Raccoon City e dai personaggi storici dei primi tre capitoli della serie.


Come per Alone in the dark: The New Nightmare, anche Dead Aim risente della sua natura sperimentale. La longevità si attesta intorno alle 6 ore e il fatto che nel 2003 siano usciti anche Resident Evil Outbreak, Silent Hill 3 e Forbidden Siren non ha aiutato il gioco ad esplodere.


Tuttavia, se cercate una storia carina e che vi tenga incollati allo schermo per un po’ con una bella storia alle spalle, Resident Evil Dead Aim è un gioco che potete ancora trovare su Ebay e Amazon per la vostra cara PS2.





Obscure

Opening sulle note di “Still Waiting” dei Sum 41, 5 adolescenti, dei ragazzi scomparsi, un liceo infestato di mostri di ogni tipo, poche possibilità di sopravvivenza e l’attesa dell’alba.


No, non stiamo parlando del seguito di Until Dawn bensì di Obscure.


Uscito del 2004, quando Resident Evil Outbreak 2 e Silent Hill 4 si sfidano per il podio di miglior horror dell’anno, Obscure si pone come terzo incomodo prendendo gli ottimi punti apportati dai due mostri sacri del genere appena citati e li rielabora in un gioco che tra luci ed ombre è ancora oggi godibilissimo.


Come detto, Obscure si costruisce intorno ai tipici clichè degli horror americani dei primi anni 2000. Ci troviamo ad impersonare 5 adolescenti, ognuno di loro con delle caratteristiche particolari, che si trovano a girovagare in un liceo statunitense frequentato da mostri che non vedono l’ora di ammazzarci.


Obscure propone un comparto grafico bello, fluido e stabile. Le ambientazioni si sposano perfettamente con il gameplay; per la prima volta il giocatore ha la possibilità di scassinare le porte invece di cercare l’apposita chiave, di distruggere vetrate e finestre e di utilizzare l’ambiente circostante per affrontare i nemici che si porranno davanti.

I nemici saranno infatti sensibili alla luce e rompere una finestra per far entrare la luce della luna in un corridoio buio sarà molto più utile di sparare una decina di colpi di pistola.

Altro elemento di sfida è legato alla sopravvivenza dei personaggi. Se uno dei 5 ragazzi muore, non c’è possibilità di riportarlo in vita, di conseguenza il giocatore perderà un personaggio e la sua caratteristica personale.


A ciò vanno aggiunti la possibilità di giocare in cooperativa in locale e un comparto sonoro che si sposa alla perfezione con i vari momenti dell’opera.


Vista così verrebbe da chiedersi come mai Obscure non sia esploso.

Alla base della mancata esplosione del gioco vi è il fatto che andando a prendere elementi da Resident Evil e Silent HIll, seppur riadattandoli, il gioco soffre l’assenza di una vera e propria identità; e l’aver costruito la storia sulle base del tipico film horror statunitense non ha aiutato in questo senso.


Al netto di ciò, Obscure resta un ottimo gioco da giocare da soli o in compagnia e acquistabile per meno di 6 euro su Steam.





Tormented Souls

Figlio del lavoro di due fratelli con l’amore per i primi Resident Evil, Tormented Souls è una vera e propria dichiarazione d’amore per gli horror di fine anni 90.


Telecamera fissa, mira automatica, un bel po’ di documenti a narrarci cosa stia succedendo, tanti enigmi, tanto bel backtracking, ambientazioni asfissianti e una bella villa infestata.

No, non stiamo parlando del primo Resident Evil.


Tormented Souls ci mette nei panni di Caroline che dopo aver ricevuto una lettera contenente poche righe e la foto di due gemelle comincia ad essere tormentata da incubi e visioni fino a quando decide di recarsi al Wildberg Hospital, luogo da cui la lettera è stata inviata.


E basta, non diremo altro riguardo la trama del gioco.


Il gameplay è un chiaro rimando in chiave moderna ai primi Resident Evil, le inquadrature fisse che seguono la protagonista sono buie e l’accendino nel nostro inventario sarà una delle poche fonti di luce a nostra disposizione.


Il buio è un elemento del gioco che oltre ad impattare sulle ambientazioni diventa un vero e proprio nemico, dato che sostare per troppo tempo in un’area buia porterà la nostra Caroline ad essere trascinata via da un’entità sconosciuta. Tale elemento dà quel qualcosa in più al gioco dato che non saranno rari i momenti in cui dovremo decidere se imbracciare un’arma o l’accendino.


I puzzle, elemento onnipresente nei vecchi survival horror, sono uno dei pezzi forti di Tormented Souls. Pur basandosi sui soliti orologi, manovelle e caldaie, riescono a essere innovativi grazie a un'interfaccia intelligente e ben pensata. Una volta aperto l'inventario, un cursore del tutto simile a quello delle avventure grafiche ci mostra il nostro inventario e ciò che Caroline ha davanti, rendendo l'operazione assai pratica e funzionale.


Ciò in cui Tormented Souls pecca molto è lo shooting. La mira automatica tende a focalizzarsi sul nemico più vicino e alle volte va in panico quando ci sono più nemici da affrontare.


Tuttavia, se ci si riesce ad adattare al sistema di mira, Tormented Souls resta un ottimo titolo da giocare su PlayStation 4 e 5 pagandolo intorno ai 20 euro.