Top Gun Maverick: la recensione
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Top Gun Maverick: la recensione

Aggiornamento: 29 mag 2022

Il pilota Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) è una vera leggenda della US Navy, l’unico pilota al mondo ad aver abbattuto cinque caccia nemici in un dogfight. Tuttavia il carattere ribelle e burrascoso di Maverick gli ha sempre impedito di fare carriera nella marina militare ma, data la sua esperienza sul campo, viene richiamato in servizio per addestrare una nuova squadra di piloti alla Top Gun per una missione ad alto rischio: distruggere un sito di stoccaggio di uranio finito nelle mani di uno stato nemico.

 

Era il 1986 quando, come un fulmine a ciel sereno, Top Gun del compianto Tony Scott fece la sua irruzione nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, consacrando e lanciando definitivamente il mito di un giovane Tom Cruise, all’epoca solo ventiquattrenne.

Il successo clamoroso di Top Gun fu da additare a tanti fattori, a partire da una colonna sonora indimenticabile, fino alla messa in scena di un Tony Scott in grande spolvero, capace di saper riprendere in ogni dettaglio di ogni singolo scontro aereo e di ogni frammento di una vita militaresca fatta di amicizie e antipatie personali, il tutto con una spolverata di romanticismo con una love story convincente tra il protagonista e l’astrofisica Charlie Blackwood (l’indimenticata Kelly McGillis).


Sponsorizzato direttamente dal Dipartimento della Difesa Statunitense, Top Gun incassò ben 354 milioni di dollari (a livello globale) rivelandosi il maggior incasso del 1986, vincendo anche un premio Oscar per la migliore canzone, l’iconica Take my breath away del nostrano Giorgio Moroder.



Era logico aspettarsi, quindi, un sequel di questo incredibile successo commerciale, tuttavia il passo indietro del Dipartimento della Difesa (che non volle collaborare per non far trapelare nulla sulla tecnologia militare dell’epoca) fecero slittare di parecchi anni l’uscita di Top Gun Maverick, inizialmente previsto per i primi anni del 2000.

A ben trentaquattro anni (il film doveva uscire originariamente nel 2020, poi rinviato più volte causa pandemia) dal predecessore, infine, il film diretto da Joseph Kosinski (Tron: Legacy, Oblivion) ha finalmente il permesso di partire dalla portaerei.


Si sono presi un bel rischio i produttori Don Simpson e Jerry Bruckheimer, storici produttori dei maggiori blockbuster d’azione anni 90: gli anni passano, i gusti della gente cambiano e non c’è più una Guerra Fredda a fare da sfondo alle avventure di Maverick e soci.

Per fortuna la solida sceneggiatura di Ehren Kruger e di Christopher McQuarrie (regista degli ultimi due capitoli di Mission: Impossible e premio Oscar per la sceneggiatura de I Soliti Sospetti) ha fornito le credenziali necessarie a Kosinski per confezionare un sequel convincente nella struttura e assolutamente rispettoso del film originale.



Dal punto di vista della scrittura, quindi, Top Gun Maverick ha bene o male la stessa narrativa del predecessore, quello che convince del film però è la messa in scena.


La regia cristallina di Kosinski mette in risalto l’adrenalina, la concentrazione e lo stress dei piloti da caccia in maniera sicuramente più efficace rispetto alla tecnica del pur bravo Scott (a cui il film è dedicato).

Tutta la sequenza d’addestramento e il terzo atto del film sono una gioia per gli occhi, la tensione è palpabile e riusciamo a percepire con mano la velocità e l’accelerazione dei caccia, con riprese al cardiopalma fatte all’interno degli abitacoli stessi.


A rubare la scena, ovviamente, è sua maestà Tom Cruise.


I maligni diranno che Top Gun Maverick non è altro che un Tom Cruise Show esattamente come il primo film.

I benpensanti invece ammetteranno che il veterano attore proveniente da Syracuse ci regala, per l’ennesima volta, una prova d’attore fisicamente impressionante, che fa il paio con i suoi ultimi incredibili stunt della saga di Mission: Impossible.

Niente male per un uomo di quasi sessantanni.


Il film, naturalmente, si regge tutto sulle spalle gargantuesche di un Cruise - coadiuvato dagli esperti Ed Harris, Jennifer Connelly e Jon Hamm - più in forma che mai ed è chiaro che l’amicizia tra l’attore e McQuarrie abbia contribuito a plasmare la pellicola sul personaggio di Maverick, maturato (ma non troppo), ben più consapevole delle sue qualità ma con quel pizzico di arroganza tipica del protagonista e dell’attore che lo interpreta.



Guardare Top Gun Maverick è come incontrare quel conoscente di cui avevi perduto le tracce per quasi quarant’anni, riscoprire il piacere di fare una chiacchierata con lui passando due ore di puro intrattenimento.

Il sequel di Kosinski convince per la messa in scena delle scene di volo iper-adrenaliniche, per un Tom Cruise in grande spolvero e per una sceneggiatura che omaggia, in maniera piuttosto ruffiana ma convincente, le vicende del capostipite firmato Tony Scott. Tutto viene riportato alle atmosfere del 1986, a partire dalla colonna sonora (con Take my breath away sostituita da Hold my hand di Lady Gaga) fino alla morale che il film vuole impartire: vince sempre l’amicizia.

E va bene così da un certo punto di vista, a volte è bello ritrovare dei vecchi conoscenti e sorridere insieme a loro ricordando i tempi che furono, ripescando dal cilindro dei ricordi il brivido del volo alla velocità del suono accompagnato da una soundtrack iconica.


VOTO FINALE: 7.5

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