Le Recensioni Non Richieste Di Tommy: Metal Gear Solid
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Le Recensioni Non Richieste Di Tommy: Metal Gear Solid

🏴‍☠️ Attenzione, la seguente recensione non richiesta potrebbe contenere spoiler 🏴‍☠️


'Mazza che botta. Nun me sento più 'a faccia.

Bonjour.

Oggi facciamo un carpiato nel passato, e dal viale dei ricordi peschiamo un titolo che ha cambiato per sempre il mondo dei videogames, specie per gli action/stealth.

Metal Gear Solid, il primo pixellatissimo capitolo per PS1 (si, so che c'erano dei prequel sul Commodore, ma non se li è cacati nessuno).

Un gioco che è più vecchio degli stessi appassionati che lo ricordano.

Ero un pischello pubescente quando acquistai il CD (madonna quanto è strano dire CD oggi), con le mance della nonna e le paghette per aver gettato l'immondizia.

E in men che non si dica, ero pronto ad impersonare Solid Snake: un vero duro, un soldato speciale, agente segreto, esperto in infiltrazioni come un idraulico, e con capacità di sopravvivenza talmente avanzate, che Bear Grylls a confronto è animatore in un camping per il dimagrimento.


Devi piscià dentro, come to' devo dì?

Da subito, ti ritrovi catapultato in una complessa situazione geopolitica tra Stati Uniti, Russia e Zanzibar, con un background storico che univa fatti realmente accaduti ai trip di LSD di Hideo Kojima, col risultato che, ancora oggi, nessuno ci ha capito un cazzo.

Guerra Fredda, ingegneria genetica, nanomacchine, sticazzi. A te che te frega? Hai 12 anni, vuoi solo sparare alle palle di qualche soldato e curiosare in giro mentre prendi un infarto con quel suono empio che ti penetra le meningi ogni volta che vieni visto da qualcuno (parole che puoi sentire).

Ma parliamo del gioco: sei in Alaska, in una base militare ricolma di soldati e nevischio. Hai una pistoletta non silenziata e un paio di razioni per l'energia, che equivale a mandare una capretta in un recinto coi T-Rex e sperare che torni per raccontarlo.

Puoi nasconderti abilmente in una scatola di cartone, anche rischiando di vernir spedito in Indocina da Bartolini, senza che nessuno contesti il fatto che il pacco pesi 80 kg e che respiri.

Tra una zona e l'altra della base, ti imbatterai in pittoreschi villain, talmente eccentrici che, più che un team di terroristi, sembrano dei circensi del circo Orfei.

Tutti con una storia incredibile e drammatica, tutti con un movente plausibile e con dialoghi strappalacrime, tanto da mettere in dubbio la tua posizione e la tua moralità mentre li mandi all'altro mondo.

Tra i vari, ricordiamo Sniper Wolf, la cecchina bella come la colazione a letto, che ti farà scendere più di una larcrima. O Vulcan Raven, un enorme sciamano esperto nella pratica di tirare le orecchie a -20 gradi, in grado di brandire una mitragliatrice che solitamente viene montata sugli elicotteri Apache. E che dire di Gray Fox, ninja ad alta tecnologia, con un'armatura che lo rende invisibile e una spada che segherebbe in due un panzer tedesco. Inizialmente si farà chiamare Gola Profonda. E non aggiungo altro.

O Psycho Mantis, così dannatamente cazzuto da sfondare la quarta parete, che ti coinvolgerà in una lotta inverosimile. Al tempo, mi sarei aspettato di esser preso a sberle da un braccio meccanico fuoriuscito dalla PS1. Poi c'è Revolvere Ocelot, la versione francese di Yosemite Sam dei Looney Tunes.

De 'sti tempi, beato chi c'ha n'occhio.

Grazie ad un dispositivo radio innestato direttamente nella carne del protagonista, è possibile tenersi in contatto con un sacco di gente in grado di dare a Snake un po' di supporto morale. Fin qui, tutto bello. Peccato che la metà di questi siano inutili, mentre gli altri sono nemici mascherati, applicazioni informatiche o simpatici burloni. Ed è così che Snake, uno dei migliori soldati esistenti, viene preso per il culo dopo ore e ore di conversazioni atte a trollarlo.


Poi c'era il nostro amico Otaku, un nerd pusillanime che elargisce consigli a distanza, insomma "il tizio sulla sedia". Ricordato soprattutto per essersi pisciato addosso. E Maryl... il mio primo amore. Bella, selvaggia, sensuale. Virtù che Snake scoprirà infilandosi più volte nei canali di areazione della base, spiandola dalle fessure mentre fa addominali in slip nella propria cella (alto stalking).

Poi c'è il villain principale, Liquid, gemello genetico di Snake, che odia quest'ultimo perché convinto di aver ricevuto i geni di scarto. In realtà, era lui ad avere i geni buoni. Ergo, muore per un cazzo (ops, spoiler).


E tu saresti er Serpente Solido? Nun se direbbe.

Tra fantascienza, fantastoria e fantasia, arriviamo al punto focale della questione: il fottuto Metal Gear.

Un robottone alto quanto un palazzo, in grado di devastare l'intero pianeta grazie ad armamenti nucleari, una solida corazza e altre avanzatissime tecnologie belliche.

E niente, viene tirato giù da Snake a colpi di stinger. Volevo dire a scarpate, ma è più o meno lo stesso.

Una bossfight eterna, adrenalinica, emozionante, intervallata da conversazioni più lunghe di un audiolibro di Tolkien, seguite da altri 45 minuti di interminabili filmati. Alla fine di tutto, godrai della conversazione/cliffhanger che preannuncerà un sequel. Serviranno molti anni per vederlo, e molta rabbia nel giocarlo, visto che useremo Raiden, uno degli N'Sync col carisma di una galletta di riso.

Il new game plus è essenzialmente una passeggiata: se hai fatto le scelte giuste nella prima run, avrai la tuta stealth di Gray Fox che ti rende invisibile a tutti (tranne ai boss), quindi puoi prendere a sberle i nemici senza che capiscano cosa diavolo stia succedendo. Assai appagante.


Poi le ragazze tornano, vero?

In sostanza, questo capitolo ha rappresentato una vera e propria rivoluzione tecnica sia per il genere, sia per il mondo dei videogames in senso esteso.

Apprezzato persino da chi non ama gli action, il gioco si è distinto per una storia intricata, personaggi caratterizzati in maniera eccezionale, dialoghi incredibilmente profondi ed una giocabilità davvero godibile. Il gioco mi aveva lasciato a bocca aperta già dalle prime fasi, tenendo in considerazione lo stupore e il senso di meraviglia che avevamo da ragazzini.

Quando accendevamo quella scatoletta grigia, inserivamo il disco e pregavamo perché partisse. Attendevamo con impazienza la schermata nera con il logo Playstation, e da lì in poi... iniziava la magia.

Dovevano menarci per farci staccare dalla console.


Tommy R. M.

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