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Clair Obscur Expedition 33: il dibattito sul 'finale buono'

A oltre cinque mesi dall’uscita di Clair Obscur Expedition 33, analizziamo il dibattito che ancora accende la rete sui finali del gioco: qual è la scelta giusta? qual è il ‘finale buono’?

Quando Clair Obscur Expedition 33 è finito tra le mani dei videogiocatori, ha innescato un processo che forse, ai nostri tempi, è diventato difficile innescare: il passaparola. Il primo videogioco sviluppato da Sandfall Interactive si è diffuso come un’epidemia, spargendo le sue macchie di pittura ben oltre il tradizionale pubblico dei giochi di ruolo a turni. Rompendo questa barriera, si è trasformato in fenomeno di rete, il luogo dove spesso nascono le più accese (e non sempre civili) discussioni di confronto.


Al centro dei confronti su questo gioco spesso c’è il finale di Clair Obscur, che metteremo sotto la lente d’ingrandimento in questa analisi. È chiaro, dunque, che sconsigliamo la lettura a chiunque non abbia ancora completato il gioco, poiché l’articolo conterrà enormi spoiler riguardanti i momenti finali del gioco.


clair obscur expedition 33

In questa sede ci chiediamo: qual è il ‘finale buono’ di Clair Obscur Expedition 33?


Molte persone sostengono che uno dei finali lo sia, ma potrebbero sbagliarsi. Analizziamo i finali, tenendo a mente la dialettica che il gioco utilizza per proporci la scelta, e quale sia la tematica principale di questo meraviglioso JRPG.


La scelta finale: Verso o Maelle


Nella sua interezza, Clair Obscur non è un gioco che ci pone molte scelte durante il viaggio. Abbiamo sì delle opzioni di dialogo, ma nella maggior parte dei casi, queste ci portano unicamente a diversi scambi di battute tra i personaggi. Questo fino al momento finale, in cui ci viene imposto di compiere una scelta: combattere nei panni di Verso contro Maelle oppure nei panni di Maelle contro Verso. Scegliere di combattere come uno dei due personaggi, significa automaticamente ottenere il suo finale alla fine della sfida.


Il finale di Verso: la cancellazione della Tela


Se il giocatore dovesse scegliere di combattere nei panni di Verso, lo farà tenendo a mente il suo obiettivo: il Verso dipinto non vuole più vivere in una vita in cui sa di essere una copia del Verso reale, in cui il frammento di anima di Verso è costretto a dipingere la Tela all’infinito, in cui la famiglia del Verso reale - della quale lui ha i ricordi per volontà di Aline - si rifugia nella Tela piuttosto che affrontare il dolore della morte del Verso reale. In poche parole, il Verso dipinto ha lo scopo di cancellare l’unica Tela di Verso, ossia il mondo di gioco di Clair Obscur e tutti coloro che sono dipinti al suo interno.


La cancellazione della Tela ha come conseguenza un finale in cui la famiglia Dessendre si riunisce nell’elaborazione del lutto presso la tomba di Verso. Sono di nuovo insieme, non più rinchiusi per fittizi decenni in una Tela. Benché non siano più intenti a combattersi, tuttavia, delle ombre rendono questo finale comunque oscuro: Renoir e Aline sono riuniti nel dolore, ma non tutti i problemi della loro famiglia si sono sanati; Clea e Alicia sono ancora distanti come noi mai. Alicia vive ancora nello stigma di aver causato la morte di Verso, gravemente sfigurata dall’incidente, incapace di parlare.


verso clair obscur expedition 33

In questo finale, con la scomparsa del Verso dipinto e della Tela del Verso reale, la famiglia Dessendre, dalla quale tutto si è originato, giunge alla fine del proprio ciclo. La spirale di dolore causata dalla morte del Verso nel mondo reale giunge ad una fine, e l’unico dolore che resta è quello che i Dessendre devono affrontare senza più rifugiarsi o nascondersi in qualcosa di creato (attenzione, non a caso utilizziamo il termine ‘creato’ piuttosto che ‘finto’; il gioco ci tiene a non usare mai quella parola, a differenza di molti utenti e videogiocatori, e c’è un perché che vedremo più avanti).


Indubbiamente, venire a patti con la perdita di una persona amata piuttosto che fuggire dalla verità è una scelta più sana e potrebbe da alcuni essere intesa come il ‘finale buono’. Ma per chi esattamente è buono questo finale? Per Aline e Renoir, che sono nuovamente l’una tra le braccia dell’altro. Per il Verso dipinto, che non voleva più vivere una vita divisa in due. Forse, nel lungo termine, questo finale sarà sano anche per Alicia e Clea. Insomma, il finale di Verso è un finale in cui è l’unione della famiglia Dessendre a beneficiare della scelta.


Ma il mondo nella Tela? Tutti i personaggi, le creature, che ci hanno accompagnati finora? E, soprattutto, il mondo in cui Aline ha fatto vivere Alicia nei panni di Maelle fino all’adolescenza? 


Quando giungiamo al momento della scelta, Clair Obscur Expedition 33 non ci chiede di decidere il destino della famiglia Dessendre. ‘Scegli il destino della Tela’. Queste parole non sono casuali.


Il finale di Maelle: una vita a dipingere


Decidere di combattere nei panni di Maelle, significa scegliere la sopravvivenza della Tela. In questo caso, Alicia continuerà a vivere nei panni di Maelle e a dipingere finché ne avrà le forze, mantenendo viva la creazione del fratello Verso, riportando in vita gli abitanti della Tela che non ci sono più, modificando il Verso dipinto in modo che possa invecchiare e suonare nell’Opera di Lumière come desiderava un tempo.


maelle clair obscur expedition 33

In questo finale, come quello di Verso, c’è del chiaro e dello scuro: rifugiandosi all’interno della Tela, Alicia rischia di essere consumata dalla stessa e di non affrontare mai il suo dolore per la perdita di Verso. Poiché i Pittori, creatori di Mondi, sembrano essere come delle divinità all’interno delle loro Tele, Alicia potrebbe non affrontare a viso duro mai nessuna perdita di alcun tipo: Sophie è di nuovo in vita, Gustave è di nuovo in vita, il marito di Sciel è di nuovo in vita. Che valore dovrebbe avere la vita se Maelle/Alicia può cancellare la morte dipingendo ancora e ancora ed ancora? Indubbiamente si tratta di un finale buio, in cui il Verso dipinto sembra quasi costretto dall’opera in corso di Alicia – che sta dipingendo proprio mentre lui la guarda – a suonare.


Tuttavia, questo è soltanto il punto di vista dei Dessendre.


Il gioco ci chiede al momento della scelta di decidere il destino della Tela.


Nel finale di Maelle, la Tela non è mai distrutta. Nel finale di Maelle, gli abitanti della Tela non sono gittate di pennello senza valore. Nel finale di Maelle, il mondo di gioco dove il giocatore ha vissuto, si è divertito, ha sofferto per decine di ore non è semplicemente l’oggetto di una disputa familiare causata dal dolore della perdita. Nel finale di Maelle, si riconosce che la Tela è viva.


La fuga dalla realtà: quando l’escapismo diventa nocivo


Dalla rappresentazione della famiglia Dessendre, è chiaro che il gioco non ha intenzione di lodare la fuga dalla realtà: la scelta di Aline di rinchiudersi e dipingere nella Tela ha avuto effetti devastanti sul clan di Pittori, forse quasi tanto quanto la morte di Verso stessa. Renoir è distrutto, addolorato non solo dalla perdita del primogenito, ma anche da quella della moglie, contro la quale lotta da sessantasette anni all’interno del Monolito al solo scopo di riportarla indietro, e dalla consapevolezza di aver coinvolto prima Clea e poi Alicia nella loro lite che sembra eterna.


clair obscur expedition 33

La famiglia è distrutta dal mancato confronto con la perdita di Verso, ne esce fuori a pezzi che sembrano non poter essere rimessi insieme se non abbandonando il mondo che Verso aveva creato da ragazzo, la sua unica Tela. La morte di Verso ha generato una spirale di dolore senza fine che si ripercuote non solo sulla famiglia ma anche sugli abitanti di Lumière all’interno della Tela, poiché la loro distruzione attraverso il Gommage stessa è una conseguenza delle scelte di Renoir e di Aline.


È chiaro che un messaggio di fondo c’è, se la storia viene vista dal punto di vista dei Dessendre: ignorare questo dolore, ignorare la perdita invece che confrontarla, non farà che separarli ulteriormente, distruggere i legami che possono ancora essere ricuciti, a differenza di ciò che è per sempre perso, la vita di Verso.



In termini razionali e psicologici, il finale di Verso è sicuramente giusto perché spinge i Dessendre a confrontarsi con la morte del vero Verso ed accettarla. Ma questo finale tiene conto della soggettività dell’elaborazione del lutto? Considera che, forse, i sessantasette anni fittizi che Aline ha passato all’interno della Tela erano proprio il tempo di cui necessitava per poter elaborare il dolore più grande che esista, una madre che perde un giovane figlio? La famiglia Dessendre riuscirà, dopo l’accettazione della morte di Verso, a perdonare Alicia – che la incolpino consciamente o meno – o la vita fuori dalla Tela sarà di nuovo un incubo per lei?


Di certo, questo non si può definire un finale buono.


È cinico, realista, per alcuni ‘sano’ - ma non di certo buono.


La responsabilità della creazione: la Tela non è finzione


Nonostante ciò che spesso si legge in rete per qualche motivo, Clair Obscur è molto attento ai termini che vengono utilizzati per descrivere la Tela: le cose al suo interno sono dipinte, specchi della realtà, ma mai finte. Non c’è un solo momento all’interno del gioco in cui il dipinto di Verso venga definito come un qualcosa di vuoto, senza vita. Seppur non si scenda mai nel dettaglio su come funzionino i poteri dei Pittori, Renoir stesso appunta che lui e Aline, nel corso della loro vita, insieme hanno creato centinaia di mondi. Questa terminologia assimila l’arte alla creazione.


L’arte, infatti, è vita, passione, sentimenti, emozioni. I colori, l’intensità delle pennellate, la struttura del disegno o la mancanza della stessa alla base, non solo rappresentano ciò che è dentro chi dipinge ma, come chiarisce di nuovo Renoir, lo riflettono. Non esiste un momento all’interno del gioco in cui venga affermato che gli abitanti di Lumière non siano esseri senzienti. Piuttosto, viene sempre specificato che essi non esistono al di fuori della Tela. Ma all’interno della stessa?


Non c’è bisogno di indagare per avere una risposta a questa domanda perché possiamo rispondere noi stessi: in qualità di giocatori noi abbiamo vissuto la Tela e i suoi abitanti. La tristezza di Gustave per la perdita di Sophie e il rammarico per non essere stati più a lungo insieme era forse finto? Il dolore causato dalla morte di Gustave ci sembra forse una qualche blanda simulazione? Lune, Sciel, perfino il Verso dipinto che dichiara che ‘questa non è vita’ non sono persone? 


clair obscur expedition 33

Cosa è reale e cosa non lo è? Quanto diritto si ha, dopo aver creato la vita, di distruggerla? Se dichiariamo che non c’è alcun problema con i Pittori che distruggono i mondi che hanno dipinto, allora ciò non equivarrebbe a dire che un Dio ha diritto a distruggere l’universo che ha creato quando ne è stanco? Se seguissimo una qualsiasi logica creazionista – che è al cuore di Clair Obscur, perché l’arte è creazione - le vite create da qualcun altro non hanno valore o senso di esistere?


La famiglia Dessendre si riunisce dinanzi alla tomba di Verso in questo finale, eppure possiamo davvero considerarci soddisfatti dallo stesso? Guardando Lune che si siede a terra e guarda Verso con uno sguardo raggelante, lei che fin da bambina è stata educata ed indirizzata verso la Spedizione per portare a compimento quella missione ed evitare che altri morissero e che ora deve vedere tutti cancellati, ci sentiamo di aver fatto la scelta giusta? Costringendo un’adolscente che ha perso suo fratello, ha poco da vivere, e viene incolpata dalla maggioranza della sua famiglia della perdita che li ha separati ad affrontare il lutto come un uomo adulto dipinto decreta, ci sentiamo forse comprensivi?


Questo neanche si può definire un finale buono.


La realtà dietro la scelta: il lutto è personale


La verità, considerati i pro e i contro, è che Clair Obscur Expedition 33 non ha un finale buono. Chiunque vi dica il contrario, purtroppo, vi mente, forse in mala fede; forse perché il gioco è così intimo e brutale che si sente la necessità di dover giustificare la propria scelta (il che complimenta i finali, perché nessuno dei due lascia il giocatore senza rimorso). Ad affermarlo è Jennifer Svedberg-Yen, lead writer del gioco, che ha specificato che ‘entrambi i finali sono dolceamari, entrambi hanno valore e spezzano il cuore’.


Due sono i temi principali che conducono alla scelta: il confronto con il lutto e la responsabilità della creazione. Essendo queste due tematiche entrambe particolarmente soggettive, è chiaro che non esista una definitiva risposta corretta. Come viene affrontato il lutto è una questione estremamente personale, e nel momento in cui vi viene chiesto del destino della Tela, voi stessi state decidendo come affrontare l’imminente lutto: guardare tutto ciò che avete amato per decine di ore svanire nel nulla. Come viene affrontata la responsabilità della creazione è un tema ancora più complesso: ci assumiamo la responsabilità di ciò che creiamo? Diamo ad esso un giusto valore? È per noi stato solo esperienza, o rappresenta qualcosa che vale la pena preservare. Un chiaroscuro morale, insomma.


clair obscur expedition 33

Il senso di colpa che pervade il giocatore dopo la scelta e dopo aver visto il finale, qualunque esso sia, testimonia che non esiste una risposta definitiva, ma semplicemente bisogna far i conti con le conseguenze delle proprie decisioni nella vita, anche quelle che riteniamo giuste proprio perché esse non sono esenti da implicazioni, anche sulla vita altrui, solo perché noi le valutiamo come l’opzione corretta. Svedberg-Yen stessa aggiunge: ‘alla fine, la scelta è vostra. E il finale e le conseguenze sono vostre’ perché sono basate sull’interpretazione personale che diamo a tutto ciò che esiste in Clair Obscur Expedition 33.


Renoir stesso afferma che l’arte può essere uno specchio e può essere una finestra, e tutto ciò che è arte, al di là dell’intento del creatore, è interpretato, vissuto e sentito soggettivamente da chi guarda. 


Proprio per questo motivo, Clair Obscur Expedition 33 non ha alcun finale che sia buono o cattivo. Ci sono solo emozioni, scelte e conseguenze.


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