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La generazione Playstation 4 per Deby

Lentamente ci stiamo avviando verso il tramonto della nostra amata Playstation 4, colei che ci ha accompagnato nelle nostre giornate nerdanti, colei che è sempre stata lì col suo confortante “bip” di accensione. Ora però si avvicina il momento, chi prima chi dopo, di dirle arrivederci e per certi addio.

È tempo di bilanci quindi!

Di seguito ho voluto elencare quelli che per me sono stati i giochi che più hanno segnato questa generazione, quelli che mi hanno divertito, emozionato o, perché no, fatto arrabbiare; i personaggi con cui più mi sono immedesimata e che mi hanno lasciato qualche insegnamento.


Cominciamo!!

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Oddworld: New ‘n’ Tasty!

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Potevo non citare uno dei miei giochi preferiti per PS1? ovviamente no! Per me è stato un graditissimo ritorno. Un remake fatto davvero in maniera eccelsa, Just Add Water ha fatto un ottimo lavoro per quanto riguarda il rimodellamento grafico dei personaggi, i colori belli sgargianti ed i giochi di luce ombra famosi in questo in titolo. Parlo di quei meravigliosi paesaggi che si stagliano una volta usciti dalla RuptureFarms, già all’epoca erano degni di nota, ma ora davvero sono sensazionali.

Mi ricordo ancora quando nel lontano 1997 ci giocai la prima volta: avevo 8 anni ed ancora i miei genitori controllavano che giochi potevo avere oppure no. Abe me lo presero solo però con l’accortezza di giocarci in loro presenza perché comunque come sapete non è che sia proprio poco violento a tratti, soprattutto per una bimba di quella età. Per cui quando nel 2014 uscì questo remake, lo scaricai subito per potermi di nuovo immergere in questo titolo a me tanto caro.


Final Fantasy VIII Remastered

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Anche qui si parla di un gioco del 1999 dei miei vecchi tempi con la Playstation 1. Mi ricordo ancora che erano ben 4 CD, ma non riuscii mai a finirlo perché il secondo disco era graffiato e mi fu impossibile andare avanti. Per cui potete ben capire che appena uscì la remastered lo scaricai subito. Non sono mai stata un'appassionata di questa saga: provai anche il VII ma non mi colpì molto; l’unico fu proprio questo capitolo. Che poi, quanto era bonazzo Squall, vogliamo parlarne?

L’unica cosa che non mi è molto piaciuta son i tre modificatori attivabili a piacere con le 2 levette analogiche: uno per velocizzare tutta l’azione in game, uno per disattivare gli incontri casuali e un ultimo per recuperare costantemente gli HP e attivare le mosse Limit Break che se ricordate erano disponibili solo quando il personaggio arrivava ad una soglia critica di punti vita. Capisco che così il gioco sia parecchio più facile ma si perde anche tutto il piacere di farcela con le proprie forze. Ovviamente ho dovuto farmi un ripasso delle varie Junction che come mi ricordavo non erano propriamente semplici, ed i vari Guardian Force e relative abilità.


Crash Bandicoot N-Sane Trilogy

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Quanto ho amato Crash! Come si fa a non amarlo?! La mascotte Sony per eccellenza è tornata in formissima, con tutti e tre i giochi originali assieme in un unico disco, con un restyling dei personaggi che consentito comunque di mantenere il look originale. Anche le difficoltà dei livelli son rimaste invariate, anche quello maledetto del ponte sospeso è ancora lì e quando l’ho rivisto mi son tornate in mente le varie blasfemie dette per passarlo; il primo capitolo è davvero bello rognoso, il secondo ed il terzo sono un po’ più leggeri; l’unica cosa che ho notato è che con la Playstation 1 ci mettevo davvero poco a finire sia il secondo che il terzo, in questa remastered davvero l’ho trovato un po’ più complesso. Che sia diventata nabba improvvisamente? A parte gli scherzi non sono l’unica ad aver notato questo cambiamento, probabilmente una volta essendo meno precisa la grafica potevi anche saltare sul bordo del dirupo senza cadere. Ora non si può più barare.




Crash Team Racing Nitro-Fueled

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Oh! Quante amicizie infrante e duri colpi al proprio orgoglio! Mi ricordo ancora i pomeriggi passati con gli amici dopo essere tornati da scuola, ed ovviamente dopo aver fatto i compiti se no erano parole da parte dei genitori. È stato davvero magnifico per me poter rimettere mano su questo titolo in grafica del tutto ringiovanita, con nuovi personaggi, nuovi circuiti e nuovi kart da urlo! L’aggiunta della modalità online poi è stata la ciliegina sulla torta, all’epoca per poter gareggiare con qualcuno ci si trovava, ora con questa modalità si può davvero sfidare chiunque.



Crash Bandicoot 4: It’s About Time!

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Quando lo presi pensai al solito Crash da poterci giocare in tranquillità e potermi rilassare. Sbagliato! Ci sono stati davvero dei livelli in cui il contatore delle morti saliva vertiginosamente ( fortunatamente avevo scelto la modalità di gioco moderna per cui all'interno del livello troviamo le casse checkpoint ed in caso di morte si ricomincia da lì, rispetto alla retrò in cui se si muore più di 4 volte bisogna ricominciare il livello ed è quindi necessario raccogliere più frutti Wumpa per aumentare le vite a disposizione). Ma ovviamente non è bastato a non farmi apprezzare nuovo capitolo di Crash. La possibilità poi ci giocare anche nei panni di Coco e in alcuni livelli con Neo Cortex, Dingodile o Tawna Bandicoot ha messo quel brio in più. Anche le maschere quantiche hanno arricchito il gameplay: Lani-Loli per la comparsa/scomparsa degli oggetti nel mondo del gioco, Akano per una giravolta inarrestabile, Kapuna-Wa per rallentare il tempo ed infine Ika-Ika per invertire la gravità e camminare sul soffitto; si usano laddove necessarie per avanzare di livello, ma non molto semplici senza morire almeno una volta in più del normale. Concludendo ho ritenuto questo capitolo più variegato come divertimento, con qualche meccanica di gioco in più e nuovi personaggi giocabili.




Uncharted 4: Fine di un ladro

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Che dire se non una degna conclusione della saga di Nathan Drake. Dall’inizio con l’approfondimento del rapporto col fratello Sam, il futuro immediato e quello lontano e la storia con Elena Fisher, sua compagna di avventure fin dal primo capitolo che poi diverrà sua moglie. Una cosa che davvero mi è piaciuta molto è l’easter egg a Crash Bandicoot 1, in questa scena si vedono appunto Elena e Nathan si sfidano ad una partita dove siamo noi ad avere il controllo, un gioco nel gioco!



Uncharted L’eredità perduta

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In questo capitolo abbiamo preso le parti di Chloe Frazer, spalla di Nathan nel capitolo “il covo dei ladri” con accanto a lei Nadine Ross che più volte ci ha messo a tappeto ne “la fine di un ladro”. L’ho trovata un’accoppiata vincente dove il carattere di Chloe più vivace ed intraprendente viene amalgamato a quello più rigido di Nadine, assieme per un unico obiettivo: trovare la zampa dorata di Ganesh, antico e sacro tesoro indiano. Il tutto con una mescolanza di sapori narrativi tra il serio ed il faceto con contorni di rimpianti famigliari, rivendicazioni politiche e vendetta. Io sono rimasta rapita sia dal gameplay mai monotono sia dai paesaggi mozzafiato, in più ho anche imparato molto sulla mitologia degli Hoysala e le architetture città di Halebidu. Per chi come me ha amato la saga degli Uncharted è quasi d’obbligo gustarsi anche questo ultimo capitolo della Naughty Dog.



Rise of the Tomb Raider

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Una Lara Croft più matura rispetto agli esordi determinata a trovare la leggendaria sorgente divina: una reliquia che suo padre ha cercato per anni senza successo arrivando perfino ad uccidersi in seguito alle critiche dell’opinione pubblica. Degna di nota per me è la modalità “legami di sangue” in cui possiamo esplorare il Maniero Croft nonché la casa di Lara; il nostro obiettivo è quello di scongiurare l’appropriazione da parte dello zio della tenuta cercando in lungo e in largo documenti utili, non essendoci stato da parte del padre alcun testamento e la scomparsa misteriosa della madre.




Shadow of the Tomb Raider


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Seguito del capitolo di prima ed ultima avventura della nostra Lara, la conclusione della trilogia iniziata col capitolo per ps3 Tomb Raider Underworld. Un capitolo con una veste grafica imponente sia dalle prime sequenze in cui Lara e Johan si ritrovano in Messico sulle tracce di un antico pugnale maledetto e della Trinità, Lara riesce a trovare per prima il manufatto e decide di rubarlo per toglierlo dalle grinfie della Trinità, i quali vogliono attraverso il pugnale epurare il mondo da tutti i mali provocando l’estinzione della razza umana, ciò dà il via ad una serie di sciagure come terremoti e maremoti e tutto il tragico programma delle profezie Maya; dopodiché il pugnale verrà a sua volta rubato dal villano di turno che minaccia un epilogo ben peggiore, così Lara si sentirà ancora più in colpa e partirà per un viaggio in Perù dove farà delle scoperte sensazionali su di lei.

Per chi ha amato gli altri due capitoli deve necessariamente completare quest’ultimo che fornisce molte risposte a domande che ci siamo fatti in questi anni.




Hellblade: Senua’s Sacrifice

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Uno dei più particolari titoli di questi anni, un capolavoro onirico da giocare assolutamente con le cuffie per potersi immedesimare appieno. Un viaggio tra atmosfere celtiche e norrene, mischiate ad ambientazioni psicotiche e personaggi sulla soglia della follia, una lotta costante con l’oscurità interiore.

Vestiamo i panni di Senua, una guerriera celtica alla ricerca dell’anima perduta del suo amato. Non dirò altro per non rovinare la trama perché è giusto che ognuno la viva in prima persona.

L’ho amato proprio per la sua particolarità, il fatto di farmi immedesimare in questa psicosi e nel dolore di Senua per la perdita del suo compagno, un viaggio sensoriale a 360°. Al termine del gioco consiglio la visione del making of dove viene spiegato appunto lo sviluppo del gioco e come è stato preso spunto per la malattia mentale di cui Senua è affetta, per poterlo rendere ancora più realistico.


Horizon: Zero Dawn

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Non amo molto i giochi incentrati sui robot, ma questo devo dire che mi ha sbalordita. Ho amato Aloy e sofferto per lei per il suo lottare contro l’emarginazione per portare a galla la propria identità. In questo mondo dominato da creature metalliche dall’origine ignota, ciò che resta degli umani è organizzata in tribù e vive sotto la minaccia di un mondo che ha alterato pericolosamente i propri equilibri e consumato da una misteriosa forza chiamata “corruzione”. C’è poco da fare, è un gioco che si ama dai primi momenti in un crescendo di scoperte che aiuteranno a mettere assieme il puzzle dell’identità di Aloy e dell’origine delle macchine.



Detroit: Become Human

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Questo è il primo game con cui ho giocato del genere avventura grafica, mai avuto modo di provare nulla del genere. Detroit narra le vicende di tre distinti robot creati ognuno con specifiche d’uso diverse le cui esistenze si vanno ad intrecciare nell’arco del gioco. Markus è l’assistente al servizio di un ricco artista dalla salute cagionevole; Kara è la versione tecnologica di una tata la quale si troverà a dover lavorare in una situazione familiare drammatica; Connor invece è il prototipo costruito dalla Cyberlife per aiutare la polizia nei casi più complessi. La storia è messa in moto da un numero crescente di episodi che sembrano evidenziare una presa di coscienza da parte di androidi che sono riusciti a superare i limiti di programmazione per liberarsi dal controllo umano arrivando perfino a provare emozioni umane: sono i devianti, a cui Connor dovrà dare la caccia.

Mi ha affascinato il concetto di integrazione con l’umano, dopo sopprusi e schiavitù il poter provare emozioni umane da parte di una macchina ha un che di emozionante, il farsi finalmente rispettare e trattare come un pari e non spazzatura. Anche il discorso dei finali multipli giustificati dalle scelte multiple effettuate nell’arco del gioco tengono sempre l’attenzione alta e non c’è mai il rischio di annoiarsi. Per me un gioco da dieci e lode per il genere di cui fa parte, ha saputo a tratti davvero commuovermi.



God of War

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Brividi dai primi momenti di gioco dove viene raccontato il desolante rito funebre della madre di Atreus. L’intera storia parte da questo e dalle ultime volontà della madre: voleva che le sue ceneri fossero sparse dal picco più alto di tutti i nove regni. Da qui inizia questo viaggio dove Kratos, Dio della guerra, e suo figlio Atreus affronteranno questo percorso di crescita e superamento del lutto, in cui i due protagonisti saranno costretti a parlarsi, incontrarsi e conoscersi più di quanto non abbiano fatto fino a quel momento. Un viaggio in cui si nota davvero molto il cambiamento del loro rapporto, in cui anche un padre non proprio modello come Kratos ha modo di ripartire dimenticando il passato e ricominciando a migliorare il rapporto padre-figlio.



Death Stranding

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Eccoci qui al gioco tanto discusso dove si sono fatte nette suddivisioni tra chi lo ha amato e chi l’ha deriso. Io faccio parte della categoria di quelle persone che ha davvero colto il senso del gioco in tutte le sue sfaccettature, non mi sono fermata al gameplay definito da molti ripetitivo, è molto di più. Se si vuole andare oltre a ciò si capisce che è molto di più: c’è una trama davvero molto appassionante, una cooperazione tra utenti che non è il solito online, qui il discorso è nettamente diverso, sei solo ma non lo sei. Gli altri giocatori possono aiutarti in maniera asincrona lasciandoti corde, scale o armadietti dove poter depositare i pacchi non consegnati delegandoli a qualcun altro, oppure lasciare quel paio di scarpe che a noi non serve e che potrebbe essere utile per qualcuno in emergenza.

È proprio questo che mi ha davvero colpito, il protagonista Sam Porter Bridges, che dedica la propria vita al bene della comunità, connettendo le persone tramite le sue consegne a mano e quindi le città che vivono isolate da molto tempo, prendendosi rischi che altri non potrebbero sopportare. Lo scopo del gioco è creare un mondo in cui la vera forza non sono i conflitti ma l’interconnessione realizzata attraverso la collaborazione tra perfetti sconosciuti. Mi rendo conto che non è gioco adatto a tutti, richiede di calarsi in una serie di meccaniche simulative spesso dedite ad un target ben specifico e lontano dalla massa.




Assassin’s Creed Origins/Odyssey

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Da appassionata della saga era ovvio li nominassi in questo elenco. Una nuova era è partita da Origins, che si distacca nettamente dai capitoli precedenti, in cui ci ritroviamo nel misterioso antico Egitto, dove siamo alla guida di Bayek di Siwa, un medjai, un uomo distrutto da un dramma famigliare alla ricerca disperata di vendetta. La sua storia a tratti si incrocerà con sua moglie Aya dove si troveranno in piena guerra tra la regina Cleopatra ed il fratello Tolomeo che si contendono il dominio dell’Egitto. In mezzo a ciò opera anche il misterioso Ordine degli Antichi con cui Aya e Bayek dovranno scontrarsi.

Odyssey è il primo capitolo in cui possiamo scegliere se affrontare l’avventura con un protagonista femminile o maschile (Kassandra o Alexios). Kassandra (o Alexios) discende in qualche modo da Leonida, ha perso la sua famiglia e cerca il suo posto nel mondo come mercenaria compiendo incarichi in cambio di Dracme agendo sotto copertura di Marco, un facoltoso e truffaldino mercante locale che l’ha cresciuta dopo averla trovata esamine sulle spiagge di Cefalonia. Un contratto importante la porterà lontano dalla sua isola nelle regioni più elleniche, facendosi largo nel conflitto tra Sparta e Atene: qui riscoprirà le sue origini e le tracce dei propri affetti scomparsi.



Assassin's Creed Valhalla

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L'ultimo gioco che ho acquistato per ps4 e con cui ci sto giocando tutt'ora. Nonostante tutti i bug riscontrati, di cui certi mi hanno fatto buttare al vento ore e ore di gioco, lo sto trovando davvero bello. A partire dalla grafica e da scorci paesaggistici degni di nota e di modalità foto, anche il gameplay non è per niente male. La trama avvincente che sin dall'inizio è densa di mistero e che quindi ti invoglia a progredire per dare un senso a tutto, monasteri e villaggi da saccheggiare per recuperare risorse, contratti vari, la gestione del proprio insediamento e della comunità vichinga che ci ha seguito dalla Norvegia all'Inghilterra. Su quest'ultimo è associato un sistema di progressione a livelli con cui far progredire il nostro insediamento: costruendo nuovi edifici e man mano che il villaggio salirà di livello si sbloccheranno nuove strutture oppure avanzando con la campagna principale con cui si accrescerà la nostra fama ed anche quella del nostro insediamento.

Per chi come me ama la mitologia norrena e tutto ciò che concerne rune, mistero e quant'altro, è sicuramente un must have. Per chi volesse ho scritto un approfondimento sulle rune e la mitologia norrena.

Anche qui come su Odyssey si può scegliere se utilizzare un protagonista maschile o femminile, oppure se far scegliere all'Animus nel corso della storia (scelta consigliata); vestiremo i panni Eivor, razziante vichingo e leader di un clan norvegese, che guiderà quest'ultimo attraverso il Mare del Nord dalla Norvegia, mossa da antiche guerre e scarsità di risorse, alle ricche terre dell'Inghilterra in cerca di una nuova vita e alleanze.

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