RTX 3000: Nuovi standard di performance
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RTX 3000: Nuovi standard di performance

Con la nuova generazione, NVidia ha messo giù molta carne al fuoco e malgrado tutto sta riuscendo (attenderemo i benchmark individuali per confermare o smentire tale affermazione) a non far bruciare nulla.


Partiamo dalle basi: grazie ad un nuovo processo produttivo ad 8 nanometri, NVidia ha fatto un enorme passo in avanti rispetto alla precedente generazione a 12 nanometri. Ma questo che vuol dire? Semplice: un processo produttivo a dimensioni inferiori garantisce una maggior densità nei transistor delle suddette GPU, quindi a parità di dimensioni, una maggiore capacità di calcolo e un minore dispendio energetico.


Inoltre grazie al miglioramento di varie tecnologie come i Cuda-Cores, che permettono di creare un ambiente grafico e quindi di giocare con una migliore qualità grafica ad un minore tempo di risposta (cioè ad un framerate più elevato), al miglioramento degli RT Cores responsabili del Ray Tracing (tracciamento di luce a pixel in un immagine piana) e del DLSS (deep learning super sampling) rendering basato sull’intelligenza artificiale, Nvidia sembra essere riuscita ad avere circa il doppio delle prestazioni rispetto alla precedente generazione di RTX.




Altra novità rispetto alla precedente generazione è il supporto PCI Experess 4.0, introdotta non solo per stare al passo con i tempi, ma anche per permettere agli SSD di nuova generazione di inviare dati direttamente alla memoria grafica grazie ad un sistema di caricamento e decompressione direttamente nella GPU, chiamato RTX IO, che lavorando insieme alla API Direct Storage di Windows scarica la CPU dall’elaborare gli asset di gioco, rendendo così i caricamenti quasi istantanei.


Questi miglioramenti tecnologici sembrano essere riusciti inoltre nella difficile opera di far diminuire i prezzi delle schede video, che nella precedente versione (probabilmente anche a causa di un acerbo processo produttivo, tra le altre cose) avevano prezzi molto elevati: basti pensare che dalla tabella riportata dal sito Nvidia la RTX 3070 avrebbe circa le stesse prestazioni della RTX 2080ti, costando meno della metà.





Ad ora si hanno notizie solo di 3 schede video Founders edition:

  • La RTX 3090, Chiamata anche BFGPU, dove BF sta per Big Ferocious, grande e feroce; e grande e feroce lo sembra essere davvero essendo una GPU con 28 miliardi di transistor che offre 10496 CUDA cores e 24 GB di ram GDDR6X e che che, secondo i produttori, è capace di abilitare il gaming 8K a 60 fps con Raytracing e DLSS attivi, risultando il 50% più veloce rispetto alla Titan RTX in 4K; essa sarà disponibile dal 24 settembre a 1549 euro.


  • La RTX 3080 considerata da molti il successore spirituale della RTX 2080ti, con i suoi 8704 CUDA cores e 10 GB di ram GDDR6X dovrebbe tranquillamente consentire di giocare in 4K a 60 fps con RayTracing e DLSS attivi, sarà disponibile all’acquisto dal 17 settembre a 719 euro.


  • La RTX 3070 che con i suoi 5888 CUDA cores e 8 GB di memoria GDDR6 sulla carta consente prestazioni pari, se non superiori, alla RTX 2080 TI, a meno della metà del prezzo La Founders Edition sarà disponibile all’acquisto a partire da ottobre a 519 euro.

Per il momento dunque, non ci resta che aspettare qualche test appropriato e magari dei dettagli sulle versioni di fascia bassa e Super/Ti, tuttavia si potrebbe già affermare di essere di fronte al singolo salto generazionale più grande mai avvenuto.


Si ringrazia Riccardo Frescura per la stesura dell'articolo

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