The Adam Project: la recensione
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The Adam Project: la recensione

Aggiornamento: 1 nov 2022

Anno 2050. Il pilota Adam Reed (Ryan Reynolds) ruba un jet del tempo per tornare nel 2018 ed impedire la morte di sua moglie Laura (Zoe Saldana), sfortunatamente, però, si ritroverà catapultato nel 2022. Ferito e braccato dai suoi superiori, Adam dovrà suo malgrado chiedere aiuto al se stesso dodicenne (Walker Scobell) per riparare la sua nave…

 

ll regista canadese Shawn Levy non è nuovo a commedie per tutta la famiglia, avendo già diretto la trilogia de Una notte al museo, il fantascientifico Real Steel e Free Guy – Eroe per gioco, prima collaborazione con il connazionale Ryan Reynolds.

Una filmografia dai toni leggeri e scanzonati quella di Levy, un mestierante che ha (quasi) sempre convinto critica e pubblico con film semplici ma efficaci.

Le premesse di questo The Adam Project, quindi, erano delle migliori anche considerato il primo sodalizio tra Levy e Reynolds, quel Free Guy andato tanto bene al botteghino l’anno scorso.

Eppure The Adam Project non riesce completamente nel suo intento…



Nonostante un cast di tutto rispetto (Jennifer Garner, Zoe Saldana e Mark Ruffalo) il film è assolutamente bipolare.

Il primo atto, quello più divertito e con toni più piacevoli, mette in scena tutta la chimica che un divertito Reynolds ha con il giovane se stesso, l’esordiente Walker Scobell, con il classico ritmo che solo le commedie made in Levy possono avere.

Tuttavia la seconda parte della pellicola mostra il fianco ad un’azione fin troppo sconsiderata e banale, infarcita da un piattume disarmante che deraglia in un finale da tarallucci e vino all’insegna della noia.

In questo caso Levy non riesce ad eguagliare il ritmo e la frenesia di un prodotto ben più ispirato come Real Steel ad esempio, portandoci invece più sui binari di un Free Guy qualsiasi (ma senza la verve e il divertimento di quest’ultimo), mancando il bersaglio in quella che doveva (e poteva) essere una commedia degli equivoci incentrata sui toni a la Ritorno al Futuro, più che un film d’azione fine a se stesso.

Purtroppo il calo qualitativo della messa in scena mette in difficoltà anche il comparto narrativo: il plot diventa troppo incasinato e intricato, spostando tutto sul lato macchiettistico dell’opera specialmente per quanto riguarda le forze in campo, con una sprecatissima Catherine Keener non troppo a suo agio nei panni della cattiva di turno.



The Adam Project, quindi, rimane un prodotto diviso in due parti uguali. Commedia leggera e sarcastica da una parte, film d’azione con troppa CGI dall’altra, il film distribuito da Netflix non centra il bersaglio nonostante la voglia degli attori di portare in scena un film dignitoso. Un mezzo passo falso nella filmografia di Shawn Levy, regista di genere che ci ha abituato in passato a ben altri lavori di tutt'altra caratura. Speriamo che il già annunciato regista di Deadpool 3 riesca a correggere il tiro nella sua terza futura collaborazione con Ryan Reynolds, il Mercenario Chiacchierone in persona, in quella che sarà la prima vera prova del fuoco (teoricamente vietata ai minori) con un grosso franchise, in un prodotto targato Marvel Studios è vietato sbagliare.


VOTO FINALE: 5.5

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