Pokémon Scarlatto/Violetto: la recensione (NO spoiler)
- Francesco "Logan" Longobardi
- 30 nov 2022
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 1 dic 2022
A volte le persone sembrano dimenticare che Pokémon è uno più grandi franchise di giochi del mondo... A questo giro sembra che la compagnia l’abbia fatta grossa. Cerchiamo di capire insieme il perché.

A poco più di una settimana dall’uscita, Pokémon Scarlatto e Violetto hanno goduto di un lancio sicuramente al di sopra delle aspettative in termini di cifre di vendita, ma in quanti si possono dire realmente soddisfatti dell’acquisto?
All’atto pratico il successo incondizionato della nuova generazione Pokémon sembra essere dovuto alla sua transizione verso una struttura openworld. Nonostante tutto, le aspettative sul fronte tecnico e grafico vengono deluse già dalle prime ore di gioco.
Ci teniamo già a rettificare che le nuove avventure dei mostriciattoli tascabili non sono giochi completamente da buttare, a livello di gameplay prendono un sacco di decisioni intelligenti, ma la situazione tecnica è così grave da far passare tutto questo in secondo piano e ci si chiede come mai Nintendo e The Pokémon Company abbiano permesso la pubblicazione di un prodotto in queste condizioni.

Dopo l'interessante transizione temporale che abbiamo vissuto con Leggende Pokémon: Arceus, siamo tornati a una struttura e un'impostazione a noi familiari. Questa volta vestiamo i panni di un giovane studente della ridente regione di Paldea in procinto di incominciare il suo percorso di studi alla prestigiosa Accademia Pokémon della regione. Come sempre, sceglieremo tra tre Pokémon iniziali (Sprigatito, Quaxly e Fuecoco), incontreremo una faccia amica (Nemi) che salterà fuori durante il viaggio e ci dirigeremo verso il mondo per conquistare medaglie ed arrivare ad affrontare i Superquattro della Lega Pokémon.

Per la prima volta nella storia del brand, però, possiamo giocare con un certo arbitrio ed esplorare Paldea (inizialmente con alcune limitazioni) come meglio crediamo. Il mondo è appunto aperto, senza barriere e schermate di caricamento nell'openworld e la possibilità di spostarsi rapidamente utilizzando (altra novità) un Pokémon leggendario che raccogli all'inizio del gioco. Il senso di libertà che offre il gioco è appagante e segue efficacemente il progetto tracciato da Leggende Pokémon: Arceus.

L’avventura si suddivide in tre percorsi che possiamo seguire a nostro piacimento: uno offre la normale scalata delle palestre per conquistare il titolo di Campione, mentre gli altri due hanno finalità narrativa e riguardano la ricerca di spezie rare con la quale Koraidon o Miraidon - in base alla versione del gioco che possiediamo - acquisisce nuove abilità che facilitano l’esplorazione e la caccia al Team Star che importuna gli studenti dell’accademia invitandoli ad arruolarsi a loro.
Nonostante la possibilità di scegliere di intraprendere ogni attività in qualsiasi ordine, queste sono caratterizzate da un livello di difficoltà definito che porta indirettamente il giocatore a fare un determinato percorso, che comunque è popolato da Pokémon selvatici di livello coerente all’attività di quella zona. Vien da sé arrivare a chiedersi il motivo di tale scelta e farci credere di esser liberi di intraprendere qualsiasi attività quando sarebbe stato più consono adattare il livello degli avversari in base all’ordine nel quale vengono affrontati… Ma niente paura, se vi trovate al cospetto di un Dragonite al livello 60 e vi siete persi potete andare al Centro Pokémon più vicino e chiedere consiglio alla “Infermiera Joy Paldeiana” che vi suggerirà, in base ai vostri progressi, la meta più consona da raggiungere.

Paldea è senza dubbio grande e vasta, ma l’esperienza esplorativa alla lunga risulta essere angosciante soprattutto con la Switch in modalità portatile per via della bassa frequenza di frame e di tecnicismi quali i Pokémon che compaiono all’improvviso e, in casi peggiori, continuano a non comparire anche se li hai involontariamente ingaggiati. Salta subito all’occhio la mancanza di dettagli che rendono alcune aree senza carattere e quasi non riconoscibili, mancanza che viene ulteriormente marcata osservando il centro abitato da un luogo più remoto, in quanto si mostreranno quasi pixelati.

Le note dolenti non sono finite qui: se paragoniamo questo Pokémon con i giochi delle passate generazioni, in cui si entrava anche nelle abitazioni più comuni, Scarlatto e Violetto mancano in modo abbastanza evidente di luoghi interni da esplorare. È un po' deludente data la complessità che possono offrire, e questo spiega anche la scelta di fare Poké Center e Poké Market a mo’ di venditori ambulanti: la scelta di non fare le classiche strutture dove poter accedere e far riposare la propria squadra ha un motivo tecnico, e non stilistico.
Tuttavia, è un mondo divertente da esplorare e l'aggiunta della modalità cooperativa da due a quattro giocatori durante l'esplorazione rende l’esperienza più godibile. Le dimensioni dei suoi campi aperti e delle sue pianure, al netto dei limiti grafici già accennati, ci regalano bei momenti proprio come in Leggende Pokémon.

La modalità cooperativa è tuttavia più un’opzione aggiuntiva che una funzionalità integrata: le attività da svolgere sono poche, e la modalità sembra più incentrata a fungere da lobby per i raid. C’è un miglioramento della funzione rispetto a Spada/Scudo, ma ancora una volta non è l'aggiunta rivoluzionaria che speravamo quando la modalità è stata svelata per la prima volta.
La battaglia è il punto forte del brand e come al solito è avvincente, i fan sono entusiasti da alcuni dei nuovi design dei Pokémon e le piccole modifiche sia alle animazioni che al gameplay hanno reso più dinamico il combattimento senza stravolgere l’esperienza, nonostante sia fortemente penalizzata dal disordine grafico e ostacolato dalle scorciatoie utilizzate, per esempio, quando si vuole ingaggiare un Pokémon situato in un piano diverso dal nostro.

Il gameplay di base quindi non è cambiato: esplori, fai salire di livello la tua squadra e catturi nuovi mostriciattoli sia per completare il Pokédex che per mantenere una serie completa di opzioni tattiche. Da questo punto di vista possiamo dire che Game Freak stia facendo passi nel giusto verso.
La direzione che la saga Pokémon sta perseguendo sembra buona, però: se Spada e Scudo non hanno quasi per niente dato l’impressione di esser passati da 3DS a Switch, con Scarlatto e Violetto siamo finalmente su un percorso che porta chiaramente a una serie next-gen che può potenzialmente essere più raffinata e moderna.
Pokémon Scarlatto e Violetto quindi non sono stati per niente all’altezza delle aspettative, ma rimane comunque un titolo solido grazie al loro gameplay principale che caratterizza la serie. Ciò che fa storcere il naso al fan di vecchia data passerà inosservata al giocatore più giovane che per la prima volta si affaccia al mondo Pokémon, e non si esclude che Nintendo sia più propensa a portare a se nuovi potenziali acquirenti che soddisfare e fidelizzare quella fetta di pubblico che con i mostriciattoli tascabili ci è già cresciuta.
Ma questo non può giustificare in alcun modo il problema principale: questi giochi girano semplicemente in modo terribile! Le loro prestazioni sono a dir poco scioccanti se consideriamo anche il controllo di qualità che Nintendo applica ai suoi franchise di punta (che di base è estremamente affidabile).

Le fluttuazioni del framerate spesso non sono un grosso problema, se sono rare e non sostenute, ma Pokémon Scarlatto e Violetto funzionano abitualmente con un enorme grado di instabilità, rallentando a passo d'uomo in alcuni punti. Ciò contribuisce a problemi visivi e bug frequenti e altamente evidenti, dalle animazioni mancanti alle trame e alle risorse che compaiono in modo stridente. Questa prestazione sembra peggiorare man mano che giochi in una sessione, con un riavvio del gioco che risolve momentaneamente un problema che già sappiamo si ripresenterà.

Capiremmo se il gioco stesse raggiungendo le stelle sul fronte visivo, spingendo l'hardware al limite. Tuttavia, non è proprio così: questi sono giochi che sembrano decisamente mediocri. I Pokémon stessi hanno un bell'aspetto ‘simil-realistico’, e questo è tutto. I paesaggi sono sfocati e mancano di dettagli, il fogliame è un ritorno a epoche passate nella loro mancanza di volume e la distanza di visualizzazione è davvero insignificante.
A questo punto si potrebbe mettere in dubbio la potenza della Switch, ma quest'anno abbiamo giocato anche a Xenoblade Chronicles 3 e abbiamo visto ambientazioni a dir poco mozzafiato. Mettere il gioco a paragone con Scarlatto/Violetto è come guardare il giorno e la notte: due cose distinte e separate.
Il lavoro dietro al titolo c’è e si vede, ma hanno probabilmente concentrato le proprie forze su cose meno importanti. Per esempio: Che senso ha animare i dialoghi tra personaggi se non è prevista alcuna battuta vocale nel gioco?

Game Freak ha dimostrato di avere le idee giuste per modernizzare il suo franchise mega-popolare, ma potrebbe aver bisogno di aiuto sul lato tecnico, perché un marchio del calibro di Pokémon non si può permettere tali figure.
L'ultima generazione di Pokémon fa un altro passo avanti, ma si presenta con problemi di prestazioni che sono assolutamente inaccettabili, evidenziando un netto ritardo sul fronte visivo che, dopo questa magra figura, si spera possa recuperare. È una grande avventura che alla fine vale la pena vivere, ma purtroppo non è stata supportata da un comparto tecnico degno non solo del gioco in se, ma di tutto il brand. Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto, di conseguenza, arrivano a malapena alla sufficienza. |
PRO E CONTRO
- Gameplay solido - Open world vasto da esplorare - Modalità Cooperativa godibile - Animazioni migliorate | - Framerate instabile, al punto da risultare fastidioso - Ambientazioni povere di dettagli - Bug grafici frequenti - Mancanza di strutture visitabile all'interno |











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