Cinque creature da incubo dal mondo dei videogiochi
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Cinque creature da incubo dal mondo dei videogiochi

Innumerevoli volte, col joypad alla mano, ci siamo trovati di fronte a nemici di indefinibile mostruosità. Diamo uno sguardo a quelle che sono, a nostro parere, le creature più spaventosamente indimenticabili del panorama videoludico, quelle che non si sono limitate a spaventarci durante le ore di gioco ma che sono rimaste impresse nella nostra memoria ben oltre.

 

I videogiochi, nel bene e nel male, si sforzano di lasciare il segno nella mente, nel cuore e nell’animo degli appassionati.


In alcune occasioni, viviamo meravigliose avventure in cui sono le emozioni ad essere chiamate in causa, viaggi in cui proviamo così tanto per i personaggi da immedesimarci nelle vicende come se gli eventi ci riguardassero personalmente. Dopo queste storie ci sentiamo diversi, cambiati, cresciuti.


In altri casi, il gameplay ci coinvolge a tal punto che il divertimento condiziona il resto delle nostre giornate: buonumore, adrenalina, concentrazione non accompagnano solo le ore di gioco, ma anche il resto delle attività quotidiane. Il videogioco riesce, nel breve e nel lungo termine, a trasformare i nostri comportamenti a prescindere dalla narrazione.


Tuttavia, c’è un particolare elemento dei videogiochi che è incline a fissarsi nella memoria del videogiocatore: quante volte vi siete ritrovati davanti ad una creatura così spaventosa, così terrificante che riuscivate a vederla davanti ai vostri occhi anche ore ed ore dopo aver spento la console, o peggio, quando chiudevate gli occhi a letto la sera? Quante volte queste creature sono diventate le protagoniste dei vostri peggiori incubi, costringendovi a improvvisi risvegli nel cuore della notte, col sudore lungo il vostro collo dopo aver assistito alla vostra ennesima uccisione da parte di questi mostri?

Lo Xenomorfo che dà incessantemente la caccia al giocatore in Alien Isolation

Ecco una lista delle cinque creature che più ci hanno terrorizzati o inquietati nel corso della nostra esperienza videoludica!

 

5. Stalker (The Last of Us I & II)


Ci sono forse creature ed infetti dall’aspetto più orripilante all’interno dell’universo di The Last Of Us stesso, ma a volte, non è l’aspetto di un nemico a terrorizzarci. Piuttosto, come nel caso degli Stalker, è il loro comportamento.

Questi infetti di fase due si contraddistinguono per essere a metà strada tra i veloci e vedenti Runner – indiscreti e rumorosissimi nel loro appropinquarsi alle vittime – e i ciechi ma violenti e letali Clicker; un mix che li piazza tra i nemici più terrificanti soprattutto per chi non è particolarmente abituato all’horror e che pensava di trovare in The Last of Us un'avventura d’azione dai lievi toni del genere del terrore.


Gli Stalker non ci attaccheranno direttamente. Piuttosto, essi si nasconderanno nelle ombre, dietro le coperture, si avvicineranno gradualmente in maniera impercettibile, fino ad essere in prossimità dell’umano, per attaccarlo poi aggressivamente. Gli ambienti bui e stretti, infestati dagli Stalker, sono tra i più spaventosi della serie. Superare quelle aree richiederà una buona dose di forza di volontà per i più suscettibili e li metterà in uno stato di perenne allerta. Quando l’area è colma di Stalker, è il nemico a giocare una partita stealth con il giocatore.

 

4. Tyrant/Nemesis (Resident Evil)


Ad essere onesti, le creature che più ci tengono svegli la notte sono quelle da cui abbiamo la sensazione di non poter mai scappare. Lo Xenomorfo di Alien Isolation e i membri della famiglia Baker da Resident Evil 7 sono tra gli esempi più celebri di vere mostruosità che hanno l’intenzione di darci la caccia fino a stremare i nostri sensi e farci cadere in errore, per eliminarci agevolmente con la loro brutalità, magari in un colpo solo.

Tra i più celebri e noti nemici di questo tipo non possiamo fare a meno di citare i Tyrant della saga di Biohazard, ed in particolare, il più intelligente e grosso tra essi: Nemesis. Con un’altezza oltre i due metri e cinquanta, la sua astuzia e i suoi orribili tentacoli nascosti dal cappotto lungo, questo mostro inarrestabile darà la caccia a Jill per tutta la durata del terzo titolo della saga (non a caso originariamente sottotitolato ‘Nemesis’) costringendoci anche a boss fight inevitabili.


Niente è come quel brivido, mentre ci stiamo concentrando sul comprendere dove va la chiave o la tessera che abbiamo appena trovato, ripercorrendo mentalmente i nostri passi: sentire i passi del nostro cacciatore che interrompe le nostre riflessioni e che non rinuncerà a tentare di ucciderci finché non avremo raggiunto la prossima zona sicura.

 

3. Orfano di Kos (Bloodborne)


Con la sua ispirazione lovecraftiana e il suo desiderio di creare un incubo vero e proprio sia per il Cacciatore, sia per la persona che controlla il pad, Bloodborne non manca di creature mostruose che ci faranno strillare per l’orrore non appena la loro forma si paleserà davanti agli occhi dei malcapitati. In verità, potremmo stilare un elenco di creature più terrificanti già soltanto servendoci del titolo di FromSoftware come fonte, e ne verrebbero fuori innumerevoli abomini.

Ludwig e il Rinato sono alcuni tra i boss che più ci hanno fatto rabbrividire per il loro angosciante aspetto, ma a portare la corona ha casa è l’Orfano di Kos, inquietante ibrido Grande Essere, dalla forma umanoide o più che altro scheletrica. Questo boss del DLC The Old Hunters combatte utilizzando la placenta come arma principale. Da essa, l’Orfano staccherà pezzi di carne da lanciare al suo avversario. Si distingue dai sopra menzionati per la sua incredibile agilità e velocità nell’azione.


Insomma, questo nemico potente riesce perfettamente a fondere, più di qualsiasi altro all’interno del gioco, una forma grottesca e inquietante, con un combattimento dinamico che lascia pochissimo spazio d’azione e reazione al Cacciatore. L’orfano sì che sa come essere vomitevole e implacabile allo stesso tempo, dimostrando che non bisogna per forza essere lenti per esseri così orribili da apparire negli incubi dei videogiocatori la notte!


 

2. Baby (Resident Evil Village)


L’unica cosa più inquietante di una creatura mostruosa con una bocca gigante all’interno di uno spazio claustrofobico che lascia poche vie d’uscita è… Baby. In sintesi, tutto ciò che abbiamo appena citato ma sotto forma di un feto deforme che muore dalla voglia di stritolarci di coccole in maniera un po’ particolare: ingerendoci.


Resident Evil Village è probabilmente uno dei capitoli meno spaventosi della popolarissima saga di CAPCOM, se non per la terrificante ambientazione di Casa Beneviento, una villa colma di giochi psicologici e terrificanti allucinazioni che si discostano dal genere survival horror improntato all’azione per rincorrere una paura più profonda, più radicata in fobie reali, ispirata forse in parte al distante Silent Hill.

Baby fa la sua comparsa dopo che avremo risolto un enigma che ci costringe ad esplorare un manichino pensato per corrispondere metaforicamente al cadavere della moglie del protagonista, Ethan Winters, non appena le luci della casa si saranno spente e le pareti diverranno tinte di un rosso denso e buio. La creatura sbucherà all’interno di uno stretto corridoio, pronunciando le graziose parole ‘dada’, ‘mama’ e ‘yummy’, e inseguendoci mentre cerchiamo di sbloccare l’ascensore che dovrebbe riportarci in superficie e lontano da questa forse allucinazione.


Nel contesto del gioco, Baby diventa ancora più disturbante: Ethan Winters ha infatti da poco scoperto che uno degli oggetti che ha collezionato da uno dei principali Boss della trama, altro non è che il contenitore di una parte del corpo della sua bambina neonata, Rose Winters. Village si serve astutamente della turbante rivelazione, dando alla luce un mostro che si nutre in parte delle nostre paure, in parte del dolore e dell'ansia del protagonista.


Chiaramente, poiché il gioco vuole snaturare la sua indole action in questa fase, e siccome siamo alle prese con un tenero infante, per l’intera permanenza nella House Beneviento saremo privi di qualsiasi tipo di arma. L’unica nostra difesa sarà la fuga.

 

1. Wendigo (Until Dawn)


Immaginate di acquistare Until Dawn di Supermassive Games con l’aspettativa di trovarvi di fronte ad un potenziale omicida umano che si diverte ad eliminare il cast di giovani protagonisti. Se questa era la vostra iniziale idea, anche voi vi sarete scontrati con una sgradevolissima sorpresa: i vostri reali nemici – l’ostacolo alla sopravvivenza fino all’alba – sono i Wendigo.


Sulla cima della Blackwood Mountain, questi mostri - come da leggenda nativo-americana – erano umani e sono ora posseduti dallo spirito del Wendigo, che li spinge a nutrirsi di carne umana. In questa terra, ormai maledetta dall’atto di cannibalismo di alcuni minatori, nutritisi dei propri compagni per sopravvivere all’interno della miniera dopo un crollo, i protagonisti saranno raramente armati e si confronteranno con una creatura immensamente più forte ed agile di loro.

Il Wendigo è orribile, sfigurato e terrificante. La sua anatomia è deforme, con arti lunghi che gli permettono di coprire le distanze in un battito di ciglia, uno strato di carne sottilissimo che rivela la maggior parte del suo scheletro, occhi vuoti che non posso guardare. Il mostro è rapidissimo e la sua cecità non fa altro che aumentare l’ansia del giocatore: il gioco richiede più volte di restare completamente immobili, pad alla mano, perché alla minima percezione di movimento dei nostri arti nella vita reale, il Wendigo decapiterà o squarterà i protagonisti.


Ad aggravare uno già inevitabile stato d’ansia, i protagonisti di Until Dawn non sono familiari col concetto di checkpoint e morte provvisoria tipico dei videogiochi: una volta che il giocatore si è mosso di un solo centimetro e ha causato la morte violenta e terribile di un personaggio, questo sarà effettivamente e definitivamente morto per la trama.


Il Wendigo si è aggiudicato questa classifica grazie alla sua abilità di spaventare ben oltre il tempo di gioco: si è infatti manifestato per mesi negli incubi di chi vi parla, accompagnato dalla schermata che richiedeva di compiere una scelta a tempo per decretare la sopravvivenza o la morte. Decisamente un mostro indimenticabile.


 

Queste sono le creature che più hanno lasciato il segno nella nostra mente, quelle che non ci hanno fatto dormire la notte o sulle quali era difficile mantenere gli occhi incollati se non per la consapevolezza che distoglierli equivaleva a morire all’istante.


Siete d’accordo? Quali sono i mostri che più vi hanno terrorizzati nella vostra esperienza videoludica?

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