La più grande delusione del 2023 per Game 'n Talk
top of page

La più grande delusione del 2023 per Game 'n Talk

In un anno di meravigliosi videogiochi pronti a sfidarsi all’ultimo sangue per la conquista dei vari premi, è facile che passi inosservata qualche delusione. Ma non per noi! Ecco il gioco che più ci ha deluso nel 2023!

 

Se è forse difficile comprendere chi sia il reale trionfatore del 2023, il videogioco che ha imposto se stesso sugli altri con assoluta egemonia, più facile è che si ignorino del tutto le delusioni videoludiche del 2023. Tra avvincenti avventure supereroistiche, giochi di ruolo impeccabili, indie sempre più di alta qualità, veniamo invasi da un tale senso di euforia che abbiamo difficoltà a ricordare i giochi che ci hanno delusi.


Tuttavia, dopo avervi parlato del gioco dell’anno, abbiamo ritenuto opportuno di costringerci a discutere anche qualche amara delusione che forse, proprio perché dispersa in un mare di entusiasmo come una piccola insignificante goccia, è un pizzico meno amare degli altri anni.

Questi sono i giochi che più ci hanno deluso nel corso del 2023!


Saremo d’accordo sullo sfortunato ‘vincitore’ di questo titolo?

La scelta di Adriano: Hogwarts Legacy


Penso che la mia grande delusione del 2023 sia Hogwarts Legacy. Lo so, è un po’ come sparare sulla croce rossa visto che alla fine il gioco non è stato candidato in nessuna categoria (e per estensione non è stato ritenuto degno di competere per nessun premio), tuttavia i motivi per reputarlo una delusione sono veramente tanti.


Hogwarts Legacy

Quando il gioco fu annunciato, ammetto di averlo accolto con tiepida cautela, ma convinto un po’ da amici che mi dicevano “dai, devi provarlo, è bellissimo!” ho deciso di iniziare la mia avventura ad Hogwarts e… diamine, che noia. Storia principale banalotta, missioni secondarie piatte e riassumibili quasi tutte in “grinding violento e forzato”, mondo di gioco tanto bello quanto tragicamente vuoto e, soprattutto, fattore GDR completamente assente. Ora, immaginate avere a disposizione un numero praticamente infinito di bestie magiche e nemici con cui popolare il mondo di gioco e decidere di inserire solo banditi, troll, ragni e rospi. O ancora, in un GDR, di dare solo l’illusione della scelta al giocatore quando i finali del gioco sono solamente “buono o cattivo”. Per me questi sono tutti i fattori che creano il gioco che ho trovato più deludente del 2023.


La scelta di Edy: Hogwarts Legacy


Difficile da difendere, Hogwarts Legacy si è presentato come una bomba ed è stato poco più che un fuoco d’artificio difettoso mai esploso. Se il gioco può essere godibile e avere qualche senso per i fan appassionati della serie di Harry Potter che non hanno chissà quale esperienza videoludica, lo stesso non si può dire per coloro che conoscono l’universo ma hanno un bel po’ di background nei giochi di ruolo sulle spalle. Liberi dall’ipnosi della magia degli appassionati, troviamo ad accoglierci un mondo esteticamente meraviglioso, ma piatto e che ha poco da offrire, ricolmo di attività ripetitive da portare a compimento che si trasformano rapidamente nell’incubo del collezionista piuttosto che nel suo sogno ad occhi aperti.


Hogwarts Legacy

Costantemente agonizzante in uno stato di discrezione, seppur munendosi di scopa, Hogwarts Legacy non riesce mai a spiccare il volo e resta in un limbo che porta soprattutto gli appassionati di RPG (che sanno ben distinguere se l’elemento gioco di ruolo sia effettivamente presente o meno) a dedicarsi ad altro non appena un nuovo titolo viene rilasciato. Esperienza personale, questa: ogni volta che mi sono seduta col pad alla mano e l’intenzione di portare a compimento questo titolo, sono stata immediatamente attratta dal giocare qualcos’altro; verrebbe da dire ‘qualsiasi altra cosa’ quasi.


Hogwarts Legacy ferisce più delle altre delusioni perché il materiale a disposizione era infinito, l’esecuzione è aggraziata ma vuota, nulla più che uno specchio magico per allodole per cui una meravigliosa Hogwarts equivale a un meraviglioso videogioco.


La scelta di Longo: Hogwarts Legacy


Diciamocela tutta, è difficile parlare di vere e proprie delusioni… il 2023 è stato un anno prosperoso per i videogiocatori che hanno praticamente avuto l'imbarazzo della scelta quando dovevano scegliere la prossima avventura da vivere. Se però c'è qualcuno che a mio parere poteva fare molto di meglio è Hogwarts Legacy. Fomentato dall'hype del giorno zero mi sono trovato a fine storia dopo sei ore scarse di gioco. Il resto è tutto incentrato su un'esplorazione alla ricerca di collezionabili e di potenziamenti fini a se stessi, dato che la storia potrebbe tranquillamente essere completata con quattro magie. Giocato ad una difficoltà intermedia, il gameplay risulta sì appagante, ma dopo aver preso la mano per una mezz’ora si prosegue spediti con una facilità disarmante. 


L’open world, almeno in nex-tgen, si percepisce che è curato nei dettagli… ma rimarrà un mero sfondo alla ricerca di ciò che serve per conquistare il platino. Tuttavia, Hogwarts Legacy non lo considero un vero e proprio fallimento: è pieno di riferimenti alla saga di Harry Potter e già solo per questo vale la pena per i fan di giocare al titolo guidati dalla passione per la serie. Va detto anche che è il primo prodotto di questo genere per Avalanche, che avrà modo di aggiustare il tiro con DLC e sequel. 


Hogwarts Legacy mostrato durante il combattimento

Ahimè, tocca in conclusione fare una “menzione di disonore” a quello che risulta essere una decisione tanto sbagliata quanto insensata: fare il porting di Hogwarts Legacy su Switch. La macchina non regge l’open nword che propone caricamenti ogni volta che si cambia scenario facendo sommare ai difetti già rettificati in precedenza sia una qualità ridotta a livello grafico che l’angoscia dell’attesa di ogni caricamento.


La scelta di Luigi: The Last Case of Benedict Fox


Se da un lato il Game Pass mi ha offerto una delle migliori esperienze del 2023, dall’altro è doveroso elencare nella mia più grande delusione un titolo su cui avevo puntato una ingiustificata dose di hype. Non sto parlando di Redfall, ma di The Last Case of Benedict Fox


L'azione in The Last Case of Benedict Fox

Quando è stato annunciato un titolo metroidvania a tinte horror lovecraftiane, il mio livello di hype è salito alle stelle e non vedevo l’ora di provarlo attraverso l’abbonamento digitale offerto da Microsoft.  Il giorno dell’uscita invece mi sono reso conto di trovarmi davanti un metroidvania che presentava dei comandi un po’ legnosi e una direzione artistica che non mi soddisfaceva. Parliamoci chiaro, The Last Case of Benedict Fox non è un brutto gioco, ma ritengo che sia un prodotto non rifinito e che offre un’esperienza nel suo genere inferiore rispetto ad altri metroidvania.


La scelta di Marco: Hogwarts Legacy


Hogwarts Legacy è sicuramente un gioco che ogni appassionato del mondo di Harry Potter dovrebbe provare. Tuttavia, per me e molti altri è risultato una grande delusione. Complice forse la pubblicità che gli fu fatta, risultata poi ingannevole.


La bacchetta non sceglie il mago in Hogwarts Legacy

Il gioco era stato presentato come un GDR open world ambientato nel contesto potteriano, Hogwarts Legacy non ha nulla di ciò che significa essere gioco di ruolo. Eppure, il contesto dello studente a Hogwarts si sposerebbe alla perfezione con l’idea. Il sistema a punti delle Case di Hogwarts, quel sistema che assegna o toglie punti alle Case a seconda delle azioni che i suoi membri compiono, ne è l’esempio lampante. Non è presente un sistema morale, nonostante il gioco ci proponga dialoghi a scelta multipla per farci credere che le nostre azioni avranno un peso sulla storia. Imparare le Maledizioni senza Perdono o uscire in piena notte dalla scuola e passare giorni interi fuori non comporta nulla. Tutti elementi che rompono l’immersività che un gioco del genere dovrebbe tenere bene in considerazione. In tutto ciò, neanche la trama brilla particolarmente.


L’open world propone attività blande e alla lunga talmente ripetitive da risultare nauseanti, mentre il timido sistema a livelli del personaggio si traduce nell’indossare capi d’abbigliamento migliori dei precedenti, per aumentare le uniche due statistiche del personaggio: attacco e difesa. Si poteva fare di più.


Pasquino: Sea of Stars


Sea of Stars è stata la mia delusione più cocente di questo 2023. L’RPG Indie a turni di Sabotage Studio colpisce e accoglie il giocatore durante le prime ore con la sua meravigliosa pixel art, la colonna sonora e quel gameplay che ti riporta indietro nel tempo. Una nuova avventura che non vedi l’ora di vivere fino alla fine e un nuovo mondo tutto da esplorare con chissà quali segreti da scoprire. Una sorta di sortilegio che ti coccola, ti fa sentire a casa. Ma a un certo punto…la magia finisce


Il tutto scricchiola, come se fossi stato sotto l’effetto di una potentissima illusione e ti rendi conto man mano che i difetti si palesano come un torrente inesorabile, ti svegli da quello che sembrava un sogno bellissimo. L’unico comparto che si salva è quello tecnico e soprattutto esplorativo (che rimane sempre gradevole e sfizioso). 


La mappa di Sea of Stars in pixel art

Ma passando ai problemi: il gameplay rimane statico e non si evolve mai, nessuna nuova abilità, nessun modo che permette di interpretare diversamente il combat system, di permettere al giocatore di attuare una vera e propria strategia, rendendo l’arrivo ai titoli di coda davvero noioso, estenuante e privo di stimoli. Il tutto condito dalla trama più disastrosa che sia mai stata raccontata in un videogioco negli ultimi anni. I personaggi protagonisti sono tra i più anonimi e insipidi della storia del videogioco tanto che cedono le luci della ribalta a quelli secondari (che sono comunque non virtuosi). Il racconto parte da delle buone premesse ma ad un certo punto perde completamente di mordente, allungando un brodo che non sa di nulla (e un finale atroce come ciliegina sulla torta).


All’inizio avevo un sorriso stampato sulla faccia. Alla fine ho disinstallato senza pensarci troppo.  


La scelta di Simone: Forspoken


Il titolo che maggiormente mi ha deluso quest’anno non può che essere Forspoken. Nonostante le ottime premesse e una positiva caratterizzazione del personaggio principale, purtroppo resta un titolo che non convince. L’intera storia è ambientata in un open-world di una dimensione fantastica e piena di magia, dove dovremmo potenziarci per procedere nella quest principale. Un’idea molto bella alla base, ma realizzata male perché a lungo andare il gameplay risulta ripetitivo, che ci costringe ad affrontare sempre le stesse attività, e spesso ci ritroviamo a viaggiare in un mondo vuoto con creature che appaiono solo in determinate zone, il che rende il tutto monotono e noioso


Forspoken mostrato durante le sequenze d'azione

Infine, nonostante i paesaggi mozzafiato che incontreremo durante l’avventura e la grafica non male, Forspoken rimane purtroppo un titolo che una volta concluso non invoglia il giocatore a riprenderlo. Peccato, perché questo è un gioco che con alcune accortezze da parte degli sviluppatori avrebbe potuto rendere meglio e diventare una bella novità del mondo videoludico.

 

A quanto pare, quindi, tra le delusioni abbiamo un vincitore che sovrasta il resto: Hogwarts Legacy si impone su Forspoken, Sea of Stars and The Last Case of Benedict Fox, forse vittima del fatto che un brand come quello di Harry Potter ha portato con sé aspettative così elevate da aver reso la caduta – generata comunque da difetti concreti ed innegabili – ancora più dolorosa.

0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page