Resident Evil Village non è solo Lady Dimitrescu
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Resident Evil Village non è solo Lady Dimitrescu

Aggiornamento: 30 mar 2022

Tra licantropi, vampiri ed altre amenità, Village ha ancora qualcosa di ciò che ha reso celebre la saga di Resident Evil?

Una personale disamina della lore di RE8.


L'articolo contiene SPOILER


L'ottavo capitolo della celebre saga horror targata Capcom ha fatto il suo debutto da ormai quasi un anno. Grande successo di critica e pubblico, con oltre 5 milioni di copie vendute, questo episodio è stato però anche ampiamente criticato per il (presunto) totale allontanamento da ciò che era la saga di Resident Evil, insieme al predecessore Resident Evil 7: Biohazard. Il cambio di visuale in prima persona, le ambientazioni e i temi molto diversi hanno contribuito ad alimentare queste dicerie.


Molto di ciò che venne mostrato di Village da Capcom per pubblicizzare la sua nuova fatica riguardava una vampira macabramente sexy: Lady Dimitrescu. Questa formosa donnona di oltre due metri d'altezza da subito fu inquadrata come il "nuovo Nemesis", che avrebbe dato la caccia al giocatore per ogni dove. Fu anche oggetto di svariati meme e parodie, per lo più a sfondo sessuale, per tutta la durata della campagna marketing di Capcom e anche dopo l'uscita del gioco.


Oggi, dopo un anno dalla pubblicazione, possiamo dire che Resident Evil Village è solo vampiri e fan service per i giocatori più ingrifati, oppure c'è dell'altro?


Il ripassone


Il già noto protagonista di Resident Evil 7: Biohazard, Ethan Winters, è di nuovo al centro degli eventi poiché, dopo essersi trasferito con moglie e figlia piccola in Europa per ricominciare una nuova vita, si vede di nuovo portar via tutto ciò che gli è caro. La moglie Mia, rediviva dopo gli eventi di RE7, viene uccisa a sangue freddo da quello che si pensava essere un amico fidato: il soldato tutto d'un pezzo Chris Redfield. La figlia ancora in fasce Rosemary invece viene portata via insieme allo stesso Ethan dagli agenti di Redfield. Durante il viaggio con i soldati, uno strano incidente stradale fa ritrovare Ethan ammaccato ma vivo in un bosco a pochi passi dal villaggio protagonista della storia. Scoprirà che sua figlia è ancora viva e partirà per un ostinato viaggio allo scopo di salvare almeno lei da un triste fato.

Giunto al villaggio e avuto contatto con i pochissimi sopravvissuti al misterioso massacro che ha devastato tutta la zona, Ethan scopre che la figlia Rosemary è tenuta in ostaggio al castello di un lord locale che risponde al nome di Lady Dimitrescu e si dirige in quella direzione. Solo successivamente all'esperienza nel castello scoprirà che la figlia è stata letteralmente fatta a pezzi e messa in particolari contenitori. Disperato, crede sia tutto perduto. Nonostante ciò il "Duca", il mercante del villaggio che fin da subito si dimostra amichevole nei confronti del protagonista, suggerisce che Rosemary sia ancora viva e che vada solo "rimessa insieme". Ethan si convince a recuperare le parti della piccola Rose per salvarla, ma soprattutto per capire perché le sia accaduto tutto ciò e come mai sia ritenuta così importante da chi gliela vuole portare via.



Alcina Dimitrescu è la discendente di una ricca casata le cui radici si perdono nel passato e condivide questo status con altri tre personaggi, anch'essi discendenti di altre casate.

Le casate che dominano sul villaggio sono:

  • la casata Dimitrescu;

  • la casata Beneviento;

  • la casata Moreau;

  • la casata Heisenberg.

I quattro signori locali si riveleranno essere i principali antagonisti della storia, ognuno dei quali andrà raggiunto nel proprio territorio nei dintorni del villaggio per poter recuperare una parte di Rose. Al di sopra di essi però aleggia un'altra figura, quella che sembra essere la responsabile della creazione di tutte le mostruosità (lord compresi) e gli orrori che si sono abbattuti sul villaggio: Madre Miranda. Un personaggio ambiguo, le cui fattezze e intenzioni rimarranno avvolte nel mistero per la maggior parte dell'avventura.


Lady Dimitrescu



Partiamo appunto parlando di Alcina Dimitrescu, di ciò che doveva essere (e non è stata) e del suo effettivo ruolo all'interno della trama di Village.

La nobildonna proprietaria del grande castello gotico che si staglia minaccioso sul villaggio ha tre figlie, anch'esse, bè... orridamente gradevoli alla vista. Chiaramente, trattandosi di un gioco horror, tali creature non sono state messe lì (solo) per far eccitare il giocatore, ma piuttosto per risultare come un'effettiva minaccia. Dimitrescu e figlie sembravano essere le principali villain della storia ma, com'era intuibile, si sono rivelate delle semplici pedine. Purtroppo il mordente che Alcina e figlie avrebbero dovuto avere in quanto stirpe vampiresca manca totalmente, ma c'è un motivo. All'apparenza invulnerabili, Alcina e figlie si sconfiggono facilmente una volta capito il punto debole: è infatti con un semplice escamotage che le si rende "mortali".

Nella saga di Resident Evil, come da tradizione, tramite vari collezionabili da scovare (come i classici "documenti": lettere, ritagli di giornale ecc.) aventi la funzione di riempire qualche buco narrativo qua e là, possiamo venire a conoscenza di dettagli succosi che aiutano a comprendere il quadro generale. Il motivo della mancata invulnerabilità delle vampire viene spiegata dai collezionabili sparsi in giro che rivelano la loro vera natura: il frutto di una qualche sorta di malata sperimentazione.

Lady Dimitrescu è molto devota a colei che l'ha resa così potente, che le ha donato nuova vita e delle figlie; la vede come una vera e propria madre. Dopo aver dato del filo da torcere a qualcuna delle figlie, mentre scorrazziamo in cerca di una via d'uscita, Alcina apparirà saltuariamente e ci inseguirà in pieno stile Mr. X di Resident Evil 2 o Nemesis di Resident Evil 3, ma neanche lontanamente saprà essere minacciosa o spaventare allo stesso modo (siamo inseguiti da quella che all'apparenza rimane comunque una bella donnona dopotutto). Solo la vera forma di Lady Dimitrescu potrà darvi un po' di filo da torcere a difficoltà più alte, quando arriverete alla resa dei conti nella sua boss fight.



Il castello Dimitrescu è solo il principio di un lungo viaggio, solo una delle quattro destinazioni che il nostro protagonista Ethan Winters può raggiungere partendo dal centro del villaggio. Lo sfarzo e l'architettura del castello rendono la dimora di Dimitrescu una delle migliori, se non la migliore tra le ambientazioni che il gioco offre, la quale restituisce quel senso di claustrofobia di cui un titolo come questo dovrebbe essere costantemente permeato. Dico "dovrebbe", perché non tutte le location del gioco restituiscono questa sensazione. A differenza del settimo episodio (a modesto parere di chi scrive uno dei punti più alti della saga, un mix sapientemente amalgamato di stili horror moderni che provocano un senso di oppressione costante), Village preferisce ambientazioni più soft, più luminose, in linea con la tipologia di horror a cui si rifà: quell'horror classico del secolo scorso le cui paure erano incarnate soprattutto dalla figura del mostro come il vampiro o il licantropo.

Il castello Dimitrescu risulta affascinante e pericoloso, soprattutto durante le sezioni nei sotterranei al buio, in cui i nostri principali nemici saranno degli "zombie" al femminile, niente altro che le domestiche che nei decenni hanno lavorato al castello, anch'esse esperimenti.


Donna Beneviento



Il membro più inquietante del quartetto di lord è incarnato da una semplice ragazza all'apparenza innocua: Donna Beneviento. Legittima proprietaria di Casa Beneviento, una residenza elegante che si affaccia su di uno strapiombo accanto ad una grande cascata, Donna è un personaggio la cui storia rimane perlopiù avvolta nel mistero. Di nuovo tornano in aiuto i collezionabili che, nel caso della zona di Casa Beneviento, ci forniscono quelle poche informazioni per delineare la personalità di Donna: una ragazza mentalmente instabile la cui condizione l'ha portata ad isolarsi e quindi a comunicare col prossimo solo tramite la sua bambola Angie. Una ragazza sfortunata che ha perso precocemente i genitori ed anche quella che presumibilmente poteva essere la sorella più piccola. Nel giardino vicino alla dimora Beneviento possiamo trovare infatti una tomba il cui epitaffio, se ricostruito dal giocatore che ne deve trovare un pezzo, reca incisa la scritta: Claudia Beneviento, 1987-1996.


Donna ha il potere di scatenare potenti allucinazioni nella mente delle sue vittime; di conseguenza la sezione a lei dedicata, ambientata all'interno della sua residenza, dà vita al momento più horror di Village, molto simile alle atmosfere di RE7. Infatti, se la sezione nel castello Dimitrescu rimanda chiaramente alle atmosfere delle storie sui vampiri come Dracula, la parte di Beneviento invece ha lo scopo di trascinarci nella più classica delle ambientazioni: la casa infestata. La sezione con Donna è a metà tra una ghost story e film horror con bambola assassina. È anche l'unica sezione prettamente survival, in cui non avremo accesso alle armi (e di conseguenza saremo inermi) e dovremo risolvere una serie di puzzle ambientali basati sulla vita, gli affetti e le paure di Ethan, il tutto venendo braccati da uno dei suoi peggiori incubi.

A detta degli sviluppatori, i fan furono troppo spaventati da RE7; di conseguenza il team virò verso atmosfere e situazioni più leggere per Village, così da renderlo più adatto alle masse. Tutto ciò solo per dirvi che se amate la sensazione che l'horror psicologico sa dare, sappiate che purtroppo dopo la parte di casa Beneviento non ne troverete più.



Casa Beneviento è una casa, ben tenuta, su più piani. La tranquillità dovuta ad ordine e pulizia cozza fortemente col contesto ed il motivo per cui la si visita, ed il continuo silenzio che ci avvolge mentre la esploriamo pesa in modo asfissiante. Un'altra bella location per Village.


Salvatore Moreau



Il prossimo lord decaduto è Salvatore Moreau. Possiamo incontrare Moreau al "lago artificiale", una specie di zona "cisterna" controllata da una diga. Un sistema di chiuse collegato a dei vecchi mulini rende il lago svuotabile. Il luogo sembra essere stato convertito solo di recente, poiché sott'acqua vi sono ancora i resti di quello che sembra essere un villaggio di pescatori. Location suggestiva ma poco paurosa, essendo ambientata all'aperto in pieno giorno.


Moreau è un uomo debole, piagnone, sofferente, in cerca della continua approvazione della "madre" (allo stesso modo di Alcina, così devota alla sua creatrice), ma soprattutto è dannatamente brutto. È deformato in modo grottesco da quello che sembra essere un parassita diventato bello grosso.

A questo punto del gioco cominciano ad essere molti gli indizi che ci fanno intuire quanto abbiano in comune i lord. Quelle che all'apparenza sembravano essere creature così diverse tra loro nascono dalla stessa matrice: il parassita chiamato "Cadou" (parola romena per "regalo"). Il Cadou modifica la struttura genetica dell'ospite, facendogli sviluppare particolari abilità, ma a costo di un'esistenza dannata (palese è il rimando alle "Plagas", i parassiti protagonisti del buon vecchio Resident Evil 4; oltre a questo sono tanti i riferimenti a RE4, in omaggio al fatto che siamo giunti all'ottavo capitolo, suo doppio).

Una cosa è certa: Salvatore Moreau è l'esperimento riuscito peggio; un soggetto molto poco adatto alla simbiosi con il Cadou, motivo per cui il suo corpo cerca di espellerlo in continuazione. Ne risulta un abominio che ha poco controllo sul proprio potere e che finisce per essere sì temibile nella sua forma più grande e minacciosa, ma talmente patetico da fare comunque pena.

Stiamo parlando di un personaggio che a tutti gli effetti rientra nello stilema del "mostro della palude", altra figura classica dell'horror novecentesco.



Dopo un rocambolesco percorso ad ostacoli tra le case semisommerse, e con Moreau in formato pesce gigante alle calcagna, riusciamo ad attivare la diga. Una volta svuotato il lago, Moreau è fuori dal suo ambiente ideale e quindi vulnerabile. Al momento della dipartita, quasi dispiace per lui.


Karl Heisenberg



Di Karl Heisenberg sappiamo davvero poco. Il suo quartier generale è una fabbrica appena fuori dal villaggio, in cui però si producono delle mostruosità. È sicuramente il più temibile tra i lord, vista la sua capacità di controllare i metalli come un novello Magneto degli X-Men. Dopo l'incontro con Moreau, Heisenberg ci indirizza verso la fortezza a nord del villaggio, tana dei ringhiosi Lycan, una progenie di uomini lupo di cui abbiamo fatto la conoscenza fin dalle prime battute del gioco, per recuperare l'ultima parte di Rose. I Lycan probabilmente una volta erano gli abitanti del posto. Recuperare l'ultimo contenitore non risulta di certo facile, ma è curioso il comportamento di Heisenberg, che sembra guidarci verso l'obiettivo. Recuperato il contenitore, Karl ci invita alla fabbrica con fare amichevole, per farci una proposta. Ethan è riluttante a lasciare di nuovo sua figlia, ma non ha scelta e si incammina. Heisenberg vuole usare il grande potere che Rose sembrerebbe possedere, per rovesciare Madre Miranda, colei che lo ha destinato a questa vita dannata e per cui nutre un profondo risentimento. In totale contrasto con il comportamento degli altri lord quindi, Karl detesta Madre Miranda e ci chiede aiuto: vuole stringere un'alleanza. Ma Ethan non vuole averci niente a che fare poiché non sacrificherebbe mai la figlia, ed è costretto quindi a scappare dalla fabbrica infernale, solo per incontrare di nuovo Chris Redfield, che finalmente gli racconta tutta la verità sugli avvenimenti recenti (di cui parleremo dopo). Proprio grazie a Chris entriamo in possesso di una speciale arma fatta di una lega che Heisenberg non può controllare, con cui lo riusciamo a sconfiggere.



Heisenberg purtroppo è un personaggio che non sembra amalgamarsi al meglio col resto del gioco. Il suo personaggio e la sua fabbrica tendono a sembrare una nota stonata nel pentagramma gotico est-europeo che Village porta in scena. Ormai però è chiaro l'intento degli sviluppatori di voler giocare molto sulla simbologia: i quattro lord sono omaggi a personaggi classici dell'horror e Karl Heisenberg non fa eccezione. Parliamo infatti di un personaggio che prima di sembrare un mutante della Marvel è soprattutto una versione distorta del Dottor Frankenstein: un geniale scienziato pazzo il cui scopo non è altri che quello di creare un esercito in segreto per poter rovesciare sua "madre" Miranda. Il ruolo che gioca la fabbrica è proprio questo: un complesso sotterraneo adibito a fucina sforna-creature ricavate da cadaveri riportati in vita con innesti cibernetici. Quale modo migliore di costruire un esercito se non quello di utilizzare una catena di montaggio?


Madre Miranda


ATTENZIONE: da adesso in poi gli spoiler saranno corposi


Giungiamo al mail villain colpevole di tutta questa sofferenza: Madre Miranda.

Finora abbiamo incontrato vampiri, licantropi, bambole assassine, mostri della palude e scienziati folli. Ma cosa manca per completare il quadro? Ovviamente... la strega!

La strega, serva delle forze del male, capace di praticare la magia più occulta e spesso ritenuta figlia del Diavolo. La strega circuisce, inganna, irretisce. Ed è proprio ciò che gli sviluppatori hanno voluto portare in scena con Miranda, capace di assumere le sembianze di chi o cosa preferisce. Spesso infatti appare e scompare in una nuvola di corvi, animali che da sempre vengono associati alla sfuggente e diabolica figura della strega.



Miranda è la mente dietro a tutto, e tutta la sua storia la si può scoprire durante la sezione di gioco in cui impersoniamo Chris Redfield, che insieme al suo team di soldati scelti cerca di distruggere Miranda e la sua progenie del male una volta per tutte. Trovato il laboratorio di Miranda, Chris (ed il giocatore con lui) scopre che ella è nata in un imprecisato momento del XIX secolo, e che nei primi anni del '900 ha partorito una bambina di nome Eva. La tragedia giunge dopo pochi anni, quando l'epidemia dell'influenza spagnola falcia l'Europa portandosi via milioni di vite. Tra queste c'era anche la piccola Eva. In preda alla disperazione e al dolore, Miranda cerca un luogo per suicidarsi e s'imbatte casualmente nell'ingresso ben nascosto di un'immensa grotta che si estende sotto al Villaggio. Lì trova un grande ammasso di sostanza nera e vischiosa, che verrà ribattezzato "la Muffa". La Muffa è una vera e propria colonia fungina capace di assorbire la coscienza e le memorie di coloro che vi entrano in contatto, morti compresi. Le fosse comuni scavate a causa della grande quantità di vittime per influenza resero possibile il contatto di molti cadaveri con la Muffa, Eva compresa. Subito dopo aver toccato la Muffa, Miranda ne è infettata ed entra in contatto con le migliaia di vite assorbite dal Fungo. Capisce così di essere stata cambiata nel profondo e che la sua bambina può essere riportata indietro. Fa infettare altri abitanti del villaggio, notando che subito dopo guariscono miracolosamente dalla malattia. Dopo poco tempo fonda il Culto del Dio Nero di cui diviene la principale profeta, oltre che un leader spirituale per tutto il villaggio. Nel frattempo porta avanti le sperimentazioni per riportare in vita la figlia grazie ai poteri biologici della colonia fungina. Dalla Muffa Miranda crea il Cadou, il parassita accennato prima. Impiantando la creatura negli abitanti del luogo comincia a creare i suoi "figli", niente altro che imitazioni mal riuscite di Eva. Ed è così che nascono i Lord come li conosciamo.



Negli anni '50 Miranda conosce il britannico Oswald E. Spencer (il nome vi dice qualcosa?) il quale, folgorato e ispirato dalla ricerca rivoluzionaria, decide di diventare l'apprendista della biologa. A causa di vedute differenti i due si separano dopo poco tempo: Miranda rivuole solo sua figlia, mentre Spencer ha in mente grandi piani per l'umanità.

Come sappiamo da Resident Evil 5, Spencer, insieme ad alcuni colleghi, si interessa negli anni '60 alle leggende di una tribù africana che sfruttava il potere di un fiore magico. Ipotizzando potesse trattarsi di un fiore che produceva un virus e pensando alle applicazioni miracolose che avrebbe potuto avere nel campo dell'eugenetica, organizza una spedizione in Africa. Grazie ad essa viene scoperto il "Virus Progenitor". Subito dopo il brillante dottore britannico fonda una compagnia il cui logo è ispirato al simbolo delle quattro casate del villaggio di Miranda: la Umbrella Corporation. Il resto è storia.



Per caso questa muffa vi suona familiare? Se avete giocato a RE7 sicuramente sì. In RE7 era una bambina diabolica di nome Eveline a creare e spargere la Muffa. La bimba, incubo della famiglia Baker, e principale responsabile degli eventi di quello che è stato battezzato "l'incidente di Dulvey" (insabbiato, chiaramente) è frutto di un esperimento del sindacato criminale noto come "The Connections", per il quale la moglie di Ethan lavorava. Eveline era una B.O.W. (Bio-Organic Weapon: arma bio-organica), in pieno stile Resident Evil, nata per scopi sbagliati, ma desiderosa di essere una bimba normale con una famiglia normale, nonostante i suoi metodi "bizzarri" per ottenere tutto ciò.

Eveline non è altro che la copia mal riuscita di Eva, la figlia di Miranda, alla cui creazione ha contribuito Miranda stessa. È stata proprio l'organizzazione "The Connections" ad avvertire Miranda della figlia di Ethan, così speciale poiché nata da un uomo e da una donna entrati in contatto con la Muffa, sopravvissuti e, per motivi probabilmente genetici, unici nel loro genere. Rosemary è la candidata ideale per ricreare Eva, e Miranda non può lasciarsi sfuggire questa occasione. Grazie al potere della Muffa Miranda può prendere le sembianze di chi desidera, perciò fa rapire Mia e ne prende il posto, così da potersi avvicinare a Rosemary. L'unità anti-bioterrorismo di Chris Redfield scopre il suo gioco e la rintraccia per ucciderla nel momento in cui è sotto le sembianze di Mia. Fintasi cadavere, Miranda si libera dalla prigionia durante il viaggio in cui erano presenti anche Ethan e sua figlia, rapendo la piccola.


Conclusione


Resident Evil Village è un gioco degno di nota, insieme al suo predecessore, per molteplici motivi.

Ambientazione, comparto tecnico, atmosfere, musiche. Tutto ciò che confeziona le due avventure è sublime ed immersivo, e riesce a tenere incollato il giocatore allo schermo.

Nuove situazioni e contesti all'apparenza slegati dai vecchi capitoli riescono a stupire grazie a pochi ma decisi passaggi di trama capaci di riallacciarsi perfettamente a storie create dieci o vent'anni prima. Quel mosaico purtroppo confusionario e a volte vago che è la lore di Resident Evil, negli anni si è ampliato enormemente, ed era difficile tener conto di tutto. Il merito principale di RE7 e RE Village sta quindi nell'essere riusciti a "far ripartire" in modo soft la saga, senza però tradire l'idea alle origini di essa.

Oltre a tutto ciò, Village è il primo RE a porsi come sequel diretto del capitolo precedente, prendendone e sviluppandone alcuni concetti, oltre alla coraggiosa decisione di continuare con lo stesso protagonista per dare una continuità che la saga in precedenza non aveva mai avuto. Un capitolo di transizione che prepara il terreno all'eventuale nono capitolo, il quale a sua volta diventerà un diretto sequel, formando una trilogia.


Ho evitato di parlare nel dettaglio del finale perché, anche se in barba agli spoiler siete giunti a leggere fin qui (ed in tal caso vi ringrazio), magari vi ho invogliato a dare una chance a questo splendido gioco horror.

Insomma, il mio caloroso consiglio è di non snobbare questa nuova e fresca svolta della saga solo perché: "eh ma nn ci sono i zombiii, nn c'entra nnt con resident evil!!!11!!1".


Perché Resident Evil Village non è solo Lady Dimitrescu.

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