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Spider-Man: No Way Home, la recensione senza spoiler

Aggiornamento: 25 ott 2022

È finalmente al cinema l'attesissimo film sullo spara-ragnatele più famoso di sempre. Il cinecomic più atteso dell'anno, date le sue gargantuesche premesse, sarà riuscito a soddisfare quell'hype che tutti avevamo?


Il mondo di Internet ne ha parlato per mesi. Tra leaks, rumors e trailer ufficiali, le aspettative per il nuovo film con Tom Holland erano salite alle stelle. Un film di Spider-Man già di per sé smuove molte acque, ma questo aveva l'obiettivo, tramite il pretesto narrativo del Multiverso ormai sdoganato con gli altri film e le serie TV, di riportare su grande schermo alcuni tra i migliori personaggi, soprattutto cattivi, delle vecchie serie cinematografiche, e quindi il seguito che ha ricevuto, tra fan di vecchia data e non, è stato davvero immenso.

Un po' perché esiste già una saga fumettistica ad hoc, un po' perché ci aveva già provato, e ci era riuscito, il fantastico film di animazione Spider-Man: Into the Spider-Verse, i tempi erano maturi per un film in live action che tentasse la strada del "Ragno-verso", il Multiverso dell'Uomo Ragno.


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No Way Home è un film sulle origini


Il Peter Parker del Marvel Cinematic Universe, a causa di cavilli burocratici e questioni di diritti con Sony, si era inserito nella timeline di Iron Man e company in maniera così fuori dagli schemi da sembrare effettivamente un estraneo rispetto a quel mondo e a quelle vicende. Reclutato da Tony Stark in Civil War, Tom Holland è stato da subito catapultato tra i grandi dell'MCU, rimanendo però all'ombra di essi. Dopo di ciò, i film a lui dedicati hanno avuto il merito di sviluppare quella vena comedy e ironica che tanto caratterizza il personaggio di Peter Parker, oltre che a fornirgli un po' di background, ma il mancato film sulle famose origini dell'Uomo Ragno non ha potuto dargli quella dimensione più matura a cui molti di noi erano abituati. Il morso del ragno e la morte dello zio Ben per causa di Peter Parker sono state evitate per non rischiare il flop del già visto (dopotutto sarebbe stata la terza volta che avremmo visto le sue origini, al cinema), ma ciò ha fatto sì che il Peter di Tom Holland rimanesse relegato a quella dimensione adolescenziale che sì lo rendeva simpatico e diverso rispetto a tutti gli altri supereroi, ma allo stesso tempo non gli permetteva di evolversi e maturare. Non che si pretenda la maturità da un quindicenne, sia chiaro, però la presa di coscienza che Peter Parker acquisiva dopo la morte dello zio lo rendeva di fatto un giovane adulto, il supereroe dedito al sacrificio, in favore del bene comune, per eccellenza.


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Spider-Man: No Way Home pensa anche a questo e crea la propria personalissima versione delle origini di Spider-Man, fornendogli finalmente la possibilità di evolvere e di non esser visto più come un ragazzino petulante. Le azioni di Peter Parker hanno conseguenze molto più marcate e pesanti rispetto al passato. Non c'è nessuno stavolta, nemmeno Tony Stark o Nick Fury, che possa riparare ai suoi errori e ciò lo fa definitivamente crescere.


Ecco a voi il Multiverso


Dopo il vecchio Spider-Man 3 di Sam Raimi, si tende a guardare con diffidenza un film che tenta di inserire tantissimi nemici in una volta sola, per cui il timore che questo film, con così tanta carne al fuoco, potesse risultare solo che una trovata commerciale fatta di grandi nomi sprecati per pochi minuti di scazzottate, era tangibile. Fortunatamente però non è ciò che il regista Jon Watts aveva in mente per Spider-Man: No Way Home.

Il film ha molto da raccontare, è introspettivo e in un certo senso anche drammatico ed oscuro. Proprio ciò che al Peter Parker di Tom Holland ancora mancava.

Il pretesto narrativo per cui i grandi cattivi (e attori) delle vecchie saghe filmiche potessero apparire in questo contesto è forse un po' forzato (chiedere la sospensione dell'incredulità in un film supereroistico oggi sta diventando prassi comune), ma la resa è indubbiamente eccellente. Il film parte da dove Spider-Man: Far From Home terminava: Mysterio ha montato ad hoc un video in cui incolpava Spider-Man della propria morte, oltre che rivelarne l'identità in mondovisione. La vita di Peter e di chi gli è vicino viene stravolta, per cui il nostro amichevole Spider-Man di quartiere decide di rivolgersi ad una sua vecchia conoscenza: il Dottor Steven Strange (l'ormai arcifamoso stregone impersonato da Benedict Cumberbatch). L'idea è quella di cancellare dalla memoria di tutti il ricordo di chi è Spider-Man, ma qualcosa va storto e l'incantesimo generato finisce per richiamare da altri universi paralleli persone che conoscono l'identità dell'arrampicamuri.


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Il tutto può risultare pretestuoso, ma basta vedere un Alfred Molina (non invecchiato di un giorno) nei panni di Octo Octavius o un Willem Dafoe nei panni del Goblin/Norman Osborn, che tutto viene perdonato. Dalla saga di Sam Raimi si aggiunge poi Thomas Haden Church che riprende i panni dell'Uomo Sabbia da Spider-Man 3, mentre dai due film della saga The Amazing Spider-Man tornano Rhys Ifans come Lizard e Jamie Foxx come Electro.

Molti personaggi ma per nulla sprecati, complice sicuramente la bravura dei suddetti attori, ma anzi ben caratterizzati e a loro agio in questo nuovo contesto. Ciò che risulta incredibile è come Watts sia riuscito a dar loro spessore e giusto tempo su schermo, aggiungendo interazioni tra essi che contribuiscono ulteriormente a confezionare personaggi convincenti anche per chi non ha le conoscenze pregresse dei vecchi film da cui nascevano. Un esempio calcante sono gli scambi di battute tra Norman e Octo, i quali fanno intendere quanto bene si conoscessero già (dopotutto provengono dalla stessa città dello stesso universo), nonostante nei film originali non avessero mai avuto la possibilità di girare una scena insieme. Il rispetto e la riverenza di Watts per questi personaggi e per il lavoro svolto da chi aveva creato i precedenti film è talmente tanto da risultare commovente. Ogni singola scena diventa un'occasione per spiegare chi erano questi personaggi, così da far capire anche a chi è estraneo alle vecchie pellicole l'importanza e l'impatto che essi hanno avuto dentro e fuori dai film. Il regista e gli sceneggiatori Chris McKenna ed Erik Sommers non hanno voluto grandi nomi del passato solo per riempirsi la bocca e vendere di più, ma hanno seriamente optato per una trama che rendesse loro giustizia, senza mezzi termini.


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Anche gli attori che riprendono i ruoli dalle precedenti pellicole con Tom Holland fanno molto bene la loro parte, e nello specifico parlo dell'amico di sempre Ned (Jacob Batalon), della fidanzata MJ (Zendaya), della zia May (Marisa Tomei) e dell'ex guardia del corpo di Tony Stark, Happy (Jon Favreau). La chimica che Tom ha con ognuno di loro è speciale come lo era nelle precedenti occasioni.


Un film a strati


Spider-Man: No Way Home è un film con tante anime: è un film corale, ma anche un film sulle origini, è una strizzata d'occhio alla saga fumettistica dei Sinistri Sei ma anche a quella di Soltanto un altro giorno. Il tutto seppur rimanendo una commedia, anche se con tinte drammatiche. Intendiamoci, c'è molta più commedia che film drammatico, complice anche l'ironia a stampo Marvel ormai onnipresente in ogni loro film, ma d'altronde l'impronta più spiritosa, quando c'è Spider-Man, non può e non deve mancare. Forse qualche battuta in meno poteva essere una soluzione migliore, ma in generale il tutto non stona affatto col contesto.

Quello che è sicuro è che Spider-Man: No Way Home è un omaggio immenso a tutte le versioni di un personaggio che esiste da ormai 60 anni e dei suoi grandi nemici, e riesce ad esserlo soprattutto grazie ai continui riferimenti, citazioni, dialoghi tra personaggi, giochi visivi, musicali e di parole alle altre opere, siano esse cartacee o filmiche. Uno splendido mosaico confezionato sia per i fan di vecchia data che per quelli dell'ultimo minuto.

Un film del genere può essere partorito solo dal portafoglio senza fondo di compagnie come Marvel e Disney, che non badando a spese creano sempre film con cast stellari ed effetti speciali inarrivabili.

Vorrei poter raccontare di più, soprattutto riguardo le fasi finali del film e di ciò che comporteranno per il futuro del personaggio sia come singolo che come parte di uno schema più grande, ma lo spoiler, in questo caso più di altre volte, è insidioso e dietro l'angolo.

Quello che posso dire è che se avete dato retta ai rumors dei mesi scorsi e quindi avete l'hype che vi arriva fino ai capelli, andate al cinema tranquilli e godetevi il film, perché rimarrete sicuramente soddisfatti.



Ricordatevi delle solite due scene post-credits, anche stavolta molto, ma molto valide!


Voto: 9.0



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