Red: la recensione
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Red: la recensione

Aggiornamento: 1 nov 2022

Mei Lee è una ragazzina cinese di tredici anni solare e intraprendente. Ligia al dovere scolastico e appassionata di matematica, la vita di Mei Lee si divide tra la scuola, le amiche del cuore, il santuario di famiglia e la passione per la musica, in particolare per la boyband del momento: i 4Town. Saranno proprio gli impulsi adolescenziali a risvegliare in Mei Lee un’antica maledizione di famiglia, la mutazione in un enorme e soffice panda rosso…

 

Venticinque lungometraggi a partire dal 1995 col capostipite, il meraviglioso Toy Story.

Eppure, nonostante una lunga carriera e un curriculum degno di nota, la Pixar non sembra intenzionata a fermarsi , anzi rincara la dose con una regolarità quasi manicale portando in scena un film ogni anno.

Una delle cose più riuscite e ben note della casa fondata da George Lucas (e poi acquistata da Steve Jobs nel 1986) è sicuramente la cura dei dettagli delle emozioni umane: che sia un pesce pagliaccio smarrito, un giocattolo che non sa di essere un balocco, un robottino spazzino che cerca il suo posto nel mondo o un topo che vuole cucinare, dalle parti di Emeryville (California) sanno bene come toccare le corde del cuore riuscendo a far smuovere anche l’animo più duro, grazie a storie semplici ma di grande impatto visivo ed emotivo.

Red, diretto dall’esordiente Domee Shi, non fa eccezione ma conferma il leitmotiv narrativo tanto caro a papà Disney e a zio Pixar.



L’adolescenza è una fase di estremi cambiamenti, un periodo fatto di sbalzi d’umore, trasformazioni fisiche, ed estrema irritabilità; per gli adulti è difficile gestire un adolescente in piena crisi ormonale, per i ragazzi è altrettanto difficile gestire un periodo così delicato e sul filo del rasoio.

Sembrerebbe quindi una missione impossibile raccontare una storia di evoluzione fisica ed emotiva, specialmente in un film d’animazione, eppure Red riesce nel suo intento grazie ad un ritmo calzante.

La gestione delle emozioni con l’esplorazione dell’animo umano è sempre stato un marchio di fabbrica per la Pixar (approfondita in quel piccolo capolavoro che è Inside Out), la regista Domee Shi (anche sceneggiatrice) riesce nell’intento di raccontarci con estrema delicatezza il rapporto genitore-figlio in una fase così fatidica dove ci si sente enormi, fuori luogo e completamente spaesati rispetto al resto del mondo.


La mutazione nel panda rosso diventa quindi una vera e propria metafora sui cambiamenti che una ragazzina dovrà affrontare, passando quel fatidico periodo di cambiamento (l’allegoria del colore del panda con il primo ciclo mestruale non è casuale) dove soprattutto a livello psicologico una persona dovrà iniziare a convivere con il senso di oppressione e di disagio rischiando così una vera e propria implosione di sentimenti: a conti fatti, crescere è bestiale.

Il tutto portato in scena con il solito sense of humor e la solita verve di Pixar con cui ha abituato benissimo gli spettatori nelle ultime due decadi, Red si dimostra un prodotto che riesce ad intrattenere toccando tematiche importanti senza però dimenticare il divertimento e la spiritosaggine.



Inizialmente programmato per l’uscita in sala ma poi spostato in esclusiva su Disney+, Red funziona nella semplicità della messa in scena e nel suo totale rispetto alla fase adolescenziale, rendendolo un prodotto fresco e sincero adatto sia agli adulti (che ci si rispecchieranno benissimo), sia ai giovanissimi. Non un vero e proprio capolavoro (siamo lontano anni luce da perle come Toy Story, Monsters & Co, Wall-E e Up) ma sicuramente un ottimo lavoro, non ruffiano e spudoratamente spensierato.


VOTO FINALE: 6.5

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