5 livelli di Crash Bandicoot che vi infurieranno solo a leggerne
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5 livelli di Crash Bandicoot che vi infurieranno solo a leggerne

Non lasciatevi ingannare dal colorato e frizzante mondo di Crash Bandicoot: chiunque abbia giocato i platform dedicati al marsupiale per lungo tempo mascotte Playstation sa che Crash può essere crudele, meschino, e soprattutto può mettere alla prova la pazienza e le abilità del giocatore. Vediamo alcuni livelli che hanno saputo lasciare il segno, al punto che il solo pensarci ci fa ribollire di rabbia.

 

Sin dal suo debutto negli anni Novanta, Crash Bandicoot ha lasciato un indelebile segno nel panorama videoludico, sia per il suo memorabile e divertente cast di personaggi, sia per il suo fantasioso mix di elementi realistici, fantasy e di fantascienza vera e propria. Il risultato funziona perfettamente e col passare degli anni, Crash sente davvero poco la necessità di cambiamento ed evoluzione. Ancora oggi, giocare ai remake della trilogia senza quasi alcun cambiamento di gameplay, dà la sensazione di avere tra le mani qualcosa di attuale, al passo con i tempi, perfettamente funzionante.


Ciò avviene anche grazie alla volontà di lasciare intatto uno dei punti di forza della serie: una difficoltà che alle volte sorprende il giocatore, mettendolo dinanzi a livelli regolari, segreti o bonus che fanno balzare l’intensità di gioco e la concentrazione richiesta a nuovi estremi. Oggi elencheremo alcuni tra i livelli che più vi faranno pizzicare le dita e roteare gli occhi soltanto a sentirne nuovamente parlare.


Nota: per questo articolo abbiamo preso in considerazione soltanto i livelli della principale saga platform di Crash Bandicoot. Non sono inclusi spin-off o Racing - benché alcune piste siano indubbiamente meritevoli di essere elencate tra i nostri peggiori incubi. Sì, Oxide, stiamo guardando proprio te.


L’articolo contiene spoiler sulle fasi finali di Crash Bandicoot 4.

 

5. Slippery Climb


L’ascesa di Crash verso il Castello di Cortex per la salvezza della sua amata Tawna è già di per sé molto faticosa. Passando per le rovine della città perduta, le fortezze indigene e le giungle, molti sono i punti o momenti in cui il marsupiale avrà dubitato della sua capacità di portare a compimento la missione. Tuttavia, mosso dall’amore, si è fatto strada tra le isole in un’avventura il cui livello di difficoltà è coerentemente crescente e raggiunge il suo apice nell’infernale Slippery Climb.

Benché non sia l’ultimo livello del gioco, questa scalata delle mura esterne del Castello del famosissimo villain si distingue per il suo talento nel frustrare il giocatore: pavimentazioni scivolose e oblique che lo fanno precipitare nel baratro, rapaci che fanno su e giù sui quali saltare al momento giusto per riuscire a raggiungere la piattaforma successiva, nemici che lanciano soluzioni chimiche letali da ogni angolo cercando di coglierlo di sorpresa… il tutto contornato da un livello bonus in cui ogni singolo step va calcolato alla perfezione per sfuggire alla morte.


Slippery Climb esprime il potenziale e la sfida del primo Crash Bandicoot al massimo ed è dove il giocatore mette alla prova le abilità di tempismo, istinto e strategia coltivate durante tutti i livelli precedenti per valutare se, effettivamente, ha appreso ciò che doveva dal platform.


Per i più audaci, inoltre, Crash Bandicoot nella sua versione reinventata della N. Sane Trilogy, mette a disposizione un nuovo livello con la medesima ambientazione, Stormy Ascent, originariamente rimosso dal titolo per Playstation del 1996, perché considerato ‘troppo difficile’!


4. Rush Hour


Probabilmente penserete già di vostro che l’ora di punta, nella maggior parte degli ambiti personali, sia la parte peggiore della giornata. Rush Hour da Crash Bandicoot 4 riesce perfettamente a riprodurre la frustrazione e fastidio nella futuristica dimensione Sn@xx. Nello scenario della capitale della cucina di un tempo che ancora non è, piccole vetture e furgoncini del delivery sfrecciano a tutta velocità tra una piattaforma e l’altra cercando di portavi via con loro.

Un livello dalla longevità e varietà impressionante, che diventa una vera e propria avventura, resa più difficoltosa ancora dall’alternarsi dei personaggi utilizzati, Dingodile e Tawna, che si caratterizzano per un gameplay decisamente meno fluido di Crash e Coco. Il quarto titolo principale della saga di Crash può essere considerato impegnativo dall’inizio alla fine, ma è indubbio che Rush Hour abbia quella difficulty spike improvvisa che fa percepire al giocatore che sta entrando nelle terribili fasi finali del gioco.


3. Pack Attack


L’ultima Warp Room di Crash Bandicoot 2 è ostile. Scegliere il livello che più tira fuori il peggio dal giocatore non è una missione semplice. Eppure sentiamo di dover consegnare questo onorevole premio a Pack Attack, il secondo livello spaziale della sala. Il grado di difficoltà all’interno di questa Warp è in realtà omogeneo, ma ciò che rende questa sfida più ardua è che Crash dovrà attraversare la nave spaziale di Cortex utilizzando il jet-pack.

Il controllo sul movimento, rispetto a quando il marsupiale viaggia comodamente su due zampe, è veramente precario, e ci saranno alcuni secondi in cui Crash continuerà a muoversi anche dopo che il giocatore avrà smesso di pigiare. Questo significa che, se ogni movenza non sarà perfettamente calcolata, il protagonista andrà a finire contro laser, nemici, cavi dell’elettricità staccati, o bruciato da copiose fiamme.


Il cambiamento di gestione dei tempi e gli spazi richiesto rende questo livello inizialmente ostile e decisamente unico all’interno della saga.


2. The High Road


Ci perdonerete per la nostra franchezza: The High Road è semplicemente malvagio. Crash si ritrova ad attraversare un ponte su di un precipizio così elevato che sembra di essere nel post mortem, e deve riuscirci camminando su travi di legno invisibili che appaiono solo al suo passaggio, travi più scure che cadranno appena sfiorate e altre, già distrutte a metà, che faranno precipitare Crash immediatamente qualora dovesse atterrare su di esse.

Chiaramente, non mancano ostacoli più mobili: cinghiali che, per qualche motivo, si divertono a correre avanti e indietro lungo il ponte; tartarughe sulle quali deve saltare al momento giusto per posizionarle esattamente dove servono per essere sfruttate come trampolini; scie di ghiaccio sulle quali Crash scivola direttamente giù nell’oblio.


Tutto ciò che esiste all’interno di questo livello è il frutto del lavoro di sviluppatori che avevano l’intenzione di distruggere i videogiocatori … e farli appassionare perché, seppur diabolico fino al profondo del baratro sottostante, The High Road resta uno dei livelli più memorabili dell’intera serie.


1. Il Castello di Cortex


Oltre vent’anni dopo, l’incubo del Castello di N. Cortex torna a tormentare i giocatori, più cattivo e furioso che mai. In maniera quasi parodica, il lungamente atteso sequel lancia Crash indietro nel tempo, al lontano 1996, e lo costringe ad affrontare nuovamente i canali sotterranei e, infine, la principale dimora del cattivo, questa volta pronta a mettere alla prova anche i più abili esperti di Crash.

Il lungo livello non ha alcuna pietà per il marsupiale: piattaforme da attivare e disattivare mentre si è in salto, laser che sbucano fuori dal nulla – orizzontali, verticali, obliqui – e nemici che possono essere sconfitti unicamente utilizzando specifici poteri. Il Castello richiede una preparazione immensa che non va accumulata solo all’interno dello specifico gioco ma in conseguenza dell’intera esperienza con la saga.


Nota personale: non mi vergogno a confessare che perfino io, pur avendo platinato la trilogia e completato al 100% i titoli precedenti senza troppo sforzo (reduce da un’infanzia passata a rigiocare gli originali più e più volte) ho visto il contatore delle morti arrivare a tre cifre la prima volta che mi sono confrontata con quello livello.

Il Castello di Cortex è in tutti i sensi una celebrazione della saga. Esso racchiude in sé la nostalgia per l’originale avventura pur modernizzandola con i nuovi elementi di gameplay, raggiunge l’apice della difficoltà per chi è desideroso di spingersi oltre e richiede il perfezionamento di tutte le abilità delle maschere presenti all’interno del gioco, fino a saperle alternare quasi in maniera inconscia.

 

Molti sono gli stage che potrebbero rientrare in questa classica, da Bee-having e le sue odiose api, la graziosa The Lost City e Tomb Wader in un altrimenti accessibilissimo Crash 3: Warped, ma i cinque che abbiamo elencato sono i livelli platform di Crash Bandicoot che hanno tirato fuori il peggio, ma proprio il peggio di noi.

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