Ecco cosa stai sbagliando nel tuo approccio ai soulslike
top of page

Ecco cosa stai sbagliando nel tuo approccio ai soulslike

Aggiornamento: 10 ott 2023

Sono i soulslike ad essere troppo difficili, o è il giocatore che si è appena approcciato al genere che ha difficoltà a tradurne il linguaggio e comprendere l’approccio richiesto dal titolo? Alcuni errori sono ricorrenti, e potreste essere colpevoli di qualcuno di essi.

 

Coloro che hanno tentato di varcare la terrificante soglia dei soulslike negli ultimi anni lo sanno bene: entrare nei meccanismi di gioco di questo genre unico, spogliarsi di tutto ciò che conosciamo grazie alle nostre esperienze videoludiche precedenti, stringere i denti in un contesto in cui i titoli che spaccano il mercato diventano sempre più semplici ed intuitivi non è facile.


Più volte i videogiocatori più incuriositi e motivati si sono ritrovati a sbattere il muso contro la difficoltà di un soulslike al quale non sono abituati, ma, a loro insaputa, non è la logica punitiva di questo genere a rendergli ostico l’accesso: i giocatori non riescono, spesso, ad entrare nei souls perché non hanno capito quali parti della citata conoscenza acquisita nel corso degli anni devono sacrificare in favore di un nuovo metodo.

Con il termine Souslike si fa riferimento ad un'intera categoria di titoli ispirati e facenti parte della serie Soulsborne ideata da FromSoftware e Hidetaka Miyazaki. Caratterizzati da una narrazione poco intuitiva e frammentaria che richiede al giocatore lo sforzo creativo di immaginarne i collegamenti e costruirne la lore, queste avventure di origine Action RPG sono note per la loro logica di Trial and Error, assenza di mappa e ambientazioni apocalittiche e ostili.

I soulslike non sono troppo difficili per voi che leggete. State soltanto sbagliando completamente l’approccio.


Oggi vi spiegheremo in pochi punti per quale motivo vi sentite incapaci di proseguire in questa tipologia di giochi e sì, vi indicheremo esattamente dove state compiendo questi errori.

Dark Souls III

L’esplorazione non è esperienza, ma osservazione e raccolta


La prima scissione importante che bisogna fare è quella tra esplorazione e level up. Chiaramente, nelle giornate migliori – quelle in cui siamo così in forma che i tasti si premono da soli e il tempismo è perfetto da sé in ogni scontro – il risultato che possiamo ottenere è quello di esplorare, avanzare negli spazi e allo stesso tempo portare a casa un sufficiente numero di punti esperienza da consentire lo sviluppo del personaggio.


Non sempre è così, però.


Alcune delle vostre ore di gioco saranno dedicate alla raccolta di oggetti e la fuga: non tutti i nemici vanno abbattuti ogni singola volta che tornate al falò / la lanterna / qualsivoglia punto di respawn. Non tutti i nemici in un soulslike sono essenziali (un punto su cui torneremo a breve) e quando vi troverete in una nuova area dovrete esplorarla per:

  1. raccogliere oggetti utili allo sviluppo delle armi o essenziali per affrontare i nemici più ostici in futuro;

  2. scoprire come sbloccare l’area successiva;

  3. se proprio siete coraggiosi e avete preso dimestichezza col gioco, scoprire i segreti e le opzionalità dell’area – uno step che vi consigliamo in via successiva, dopo aver ottenuto un minimo di confidenza col genere.


Questo significa eliminare soltanto i nemici di cui non possiamo fare a meno, correre fino al punto precedentemente raggiunto (ossia quello in cui probabilmente siamo morti), recuperare l’esperienza. Stavolta avrete sicuramente stanze in meno da esplorare, fondamentali scorciatoie già sbloccate, potrete procedere più svelti. Avrete tutto il tempo e il comfort del mondo per tornare sui vostri passi e dedicarvi al combattimento una volta sbloccato il punto di respawn successivo.

Combattimento mostrato in Steelrising

Quello che bisogna capire per avanzare in un soulslike senza sentirsi anime perse e sfilacciate da ambienti e creature ostili è in primo luogo questo: esplorazione e lotta per la sopravvivenza dovrebbero essere momenti diversi per i neofiti.


Scoprire, scappate, scoprite ancora, ed allenatevi in altri momenti.


Non tutti i nemici sono essenziali


Ritorniamo su questo punto e vi prendiamo gentilmente le guance tra le mani, per scuotervi appena un po’ mentre ci ascoltate attentamente: non tutti i nemici di un soulslike sono essenziali.


Quegli esseri zoppicanti armati che vi inseguono e che avete già ucciso quindici volte nell’ultima ora? Corsa, e via. Non c’è alcun bisogno di fossilizzarsi su nemici che avete già abbattuto e che vi forniscono così poca esperienza che dovreste farmare per quattro ore per riuscire a salire di due livelli. Proseguire e andare avanti a costo di qualche dignitosa ritirata è la missione.


Se in molti videogiochi ottenete spesso il messaggio che vi invita esplicitamente a battere in ritirata davanti ad alcuni nemici perché ‘non c’è nulla di male a fuggire in alcun casi’, i soulslike ve lo comunicano in modo più spietato ed indiretto: uccidendovi ancora, ancora, ed ancora, senza alcuna pietà.

I temibili nemici di Elden Ring

Per non parlare dell’imponente nemico dall’aria di mini boss che vi guarda minacciosamente da lontano: vi sta fissando? Evitate il suo sguardo. Giratevi altrove. Scappate. Questo tipo di nemici non devono essere una prova ma una ricompensa. Tornerete a loro quando vi sentirete abbastanza preparati da affrontarli in uno scontro entusiasmante e quando non avrete migliaia di punti esperienza da utilizzare sul piatto. Non ha senso bloccarsi a causa di un nemico facoltativo. Il concetto stesso di facoltativo dovrebbe escludere la possibilità di bloccarsi.



Insomma, i soulslike sono per natura più testardi di voi, quindi spetterà a voi superare la prova di maturità dicendo: ‘questa volta, guarderò dall’altra parte’.


Elementi RPG significa esattamente elementi RPG


Quando i soulsborne sono nati grazie a FromSoftware con il lancio di Demon’s Souls nel 2009, probabilmente era inteso che fossero una nuova sotto-tipologia del gioco di ruolo. Tuttavia, se questo pensiero poteva essere sensato dieci anni fa, di certo lo è più. C’è un motivo per cui è nata una categoria a parte per questi titoli ed è che benché abbiano palesemente conservato alcuni degli elementi dell’RPG tradizionale, tutto il resto ha poco a che vedere con il genere.


Il titolo che state giocando non vuole che voi sediate in una determinata zona a livellare per ore finché non sarate in grado di passare come un carrarmato sui nemici. La richiesta non riguarda i parametri del personaggio che diventano sempre più stringenti in termini di rapporto tra esperienza richiesta e il risultato ottenuto per lo scambio.

Lies of P e il suo mondo basato su Collodi

Piuttosto che potenziare il vostro personaggio nei suoi parametri base attraverso questi, considerate un elemento degli RPG che viene più spesso ignorato nei soulslike: il potenziamento delle armi e l’acquisto di oggetti di supporto in battaglia che vi consentiranno di sfruttare le debolezze dei nemici. Insomma, c’è un motivo per cui, nella maggior parte dei casi, in questi giochi la valuta di scambio corrisponde esattamente al materiale utilizzato per il level up.


In molti casi, un build intelligente, strategica e curata vi permetterà di andare avanti con più maestria di uno sviluppo di ore mirato.


Andate in pace, mai in guerra: memento mori


Esattamente come se fosse un platform esigente, il soulslike ha l’obiettivo di stremarvi ed innervosirvi. Non è un caso che la vostra run potrebbe cominciare con un bel sorriso sulle labbra, la migliore delle intenzioni e un umore completamente ottimista, per poi sfociare in tentativi goffi, evidenti risultati dello spazientimento al quale il gioco vi ha sottoposto. E bene, è forse il caso di ricordare che in questi giochi il concetto di sconfitta e morte stessi vanno assimilati con la saggezza e l’accettazione del più grande dei samurai.

Il meraviglioso rifacimento di Demon's Souls

Nei souslike, la morte non è la fine, ma parte del processo.


I temibili lupi di Bloodborne

Questi titoli ne sono pienamente consapevoli, ed anzi, ci lanciano chiari segnali di ciò. Un esempio lampante è quello che possiamo definire il ‘prologo’ di Bloodborne: il vostro risveglio, disarmati e deboli, nella Yharnam fatale del titolo non avrebbe alcun senso se non accompagnato dalla vostra prima morte. Infatti, prima della stessa, sarete completamente disarmati, e sarà soltanto attraverso la morte ed il sogno del Cacciatore che potrete ottenere l’accesso alla prima arma.


Non infuriatevi, se doveste fallire. Non pensatevi incapaci se doveste perire ancora, ed ancora, ed ancora. Il soulslike vuole che voi moriate, sa che non ve la caverete senza spargimenti del vostro stesso sangue. La natura ciclica del gioco risiede anche in questa consapevolezza: alla morte, la vita non finisce, ma comincia un nuovo ciclo.


Abbracciate l’inevitabile morte, lasciate che vi renda più forti, non più nervosi.

Contrariamente alle credenze popolari, i soulslike sono per tutti. Se è vero da un lato che il gioco adotta consapevolmente una logica punitiva volta a frustrare il giocatore, dall’altro è evidente che il problema nasce un po’ proprio da chi ha il pad alla mano: la paura del genere e la mancanza di consapevolezza ed esperienza rispetto alle sue peculiarità sono malvagie complici dei titoli. Dividere esplorazione e sviluppo della build in momenti distinti è essenziale per i neofiti; comprendere che non tutti i nemici vanno eliminati ad ogni respawn è un salvatempo e salvamente; riconoscere il momento in cui i nostri ‘punti esperienza’ sono più utili altrove, piuttosto che nell’aumento di livello è essenziale. Con qualche regola di base, i soulslike posso essere approcciati da chiunque.

Con queste premesse, vi lasciamo al nostro speciale su Bloodborne e i motivi per cui sarebbe il souslike perfetto per cominciare la vostra avventura nel genere.

0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page