Recensione: The Last of Us Part I, un costoso remake
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Recensione: The Last of Us Part I, un costoso remake

Un prezzo premium per un Remake della Remastered di un gioco per Playstation 3...

 

The Last of Us è indiscutibilmente un capolavoro, un titolo ben realizzato che già ai tempi di Playstation 3 è stato giustamente sulla bocca di ognuno di noi ed acclamato da tutta la critica.


Il problema, per molti, sta proprio qui: l'originale The Last of Us ha poco meno di dieci anni ed è già stato seguito da una rimasterizzazione per PS4 intitolata, ovviamente, The Last of Us Remastered, ed oggi (a mio modesto parere sì, per sfruttare le potenzialità di PS5, ma anche per cavalcare l’infinito successo del titolo che a momenti avrà anche una serie TV dedicata, che potrebbe a sua volta giovare da questo rilancio), Sony ha rilasciato The Last of Us Part 1. Senza girarci troppo attorno, in termini di trama questo è lo stesso titolo Playstation 3 a cui avrete giocato già molte volte, migliorato graficamente e con un prezzo che è in linea con quelli dei nuovi titoli tripla A.

La trama la conosciamo tutti: The Last of Us narra la storia di Joel ed Ellie, un sopravvissuto e una ragazzina in un mondo devastato da un'epidemia che ha distrutto l’intera civiltà. Assumendo il ruolo di Joel, viaggerete alla ricerca di risposte e una vita migliore, il tutto mentre farete del vostro meglio per proteggere Ellie di fronte a un mondo implacabile.


Giocando per la maggior parte del tempo nei panni di Joel, in una visuale in terza persona, esplorerete un’America post-apocalittica, di solito accompagnato da almeno un compagno controllato dall'IA, per poter mettere insieme i pezzi su come è nato questo mondo. Sarete costretti a combattere altri sopravvissuti o, peggio ancora, gli esseri zombiformi che hanno rovesciato questo mondo.

L’arsenale di Joel sarà composto nel corso dell’avventura da una vasta scelta di armi, ma ciò che ha sempre caratterizzato l’ambiente è l’utilizzo degli oggetti di scena come bottiglie e mattoni, ed elementi craftabili coi quali si possono potenziare armi “usa e getta”, come mazze e tubi, e creare oggetti come Medikit e coltelli (quest’ultimi utili sia per uccidere gli zombi in modo stealth che per accedere a porte chiuse che quasi sempre contengono rifornimenti utili).


Naughty Dog si è scrupolosamente impegnata a portare The Last of Us ai tempi nostri in termini di grafica; infatti, il modello di Ellie sembra lo stesso utilizzato da The Last of Us Part 2 nelle sequenze di flashback. A prima vista, The Last of Us Part 1 sembra buono, se non migliore, di qualsiasi altro titolo Playstation 5 attuale. L’utilizzo delle luci negli scenari e le sequenze di filmati che suddividono i vari capitoli sono i punti cardine in cui questa rimasterizzazione brilla, con modelli, animazioni ed espressioni facciali estremamente realistici.

Purtroppo, c’è da dire che il gameplay non ha ricevuto lo stesso trattamento. Nonostante siano state fatte delle promesse sul fatto che il comportamento dell'IA sarebbe stato migliorato, noterete immediatamente dei momenti in cui il tuo NPC alleato esce sconsideratamente all'aperto proprio di fronte a nemici umani o zombi... pecca già riscontrata anche nel 2013 su PS3; per fortuna, ciò non influisce gravemente sull’esperienza ora come non lo faceva nemmeno allora.

Il vero problema con questa versione è che i tempi di gioco si allungano considerevolmente senza alcun motivo. Alcuni segmenti nel gameplay non particolarmente necessari, come quelli d’infiltrazione in ​​passaggi stretti, atti a camuffare il caricamento dell’area successiva da esplorare, risaltano subito ora che il gioco gira su SSD e non necessiterebbe bisogno di tali barriere artificiali.


Degni di nota sono la (finalmente!) correzione del comportamento degli Stalker, una classe di infetti della quale, a parte in The Last of Us Part 2, conosciamo solo per sentito dire, e la completa compatibilità con il DualSense. Gli Stalker sono infetti che di norma si nascondono negli angoli più scuri dell’ambiente circostante ed al momento opportuno ci colgono alla sprovvista, ove prima si comportavano come dei normalissimi Clicker.

Già nel 2014 non ero per nulla entusiasta del fatto che Sony avesse subito rimasterizzato The Last of Us, cavalcando strategicamente una popolarità che è stata nuovamente sfruttata su PS5. Tuttavia mi sono dovuto ricredere, in quanto il successo che ha avuto il titolo aveva più senso di essere sfruttato da PS4, che tutt’ora conta una fetta di mercato considerevole. Ma oggi che di PS5 non se ne trovano così facilmente (se non cedendo alle vili lusinghe dei bagarini) mi ritornano in mente gli stessi presentimenti avuti in passato. A dar forza alla mia tesi, come se non bastasse, c’è da rettificare che chiunque abbia una PS4 ha già giocato a The Last of Us, o almeno avrebbe dovuto.


Questi motivi bastano e avanzano per spiegare l’indignazione da parte dei consumatori che entrano nel loro amato negozio e trovano negli scaffali un gioco già uscito due generazioni scorse al costo di uno nuovo di zecca. Ma, cercando di essere onesti con noi stessi, di lavoro dietro al remake ce n’è stato… si nota già nelle prime ore di gioco ed sarebbe da ipocriti non riconoscerlo.


Quindi la situazione è la seguente: se siete tra i pochi che possiede una PlayStation 5 e non avete mai giocato a The Last of Us, avete sia l’opportunità di sfruttare la potenza della vostra console godendovi uno dei giochi che ha fatto la storia del mondo videoludico, che la possibilità di giocare il titolo con qualche compromesso grafico in versione PS4 ma risparmiando un bel gruzzoletto per qualche altro gioco (The Last of Us Remastered per PS4 lo si trova anche a 10€ rispetto agli 80€ di TLOU Part I su PS5).

Che spendere quei soldi possa valerne la pena o meno è un parere soggettivo. Non biasimo chi si rifiuta categoricamente di acquistarlo né chi decide di portarlo a casa a mani basse. Ciò che è oggettivo è che ci troviamo al cospetto di una versione migliore di un gioco già incredibile di suo, cosa che non può passare in secondo piano per colpa di una scelta di marketing opinabile.

Voto: 9+

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