Recensione: Fear Street: Prom Queen - Bentornati a Shadyside
- Adriano Ventrone
- 24 ore fa
- Tempo di lettura: 4 min
Appena approdato su Netflix, questo quarto ed ultimo adattamento dei romanzi di "Fear Street" di R.L. Stine ci mostra altre tenebrose vicende della maledetta cittadina d ShadySide.
Diretto spin-off della trilogia di Fear Street realizzata da Netflix nel 2021, Fear Street: Prom Queen è riuscito ad essere all’altezza dei suoi tre predecessori e a portare ancora una volta lustro agli adattamenti delle opere del maestro dell’orrore giovanile R.L. Stine? Scopritelo nella nostra recensione!
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Questa recensione NON conterrà spoiler sulla trama!
Cosa Racconta?Fear Street Prom Queen
Ambientato sei anni prima rispetto il primo film, Prom Queen segue le vicende di un gruppo di ragazze candidate come “Reginette del ballo di Shadyside”, evento molto importante per la città in quanto, simbolicamente, la nuova reginetta del ballo dovrà rappresentare l’immagine della cittadina, da sempre vista come un posto malfamato e addirittura maledetto. Ovviamente questa premessa tutto sommato normale andrà a scontrarsi con una realtà dei fatti ben più macabra e violenta.

I personaggi
Ovviamente, trattandosi della trasposizione di un manoscritto di R.L. Stine, il cast di protagonisti è composto prevalentemente da giovanissimi. Come è solito per l’appunto per i personaggi di Stine, i vari protagonisti ricalcano un po’ quelli che sono gli archetipi dei teenagers americani; a comporre il cast principale troviamo infatti Lori Granger (interpretata da India Fowler), la classica ragazza un po’ emarginata a scuola, la sua migliore amica appassionata di horror Megan Rogers (Suzanna Son) e Tiffany Falconer (Fina Strazza), la ragazza che aspira alla perfezione e a diventare reginetta, nonché antagonista di Lori.

Nel cast di adulti, degni di nota sono Lili Taylor che interpreta Dolores Brekenridge, severa e austera Vicepreside della scuola e l’insospettabile Chris Klein (Chris "Oz" Ostreichernella saga di American Pie) che interpreta Dan Falconer, padre della perfida Tiffany nonché insegnante nella scuola di Shadyside.
In generale, il cast nella sua interezza ha svolto un buon lavoro, rendendo credibili i propri personaggi.
I magici anni '80, quasi ‘90
Ormai cavallo di battaglia di Netflix, gli anni ’80 sono squisitamente rappresentati in questo film. La scelta delle musiche, i set e il look dei personaggi contribuiscono molto ad entrare nel mood di fine anni ottanta, fattore che non solo fa contenti gli appassionati di quegli anni, ma che contribuisce ad aumentare di molto l’immersività del film.
Delle storie che vogliono raccontare l’adolescenza
Così come la saga di Piccoli Brividi, anche Fear Street vuole essere più didattico che propriamente “spaventoso”, anche se in maniera differente rispetto alla sua saga sorella destinata ad un pubblico più giovane. Infatti, se in Piccoli Brividi troviamo delle storie che vogliono dare insegnamenti ai giovani lettori, in Fear Street la chiave di lettura va ritrovata più specificatamente nelle problematiche che i personaggi adolescenti/giovani adulti devono affrontare. Infatti, nella pellicola, la fanno da padrone temi importanti e molto vissuti negli ambienti scolastici, come il bullismo, l’accettazione sociale ed anche quel sentimento di rivalsa molto comune tra gli adolescenti. Va quindi fatto un plauso alla produzione per aver mantenuto, anche in questo caso, lo spirito didattico fondamentale per le opere di Stine.

E la Paura?
Questo film, a differenza della saga principale, si discosta dal genere di “horror paranormale” nel senso stretto del termine, preferendo lasciare i fattori soprannaturali più come un qualcosa di aleatorio (appunto, la maledizione di Shadyside) e preferendo virare su un classico ed intramontabile genere "slasher". Infatti - e questo, secondo noi, è un pregio - tutto lo svolgimento della pellicola e la minaccia presente al suo interno sono molto assimilabili a quelli della saga di Scream. Ovviamente, a dar colore al tutto sono le scene di violenza, sempre sanguinolente e con qualche spunto registico interessante, ma che non cercano di impressionare con rocambolesche ed improbabili coreografie di morte. Insomma, fa paura? Beh, può far paura come può far paura uno slasher in generale.
Verdetto Finale
PRO | CONTRO |
I personaggi, benché ricoprano volutamente degli stereotipi, funzionano. Gli anni ’80 sono rappresentati divinamente, nel bene e nel male. Vedere degli avvenimenti di Shadyside non così legati alla maledizione funziona. | Inizio un po’ troppo lento. La virata slasher potrebbe non piacere a chi ha apprezzato la trilogia originale. |
Fear Street: Prom Queen si conferma come un prodotto tendenzialmente in linea con i tre film della saga principale. La realizzazione puramente tecnica del film è più che buona, e la struttura del film, proprio non cercando troppo virtuosismi o innovazione risulta ben collaudata e funzionante. Al netto di un inizio forse un po’ lento, probabilmente scelta quasi obbligata per farci conoscere almeno i personaggi principali in maniera decente, il film ingrana abbastanza in fretta trasformandosi ben presto in uno slasher puro. Comunque, il film è perfettamente godibile anche senza aver visto i precedenti tre capitoli, tuttavia vi consigliamo di recuperarli per non perdervi alcuni dettagli della pellicola. |
Voto Finale: 8/10