A Plague Tale Requiem, cosa ci aspettiamo dal nuovo lavoro del team Asobo?
Una piccola analisi su cosa vorremmo vedere nel nuovo lavoro di Asobo Team

A pochi giorni dall'uscita del seguito di A Plague Tale: Innocence, una produzione indipendente di Asobo Studios che ha saputo confezionare una delle narrazioni più appassionanti e coinvolgenti della precedente generazione videoludica non potevamo non soffermarci sugli aspetti videoludici che vorremmo vedere nel prossimo capitolo. A Plague Tale non ha mai nascosto la sua origine di progetto indipendente, ma è proprio la sua natura da gioco non tripla A che ha stupito l'utenza videoludica e ha evidenziato l'eccellente attitudine narrativa della software house francese. A due anni dall'uscita del primo capitolo, durante la conferenza Microsoft all'E3 2021, è stato annunciato il seguito con il titolo "A Plague Tale Requiem" che uscirà su PlayStation 5, Xbox Series X/S, Nintendo Switch, Microsoft Windows il 18 Ottobre.

Ma cosa ci aspettiamo da questo capitolo? Quali aspetti videoludici del primo capitolo vorremmo vedere migliorati in questo seguito?
Partendo dalla componente narrativa che risulta essere il punto forte della produzione, bisognerebbe un attimo soffermarsi sulla parola ‘Requiem’ che si identifica nella preghiera più comune da rivolgere ai defunti. Proprio da questa terminologia bisognerà capire l'impatto della tematica del lutto, se essa viene intesa sulle perdite che Amicia e Hugo hanno avuto nel primo capitolo o se invece fa riferimento al clima di distruzione e morte che accompagnerà i due fratelli negli eventi. La Francia del 1348, in piena guerra dei cent'anni e afflitta dalla diffusione della peste nera, l’alchimia e il soprannaturale sono stati il contorno di una narrazione ben riuscita. Pertanto, in Requiem ci aspettiamo un'esponenziale crescita psicologica dei due fratelli e la consapevolezza di aver abbandonato l'innocenza fanciullesca che caratterizzava il primo capitolo.

Anche dal punto di vista della regia, Innocence è stato abbastanza convincente, anche se le espressioni facciali sono ritenute troppo lineari per un videogioco portato principalmente per la narrazione e qualche scena di intermezzo è sembrata essere un po' sottotono rispetto al contesto narrativo. Il passaggio e l'esclusività del titolo limitato alla next-gen fa ben sperare e già nel trailer di presentazione si evince un maggior impatto visivo e comunicativo nelle animazioni e nei volti dei personaggi. Ovviamente, il tutto dovrà essere giudicato a prodotto finito e riportato sul motore di gioco, ma per ora ci sembra che ci sia stata molta più accuratezza per la componente registica.

Per quanto concerne il punto di vista del gameplay, di certo non si può dire che il gameplay del primo capitolo abbia rivoluzionato il genere, anzi le dinamiche stealth con all'interno enigmi a puzzle sono risultate basilari, ma allo stesso tempo funzionali al contesto narrativo. Se in Innocence potevamo contare sulla nostra fionda e su qualche intruglio magico, in Requiem ci aspettiamo un maggior utilizzo dell'alchimia e più armi a nostra disposizione - già nel trailer si evince che Amicia dovrebbe avere a disposizione un coltello e una balestra, pertanto si pensa che non verranno introdotte delle meccaniche di combattimento corpo a corpo, ma ci sarà sempre un approccio furtivo e silenzioso necessario per progredire nelle aree di gioco. Proprio queste ultime necessiterebbero di essere più vaste e di una maggior libertà di esplorazione.

Alla luce di quanto esposto, sembra chiaro che in Requiem vorremmo maggior libertà di azione e una conseguente verticalizzazione degli spazi esplorabili. Il primo A Plague Tale ci aveva stupito anche per la curiosa e massiccia presenza dei ratti che simboleggiavano la distruzione e la Peste e che spesso facevano da contorno in molti enigmi necessari per proseguire. Proprio la presenza dei ratti e i loro movimenti macchinosi e robotici non ci hanno convinto a pieno e spesso sembravano essere un contorno stonato a quella che era l'ambientazione. Considerando i nuovi hardware e le esperienze vicine al fotorealismo, ci aspettiamo che Asobo possa aver spinto l'acceleratore anche su questi particolari visivi e possa rendere definitiva l'esperienza con il secondo capitolo. Ci fa ben sperare quanto abbiamo visto nel trailer, nel quale viene mostrato movimento molto più fluido dei ratti e una maggiore interazione con l'ambiente che li circonda.

Altro aspetto che vorremmo vedere nel seguito è una maggiore intelligenza artificiale del nemico, che tornando al discorso fatto poc'anzi, potrebbe richiedere la diversificazione dell'approccio stealth e dell'arma da utilizzare.

Dal punto di vista musicale, il compositore Olivier Deriviere ha pubblicato in anteprima un brano della colonna sonora di A Plague Tale: Requiem accompagnando il video con le seguenti parole "A Plague Tale Requiem risveglia questioni molto personali. Tutti sono feriti, in un modo o nell’altro. Dobbiamo tutti fare i conti con la nostra sofferenza. Il gioco esplora questioni esistenziali come questa attraverso Amicia e questa musica tratta dalla colonna sonora. Mancano 18 giorni."
Pertanto, si darà una continuità anche all'eccelsa qualità della scelta delle colonne sonore che sapranno introdurci in modo adeguato alle atmosfere dell'opera videoludica.
Insomma, sostanzialmente sono queste gli aspetti che Asobo dovrà confermare e migliorare nella pubblicazione di A Plague Tale Requiem, soprattutto in virtù del fatto che parliamo di un team talentuoso capace sia di realizzare contenuti narrativamente avvincenti, sia di destreggiarsi tra le limitazioni tecniche.
Ovviamente attendiamo i tempi giusti per poter dire la nostra e tirare le somme di quanto prodotto dal team francese, ma possiamo confermarvi che siamo fiduciosi e non vediamo l'ora che arrivi il 18 Ottobre!