Marvel Cinematic Universe: i Top e i Flop della Fase 4
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Marvel Cinematic Universe: i Top e i Flop della Fase 4

Black Panther: Wakanda Forever ha ufficialmente concluso la Fase 4 del Marvel Cinematic Universe che, tra alti e bassi, si è rivelata una fase transitoria per quella che è la cosiddetta Saga del Multiverso.

Andiamo quindi a scoprire i top e i flop (lasciando fuori i prodotti nella media) di questa quarta fase, serie televisive uscite su Disney+ comprese, in ordine cronologico d’uscita.


 

TOP

WandaVision

(di Jac Schaeffer, 15 gennaio 2021)



Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen) riporta in vita Visione (Paul Bettany) plasmando una sua realtà alternativa, tenendo sotto scacco un’intera cittadina di provincia mentre il governo cerca di capirne qualcosa.

WandaVision propone una trama semplice ed immediata, eppure il prodotto creato dallo showrunner Jac Schaeffer riesce a distinguersi per l’originalità dei suoi episodi, messi in scena citando la storia della televisione americana: dagli albori della tv anni 50 fino alla puntata simil-Modern Family, la serie offre allo spettatore 9 episodi freschi ed originali, capaci di farci entrare appieno nella psicologia di Scarlet Witch proponendoci spunti interessanti per il futuro del personaggio.

Peccato per il finale un po’ troppo frettoloso, figlio (purtroppo) del rimaneggiamento dovuto alla pandemia globale.



The Falcon and The Winter Soldier

(di Malcom Spellman, 19 marzo 2021)



L’eredità di Captain America non è solamente portarne lo scudo, è avere l’intero peso della nazione sulle spalle, nel bene e nel male.

The Falcon and The Winter Soldier fa i conti con il lato politico dell’essere un simbolo per un intero paese, eppure il messaggio che lo showrunner Malcom Spellman ci da con questi 6 episodi, tuttavia, non è solamente questo: è anche il retaggio di un fantasma del passato che difficilmente si riesce a scacciare, come nel caso di Bucky (Sebastian Stan) e la sua mente fragile, oppure la gravità di un ruolo talmente oneroso senza avere i mezzi per sostenerlo, spiegato perfettamente nel dualismo John Walker-Sam Wilson, interpretati da Wyatt Russell e dal sempre ottimo Anthony Mackie.

Completamente distaccata dalla follia metanarrativa di WandaVision, The Falcon and The Winter Soldier risulta essere un prodotto più convenzionale e meno pretenzioso, motivo per cui il suo passaggio è passato (ingiustamente) un po' troppo in sordina.



Eternals

(di Chloe Zhao, 5 novembre 2021)



Incaricati dal celestiale Arishem di proteggere la Terra dalla minaccia dei Devianti, gli Eterni vegliano sul pianeta da migliaia di anni senza però poter interferire con il progresso dell’umanità stessa.

Ma quando i Devianti ritornano, il supergruppo capitanato da Ajak (Salma Hayek) dovrà riunirsi per sventare nuovamente la minaccia.


Ennesimo tassello di stampo cosmico per i Marvel Studios in un film corale diretto da Chloe Zhao (Nomadland), Eternals è un film introspettivo e calcolato, forse un po’ troppo prolisso ma sicuramente diverso rispetto a quanto proposto dalla Casa delle Idee al cinema finora.

Poco apprezzato dai fans più accaniti, Eternals riesce ad essere nella sua autorialità un film denso e poco fruibile, ma non per questo poco accattivante. Forse un maggior ritmo e un minutaggio più ridotto avrebbe aiutato l'opera di Chloe Zhao ad essere digerita da tutti, tuttavia il film rimane ad oggi uno dei punti più alti della Fase 4 pur non essendo esente da difetti.



Hawkeye

(di Jonathan Igla, 24 novembre 2021)



Dopo gli eventi di Avengers: Endgame, Clint Burton (Jeremy Renner) si gode la sua ritrovata famiglia in vista delle vacanze di Natale.

Suo malgrado, il buon Occhio di Falco verrà coinvolto nelle disavventure della sua fan numero 1, Kate Bishop (Hailee Steinfeld) arciera novella che si è messa nei guai con la malavita a causa del giustiziere Ronin, alter-ego ormai dimenticato di Burton.


Un’opportunità di trascorrere più tempo con l’unico Avenger a non aver mai avuto un film solista, introduce una buona origin story per Kate Bishop con l’atmosfera natalizia a far da contorno a questa spy story dalle tinte humor.

Hawkeye è una miniserie che intrattiene senza strafare e riesce ad essere coerente con se stessa dall’inizio alla fine senza punti morti, riportando in auge il sottovalutato Occhio di Falco.



Spider-Man: No Way Home

(di Jon Watts, 15 dicembre 2021)



Accusato ingiustamente dell’omicidio di Mysterio (Jake Gyllenhaal), la vita di Peter Parker (Tom Holland) alias Spider-Man è diventata impossibile.

Stufo delle continue ripercussioni, l'amichevole Uomo Ragno di quartiere si rivolge al Dottor Strange (Benedict Cumberbatch) per chiedere a quest’ultimo di rimuovere il ricordo di Spider-Man dalle menti dei newyorkesi.

Tuttavia interferendo nell’incantesimo di Strange, Peter aprirà involontariamente uno squarcio nel multiverso facendo apparire nuovi nemici provenienti da altri universi che hanno tutti una cosa in comune: sono morti combattendo Spider-Man.


Terzo capitolo della trilogia firmata Jon Watts, Spider-Man: No Way Home è un giocattolone divertente, fracassone e completamente fuori controllo.

Eppure in tutto questo marasma, il terzo film sul Ragno di Holland riesce ad avere anche un cuore: il ritorno dei nemici storici di Spidey riporta alla memoria la trilogia di Sam Raimi, giocando con l’effetto nostalgia di alcuni graditi ritorni.


Non un film perfetto (soprattutto a livello di scrittura), eppure No Way Home ha il pregio di intrattenere in maniera genuina anche all’insegna del fanservice più spietato, se preso per quello che è risulta un film assolutamente scorrevole e spassoso ma anche ambizioso per il futuro di Spider-Man nel Marvel Cinematic Universe.



Doctor Strange nel Multiverso della Follia

(di Sam Raimi, 4 maggio 2022)



Distrutta dal dolore e corrotta completamente dal libro magico denominato Darkhold, Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen) ormai divenuta la temibile Scarlet Witch, da la caccia ad una giovane ragazza che è in grado di aprire dei portali per il multiverso. Nel mentre il dottor Stephen Strange (Benedict Cumberbatch) fa i conti con il passato che ritorna e con strani ed inquietanti incubi che lo tormentano, quando la ragazza in questione, America Chavez (Xochitl Gomez), irrompe nella vita dell’ex Stregone Supremo…


Il ritorno in pompa magna di Sam Raimi dietro la macchina da presa si tramuta in due ore al fulmicotone, un tripudio di effetti visivi dove il regista de La Casa gioca con la sua intera carriera riproponendoci alcune delle inquadrature migliori del suo repertorio, in un film dal sapore autocitazionista.

Multiverse of Madness è un ottimo sequel dalle tinte horror, con una buona dose di violenza anche abbastanza inedita rispetto agli standard dei Marvel Studios.


Black Panther: Wakanda Forever

(di Ryan Coogler, 9 novembre 2022)



La prematura scomparsa di Re T’Challa ha scombussolato la vita della principessa Shuri (Letitia Wright) e del Wakanda intero.

Mentre il paese ha perso il suo protettore Black Panther, nuovi nemici si affacciano all’orizzonte in cerca di vibranio, il metallo più resistente del mondo che ha nel Wakanda il suo fornitore principale.


Un film che riesce ad essere sia un doveroso omaggio allo scomparso Chadwick Boseman, sia una svolta per quanto riguarda le vicende wakandiane e dei personaggi che popolano questo microcosmo.

Una pellicola tutto sommato dignitosa ma non esente da difetti, sia sulla mastodontica durata che su alcune scelte narrative poco convincenti.

Rimane comunque un sequel più che buono, l’artiglio della Pantera Nera risulta ancora graffiante come abbiamo detto nella nostra recente recensione.



FLOP


Black Widow

(di Cate Shortland, 7 luglio 2021)



Ambientato poco dopo gli eventi di Captain America: Civil War, Black Widow vede una Natasha Romanoff (Scarlett Johansson) in fuga: considerata una traditrice la Vedova Nera dovrà guardarsi le spalle non solo dal governo americano ma anche dai fantasmi del suo passato che raffiorano.


Black Widow è un film bipolare: da una parte abbiamo uno spy movie convincente, dall’altra una pellicola che fa della CGI invasiva e della coralità il suo punto debole.

Sebbene faccia il suo dovere a livelli d’intrattenimento, il prequel solista sulla Vedova Nera arriva cronologicamente troppo tardi sfiorando, purtroppo, i limiti dell’anacronismo.

Non un flop totale ma si doveva fare di più, specialmente nell’introduzione di un villain intrigante come Taskmaster, qui completamente rovinato da una scelta narrativa tanto coerente per il film quanto delirante per il personaggio in sé.



Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli

(di Destin Daniel Cretton, 1 settembre 2021)



Sfuggito alle grinfie di suo padre, il temibile Wenwu (Tony Leung), Shang-Chi (Simu Liu) lavora come parcheggiatore a San Francisco.

Ma quando il passato ritorna a fargli visita, Shang-Chi dovrà tornare in azione per contrastare i piani diabolici di suo padre, capo dell’organizzazione terroristica nota come “I Dieci Anelli”.


Primo supereroe asiatico per i Marvel Studios in un film che vorrebbe essere un kung-fu movie (con vari rimandi al cinema di Jackie Chan in primis) ma che risulta troppo raffazzonato e troppo confusionario dalla seconda metà in poi.

Un peccato perché le coreografie delle sequenze di lotta sono messe in scena discretamente e il tono della pellicola è gradevole, tuttavia quello che manca è l’equilibrio: troppi avvenimenti, ritmo troppo altalenante, personaggi troppo sopra le righe.

Fosse stato solamente un film sulle arti marziali Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli avrebbe portato a casa la pagnotta e sarebbe stata, sicuramente, una pellicola più semplice da mandare giù. Così invece risulta un film inutilmente pesante e (come Black Widow) bipolare: diviso tra arti marziali e fantasy, vuole essere tutte e due fallendo però entrambe le cose.



Moon Knight

(di Jeremy Slater, 30 marzo 2022)



ll timido e impacciato Steven Grant (Oscar Isaac) ha una routine tranquilla e un lavoro banale come commesso nel museo egizio di Londra. La sua vita cambierà drasticamente quando scoprirà di avere un disturbo della personalità condividendo il corpo con un mercenario di nome Marc Spector: quest’ultimo è soggiogato da Khonshu, antica divinità egizia della Luna.


Idee interessanti al servizio della banalità più assoluta: Moon Knight si potrebbe riassumere così.

Non bastano delle buone prove attoriali dei protagonisti Oscar Isaac e Ethan Hawke, la miniserie portata in scena da Jeremy Slater (autore dell’irreprensibile Death Note di netflixiana memoria) non è incisiva nel suo essere troppo caotica e confusionaria, mettendo sul piatto il lato sovrannaturale di un eroe prettamente urbano, di fatto snaturando il personaggio a favore di una caratterizzazione fin troppo sopra le righe.


Sei episodi frettolosi che non aggiungono nulla alla continuity del MCU: ergo di questo Moon Knight se ne poteva fare tranquillamente a meno.



Thor: Love and Thunder

(di Taika Waititi, 6 luglio 2022)



Ritrovata la forma fisica perduta a causa degli eventi di Infinity War, il Dio del Tuono dovrà vedersela con Gorr il Macellatore di Dei, un maniaco omicida che sta facendo mattanza di tutte le divinità conosciute.


Taika Waititi aveva già dimostrato con Thor: Ragnarok di essere completamente anarchico, con Love and Thunder invece rincara la dose aggiungendo anche tutta la sua follia personale ad un prodotto che non ha ne capo ne coda.

Aiutato da un divertito Chris Hemsworth, Waititi a briglie sciolte trasforma Thor in un becero clown da circo tra discorsi deliranti alle sue armi, spaccate e calci volanti degni del peggior Jean Claude Van Damme, capre urlanti e pessima CGI, Thor: Love and Thunder è l’apoteosi del delirio personale del regista neozelandese.


Non basta un convincente Christian Bale e una sempre brava Natalie Portman con un arco narrativo intrigante a salvare la baracca, Thor: Love and Thunder risulta essere fin troppo parodistico per essere preso alla leggera, figuriamoci sul serio.



She-Hulk: Attorney at Law

(di Jessica Gao, 18 agosto 2022)



A causa di uno sfortunato incidente, l’avvocatessa Jennifer Walters (Tatiana Maslany) viene infettata dal sangue di suo cugino Bruce Banner venendo trasformata in una versione femminile di Hulk.

Riuscendo a controllare il suo potere, Jennifer dovrà destreggiarsi in tribunale a difesa dei superumani diventando un vero e proprio caso mediatico.


Le premesse per questi 9 episodi di She-Hulk erano di avvicinare la serie ad opere come Ally McBeal, una comedy legal leggera e divertente.

La serie creata da Jessica Gao ha degli spunti interessanti che si perdono, tuttavia, nella caratterizzazione di un’antipatica e irritante Jennifer Walters, tanto primadonna quanto vittima del sistema, in una CGI molto deludente (troppo posticcia per essere il 2022) e in una narrazione fin troppo altalenante per far sì che lo spettatore riesca ad empatizzare con la protagonista.

La rottura della quarta parete, poi, non aiuta la fruizione di un prodotto che vuole essere innovativo ma che risulta fin troppo fallace nella sua messa in scena e a nulla servono i numerosi cameo (di cui uno particolarmente funzionante) per salvare il salvabile.

Leggera come un foglio di carta velina, divertente come una barzelletta sui carabinieri: She-Hulk vuole essere un inno all’emacipazione ma riesce ad essere solamente uno sbadiglio in un mare di noia, probabilmente il peggior prodotto televisivo dell'anno alla pari di Moon Knight.



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