The Batman: la recensione
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The Batman: la recensione

Aggiornamento: 1 nov 2022

Gotham City, una metropoli sull’orlo del caos più totale. La criminalità dilaga e una nuova ondata di omicidi ad opera del misterioso Enigmista (Paul Dano) scuote la città nelle sue fondamenta. Ad aiutare la polizia a capirci qualcosa c’è Batman (Robert Pattinson), un vigilante mascherato che da poco tempo ha iniziato a combattere il crimine a Gotham...

 

Creato nel 1939 dai fumettisti Bob Kane e Bill Finger, Batman è un personaggio che non ha bisogno di troppe presentazioni.

Arrivato al suo undicesimo adattamento (il primo, in ordine cronologico, nel 1943 fu interpretato da Lewis Wilson), la storia del Cavaliere Oscuro al cinema è ben nota e proposta in tutte le salse.

A partire dal visionario e teatrale Tim Burton, passando per il fumettoso camp di Joel Schumacher e allo pseduo-realismo di Christopher Nolan, finendo per l’action sfrenato di Zack Snyder, Batman ha passato una vita cinematografica fatta di luci e ombre negli ultimi trent’anni.

Si potrebbe quasi dire, quindi, che il personaggio non avrebbe più niente da dire dato che l’abbiamo visto in qualsiasi forma e sostanza.

Non è dello stesso avviso Matt Reeves, salito in sella alla regia di questo The Batman dopo l’abbandono del ruolo da parte di Ben Affleck che doveva dirigere ed interpretare una pellicola stand-alone del suo personaggio visto nel DC Extended Universe.

Reeves, già noto ai naviganti per aver diretto perle come Cloverfield e due delle tre pellicole della nuova trilogia de Il Pianeta delle Scimmie, prende le redini del progetto sia come regista che come sceneggiatore.



L’approccio che Reeves decide di usare per questa ennesima versione è diverso, più cerebrale, cercando di concentrarsi più sul lato psichico del personaggio che sui suoi muscoli.

Un retaggio del passato, non a caso Kane e Finger si ispirarono anche a Sherlock Holmes per plasmare le doti investigative di Batman, una peculiarità che (purtroppo) non è mai stata esplorata più di tanto dai precedenti registi.

The Batman è quindi, a tutti gli effetti, un noir metropolitano.

Gotham City è una città sporca, lurida e devastata dalla corruzione e dal crimine, un vero e proprio cuore pulsante di marciume.

I crimini efferati dell’Enigmista non fanno altro che aggiungere pattumiera ad una discarica a cielo aperto, il cui ultimo baluardo è rappresentato da un uomo che si veste da pipistrello per combattere i suoi demoni personali, più che il crimine stesso.

Robert Pattinson, a tal proposito, fa un lavoro eccezionale sul personaggio: il suo sguardo malinconico misto ad una rabbia puramente adolescenziale rende il personaggio di Batman impulsivo e fallace, un novello Cavaliere Oscuro al suo secondo anno di attività che ha ancora tanto da imparare nonostante la volontà ferrea di agire.

Laddove Nolan (in Batman Begins) era troppo sbrigativo nel portare in scena, con troppa superficialità, le motivazioni di Bruce Wayne, Matt Reeves invece è bravissimo nel riuscire a giostrare il lato più intimo e personale della controparte miliardaria del personaggio, relegato in questo film ad una semplice maschera dell’Uomo Pipistrello: in tal senso Reeves costruisce il mito di Batman partendo dalle sue radici esattamente come l’avevano pensato Kane e Finger inizialmente, maturando anche l’idea che stava alla base dei più moderni fumetti di Frank Miller.

Ovvero quella di un vigilante mascherato con un disturbo ossessivo-compulsivo che usa il terrore come violenza psicologica prima che fisica, viaggiando sul filo del rasoio senza mai superare un certo limite ma andandoci sempre molto vicino.



Odio, rancore e rabbia: i tre (iniziali) elementi fondamentali che sono le basi della crociata di Wayne contro il crimine, qui proposti in maniera assolutamente plausibile con combattimenti brutali e borderline, ispirati (neanche troppo velatamente) alla serie videoludica Batman Arkham.

Le ispirazioni e i rimandi non si limitano alla quadrilogia prodotta da Rocksteady (anche per il look del personaggio), la Gotham notturna e piovosa ricalca anche le atmosfere mefistofeliche di Seven di David Fincher. Matt Reeves ha fatto i compiti a casa e si vede, il film è un grande e grosso omaggio ai film polizieschi anni 70, da Bullit a Il braccio violento della legge fino a Chinatown di Roman Polanski, c’è tanto del cinema della nuova Hollywood in questa pellicola e Matt Reeves non lo nasconde, anzi lo esalta con scelte narrative e stilistiche ragionate e mai esagerate.

Non manca l’azione ovviamente, anche se i momenti di pura adrenalina sono risicati e col contagocce, sono da segnalare sicuramente il bellissimo inseguimento tra Batman e il Pinguino (un irriconoscibile Colin Farrell), con una Batmobile minimalista ma assolutamente funzionale e alle già citate mazzate che il Crociato Incappucciato infligge ai criminali di Gotham, coreografate in maniera precisa e pulita.

Dopo il clamoroso successo del Joker di Todd Philips con Joaquin Phoenix alla Warner Bros avranno pensato che determinati personaggi funzionano meglio da soli che in gruppo. E che Batman non può essere affidato a registi caotici e confusionari, il Cavaliere Oscuro ha bisogno di autorialità e di eleganza, le uniche vere armi vincenti che servono per trasporre decentemente Batman al cinema. Al netto di un’eccessiva lunghezza (tre ore) e di un terzo atto forse troppo Nolan-style (vedere il terzo atto di Batman Begins per credere), The Batman affronta il tema della vendetta personale da diversi punti di vista con diverse sfaccettature. La rabbia malinconica di un Pattinson credibilissimo (e bistrattato dagli scettici) fa da contraltare alle motivazioni del paranoico e calcolatore Enigmista di Paul Dano, interprete eccezionale di un personaggio portato (male) in scena nel 1995 da un istrionico ma irritante Jim Carrey. Senza dimenticarci la Catwoman di Zoe Kravitz, apparentemente la classica femme fatale senza niente da dire, in realtà con un background degno di nota e bellissima nella sua messa in scena. Il ritorno del Cavaliere Oscuro (giusto per citare Miller) al cinema è un salto di qualità degno di nota, un film diverso che paga sicuramente pegno alla pseudo-verosimiglianza di Nolaniana memoria ma che riesce ad essere ben più credibile di quest’ultima. Matt Reeves ottiene carta bianca dalla Warner e fa la sua versione personale senza però dimenticarsi del grande cinema del passato e del retaggio fumettistico del personaggio, ispirandosi a run come Il lungo Halloween, con un strizzata d’occhio ai già citati videogiochi Batman Arkham di Rocksteady. The Batman è rabbioso, oscuro, violento e crepuscolare ma anche maledettamente estetico e stiloso nella sua messa in scena e nella sua grande volontà di raccontare qualcosa di diverso, con una detective story atipica per la versione cinematografica dell’Uomo Pipistrello ma riconoscibilissima per i fans del personaggio cartaceo. Un ritorno in grande stile per un (super)eroe che, ultimamente, è stato trattato fin troppo male nonostante la buona volontà del suo interprete principale, quel Ben Affleck che è stato l’unico a tenere in piedi in maniera decorosa il circo messo in piedi da Snyder.


VOTO FINALE: 8

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