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Perché Metal Gear Solid necessita di un remake

Qualche settimana fa sono sceso a casa dei miei genitori e tra un pomeriggio e l’altro, ho deciso di rispolverare la mia PS1 e rigiocare per l’ennesima volta a Metal Gear Solid. Così, tra un C4 sulla schiena di un nemico e qualche passeggiata nascosto in uno scatolone sono arrivato ai titoli di coda con un solo pensiero nella mia mente: Metal Gear Solid è il gioco che merita un remake.


La saga di Metal Gear è da anni sotto la lente d’ingrandimento degli appassionati che non sono rimasti sazi di Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain, colpevole di essere stato letteralmente castrato, e sono stati lasciati a bocca asciutta da Metal Gear Survive; che rappresenta un vero e proprio esempio di speculazione.


Insomma, la saga targata Konami non può essere chiusa e dimenticata in un cassetto con la giustificazione del “No Kojima, No Party” che aleggia nelle menti dei videogiocatori.


Eppure, la realtà dei fatti ci racconta di una Konami che è ormai disinteressata allo sviluppo di videogiochi (a meno che non siano pachinko) e sembra non avere il coraggio di mettere mano alla saga di Metal Gear Solid.


"Potremmo dire che esiste un “Avanti Metal Gear Solid” e un “Dopo Metal Gear Solid”!"


Un remake di Metal Gear Solid 1 potrebbe essere la spinta di cui il mondo dei videogiochi odierno necessita per trovare nuove sfide e stimoli.


L’opera di Kojima ha letteralmente segnato nel 1998 un punto di svolta nel mondo videoludico. Con la sicurezza che i più religiosi ci capiranno, potremmo dire che esiste un “Avanti Metal Gear Solid” e un “Dopo Metal Gear Solid”; e sia chiaro non parliamo solo della grafica 3D, sulla quale stavano sperimentando anche altre case di sviluppo, o l’introduzione delle dinamiche stealth. Metal Gear Solid ha segnato il mondo dei videogiochi in un modo molto più profondo.


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Metal Gear Solid punta ad offrire al giocatore un’esperienza che vada oltre il semplice gioco ma che si estenda all’intero ecosistema PlayStation. Basti pensare allo scontro con Psycho Mantis, durante il quale bisognava connettere il Joypad nel secondo ingresso per evitare che Mantis “leggesse la nostra mente”, o come Ocelot minacciasse di terminare la nostra tortura, provocando la morte di Meryl, in caso dell’uso dell’autofire, fino ad arrivare alla chicca del codice CODEC di Meryl piazzato dietro la copertina del disco.


Quando il 3 Settembre del 1998 Konami e Kojima hanno pubblicato Metal Gear Solid, lo hanno fatto con il chiaro intento: sfruttare al massimo il potenziale della PS1. Dimostrazione di ciò sono i modelli poligonali, le svariate conversazioni via codec, la visuale che cambiava a seconda della nostra posizione, le capacità reattive dei nemici e tanto altro ancora.

Tuttavia,ad oggi, diremmo che Metal Gear Solid poteva essere molto di più.


No Kojima, No Party


Ed è esattamente questo il pensiero che mi ha accompagnato mentre giocavo al titolo qualche settimana fa.


I Presidenti della DARPA e della Armstech muoiono davanti ai suoi occhi e Snake si limita a fare mezza domanda via CODEC per poi non farsi altre domande a riguardo. Snake incontra Gray Fox, ne dà notizia al Colonnello Campbell e poi prosegue di nuovo la sua missione senza battere ciglio. Liquid gli dice letteralmente in faccia che è suo fratello e lui non si pone mezza domanda a riguardo.


Insomma, o Snake è un idiota oppure le limitate capacità di PS1 non hanno permesso a Kojima e Konami di offrirci un prodotto completo di tutte le sue sfaccettature.


Ed è questo uno dei motivi principali per cui Metal Gear Solid necessita di un remake. Ci sarebbe finalmente la possibilità di dare una maggiore profondità alla caratterizzazione di Solid Snake e dei membri della Fox-Hound, magari andando a raccontare i vari rapporti dei singoli personaggi con la figura di Big Boss con l’obiettivo di portare il giocatore a chiedersi se questi abbiano interagito con Naked Snake o con Venom Snake.


Questo ampliamento dei dettagli andrebbe inoltre a colmare le tante lacune emerse con Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain, soprattutto riguardo i personaggi di Liquid Snake, Psycho Mantis, Master Miller e Revolver Ocelot.

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Non sarebbe da escludere, inoltre, l’aggiunta di veri e propri flashback che ci raccontino gli eventi salienti di Metal Gear e Metal Gear 2, tale da connettere del tutto Metal Gear Solid 5 e un eventuale Metal Gear Solid 1 Remake.


Di carne da mettere a cuocere ce ne sarebbe veramente tantissima.


Colmare le lacune emerse con MGS 5: The Phantom Pain


Un altro motivo per cui Metal Gear Solid merita un remake è il divertimento che ci darebbe girovagare nella base di Shadow Moses con un gameplay simile a quello di Metal Gear Solid 5: Phantom Pain; magari con ambientazioni più ampie e un numero maggiore di nemici presenti nella base.


Un altro gioco a cui il gameplay di Metal Gear Solid Remake potrebbe strizzare l’occhio è sicuramente The Last Of Us 2, con uno Snake più fluido e dinamico e una capacità organizzativa maggiore da parte dei nemici.


Come scritto all’inizio dell’articolo, Metal Gear Solid trae gran parte della sua forza dalle innovazioni apportate nel 1998, quelle stesse innovazioni che oggi non porterebbe alcuna sorpresa o non sarebbero per nulla attuabili; di conseguenza necessitano di essere del tutto ripensate.


Altra questione è quella legata all’inventario. Ad oggi, in molti storcerebbero il naso a guardare Snake correre in giro per Shadow Moses portandosi dietro diverse decine di kg di attrezzatura.


La gestione dell’inventario andrebbe totalmente rivisitata, andando a valutare l’utilizzo “una tantum” di determinate armi, come i lanciamissili Nikita e Stinger, e ripensando alla relazione Snake-Otacon, con quest’ultimo che potrebbe incontrare Snake in alcuni punti della base e fungere da “baule”.


Le innovazioni apportate nel 1998 necessitano di essere del tutto ripensate


Gli scontri corpo a corpo sarebbero una delle incognite maggiori per un eventuale remake.


Uno Snake con tre mosse in croce attirerebbe troppe critiche oltre che rendere noiosi i due scontri contro Gray Fox e Liquid Snake. Tuttavia la ricerca di una maggiore dinamicità negli scontri fisici potrebbe portare ad esperienze troppo simili quelle di Yakuza, finendo per diventare trash e non in linea con la profondità del gioco. In aiuto di Konami arriverebbe Metal Gear Solid 4 ci ha dimostrato come è ancora possibile sviluppare degli scontri corpo a corpo che sia in grado di integrarsi con l'anima del titolo.


Ultima, enorme, sfida di un futuro remake sarebbe lo scontro con Psycho Mantis.


PlayStation 5 non ci darebbe la possibilità di inserire il “pad” nel secondo ingresso e qualsiasi tattica che giri intorno a questa idea saprebbe terribilmente di vecchio.

La soluzione potrebbe venir fuori da una completa re-scrittura delle scene che vedono Mantis sullo schermo.




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Psycho Mantis ha il potere di leggere il presente, futuro e passato. Se presente e futuro sono un vero e proprio libro aperto per Mantis, il passato è un qualcosa di già accaduto, di conseguenza visto come assodato e superato.


Proprio sulla gestione della data di gioco potrebbe giocare Metal Gear Solid Remake, magari impostandola indietro di qualche giorno, andando così a impattare sull’intera capacità di Mantis di leggere la mente, oppure in modo ancora più geniale, permettendo di settarla al settembre 1998, quando Snake è riuscito a sconfiggere Mantis cambiando l’ingresso del pad.


Insomma, le scelte non mancano.


Metal Gear Solid Remake sarebbe un’impresa ardua e soprattutto titanica per Konami, tuttavia rappresenterebbe una nuova pietra miliare per la storia dei videogiochi e permetterebbe ai giocatori più giovani ad avvicinarsi a quello che è ancora oggi una delle migliori esperienze videoludiche mai scritte.


E a voi, piacerebbe ritornare a Shadow Moses?


 
 
 

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