Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli: il fantasy Marvel
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Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli: il fantasy Marvel

Il secondo film della Fase 4 del Marvel Cinematic Universe si dimostra all'altezza delle aspettative, ma non cambia la formula.



Se non siete grandi fan della classica formula su cui la maggior parte dei film Marvel si basa, ovvero quella formula che vede una storia lineare mescolare elementi comici e propri della commedia a scene d'azione infarcite di pathos ed epicità, strizzando l'occhio anche a momenti più commoventi, allora anche Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli vi deluderà, poiché purtroppo in tal senso non siamo davanti a niente di nuovo. Aggiungiamo poi che, ponendosi come "origin story", anche Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli racconta del percorso personale che l'eroe di turno compie nella propria pellicola d'esordio per comprendere sé stesso e il suo ruolo nel mondo, cosa già vista e rivista in... bè, ogni origin story.

Se però tutto ciò non vi turba, sappiate che siamo di fronte alla nascita di un nuovo grande eroe che si andrà ad aggiungere a quella che, tra qualche tempo, diventerà la nuova squadra dei Vendicatori cinematografici. Eroe quasi totalmente rivisto e "potenziato" per poter competere con personaggi del calibro di Captain Marvel e Doctor Strange, dato che lo Shang-Chi originale della versione cartacea, oltre ad essere praticamente sparito dalle scene dagli anni '80, era "solo" un grande maestro di Kung-Fu.



Il film inizia come tanti altri: con uno spiegone lunghissimo.

Tramite un racconto che si perde nel mito, lo spettatore viene a conoscenza dell'esistenza dei mistici oggetti chiamati i Dieci Anelli (lasciandone volutamente le origini nel mistero) e del loro possessore: il condottiero dell'impero cinese Wenwu (Tony Leung).

Wenwu, grazie al potere dei Dieci Anelli che, tra le altre cose, fa anche dono dell'immortalità, riesce a costruire nei secoli un vero e proprio impero privato, fatto di seguaci fedeli, soldati, agenti professionisti. Facendosi strada fino ai giorni nostri, l'organizzazione terroristica che prende il suo nome dagli stessi Dieci Anelli, diventa fautrice di colpi di stato, assassinii politici, ed in generale di missioni segrete volte alla manipolazione dei principali eventi storici. Il tutto rigorosamente e costantemente nell'ombra.

Nel 1996 Wenwu ha tutto: soldi a non finire e tanto potere. Ma non gli basta. Decide quindi di andare alla ricerca della leggendaria e mistica città di "Ta Lo", in Cina. Trovatone l'ingresso, si scontra con la Guardiana del passaggio per Ta Lo, Jiang Li (Fala Chen), e perde in combattimento. I due si innamorano perdutamente l'uno dell'altra, e da questa unione nascono Shang-Chi (Simu Liu) e la sorella Xialing (Meng'er Zhang).

Nel presente, Shang-Chi vive in America per motivi personali e si è lasciato il passato alle spalle, ha anche amici asioamericani e tra questi c'è la sua migliore amica e collega Katy (Awkwafina), la spalla comica riuscitissima del film, con cui passa le proprie giornate divertendosi molto e prendendosi poche responsabilità.

Una misteriosa cartolina consegnatagli metterà in moto una serie di eventi molto, molto più grande di lui.



Superato il prologo, la prima metà del film è un condensato di momenti spassosi e carichi di azione, in cui le doti da stuntman di Simu Liu la fanno da padrone, dimostrando come l'attore canadese di origini cinesi (e probabile nuova stella di Hollywood) riesca ad eccellere nelle scene di combattimento di arti marziali, in pieno stile Jackie Chan. Quello che infatti salta all'occhio è come Marvel abbia voluto osare non tanto sul lato narrativo (purtroppo rimane veramente troppo salda sul binario del già visto, in questo senso), quanto sul lato stilistico, cercando di avvicinarsi al cinema di genere come già fatto altre volte. Se per esempio Captain America: the First Avenger (2011) era un film di guerra, Ant-Man (2016) una vera e propria commedia e Captain America: the Winter Soldier (2014) uno spy-thriller, Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli si pone saldamente tra il genere wuxiapian (il genere, nato da quello letterario chiamato wuxia, dei film cinesi che andavano forti negli anni '70, fatti di combattimenti cavallereschi e arti marziali) e quello più prettamente fantasy. Avete letto bene: la seconda metà del film vira bruscamente verso questo genere, rimanendo però "credibile" grazie alla storia che lo regge, e di conseguenza non curandosi affatto di dare le solite spiegazioni pseudo scientifiche a cui mamma Marvel ci ha abituati per giustificare l'esistenza dei suoi supereroi. Ciò succedeva già in Doctor Strange (2016), in cui l'origine mistica e sovrannaturale di Kamar-Taj, patria degli stregoni, rendeva il film di fatto fantasy. Le atmosfere di Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli ricordano effettivamente in qualche momento quelle della pellicola sul chirurgo diventato Stregone Supremo, e sappiate che non è un caso (!).

Per comprendere meglio il genere wuxiapian, detto a volte anche genere di "cappa e spada", che da inserire in un film supereroistico potrebbe sembrare fuori luogo, dovete rivolgere la vostra attenzione a film come La tigre e il dragone (2000) o La foresta dei pugnali volanti (2004), tra i più riconosciuti del settore ed esempi perfetti per capire l'ideologia e la filosofia che stanno alla base della cultura cinese. Rifacendosi a questi film, i cui combattimenti di arti marziali sono come delle danze coreografate in maniera impeccabile, Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli rende un grande omaggio a tutto il settore, senza sminuirlo nonostante il suo dover alleggerire i toni.



Sul lato tecnico e visivo i film Marvel non sbagliano mai e Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli riconferma per l'ennesima volta questa affermazione, risultando in tal senso tra i più bei prodotti Marvel degli ultimi anni. Gli effetti speciali e la CGI sono ancora una volta clamorosi ed impeccabili, soprattutto nella parte finale del film, girata quasi interamente in una terra magica popolata da... vabbè avete ragione, non ve lo dico.

Se proprio vogliamo trovare un difetto a questo prodotto d'intrattenimento che ben amalgama tutte le sue parti, al di là del solito problemino riguardante la scontatezza della trama, forse possiamo citare lo sviluppo di alcuni personaggi, talvolta frettoloso e confusionario. Alcuni personaggi poi sono chiaramente creati ed inseriti per essere funzionali a determinati punti della trama, e quindi non molto convincenti. Per il resto il film vola e le sue due ore di durata non pesano affatto.



Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli riesce ad inserirsi perfettamente nella timeline della saga, aggiungendosi a quell'ampio puzzle che è ormai l'MCU. Inoltre, per i più appassionati, sappiate che il film non mancherà di stupirvi con citazioni e rimandi alle altre pellicole del franchise (rispettando così la ormai decennale tradizione). Graditissime anche le comparse di personaggi provenienti dagli altri film (una in particolare è una bomba), alcune delle quali inserite nella prima, e più importante tra le due, scena post-credits.


Non resta che attendere l'uscita dei prossimi tasselli della Fase 4: The Eternals uscirà il 5 Novembre 2021, mentre Spider-Man: No Way Home, il cui teaser trailer ha fatto impazzire i fan, è previsto per il 17 Dicembre 2021.


Voto: 8

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