Videogiochi e Mindfulness: una sana evasione dalla realtà?
- Debby Cherry

- 25 nov 2020
- Tempo di lettura: 3 min
I videogame lo sappiamo sono a tutti gli effetti una forma di evasione dalla realtà che ognuno di noi deve affrontare. Ancor di più in questo momento storico in cui ci troviamo a vivere una pandemia mondiale con tutte le conseguenze del caso; c’è quindi più bisogno di sviare la mente in quel poco tempo che abbiamo tra lavoro ed impegni vari.
Chi si dedica al training autogeno, chi alla visualizzazione e chi alla meditazione Mindfulness.

Cos’è la meditazione Mindfulness?
È il cambiare il modo in cui percepiamo le cose: aiuta a modificare il modo in cui affrontiamo i problemi, ci insegna a vedere il bello nel banale ma soprattutto ad apprezzare il momento e goderci il presente; tutto ciò permette alla nostra mente di rimanere lucida ed affrontare meglio il presente, il qui ed ora, senza inutili distrazioni.
Ma come può tutto ciò essere collegato ai nostri amati giochi? Apparentemente possono sembrare due mondi distanti tra loro, ma vi stupirà sapere che in realtà hanno punti in comune.
Ci sono dei videogiochi infatti che riescono a farci immedesimare completamente nel nostro personaggio, riusciamo a cadere in una realtà parallela fatta di mondi da esplorare, storie e paesaggi e ultimo ma non ultimo colonne sonore capaci di rendere ancor più memorabile l’esperienza di gioco. Le ore passano e noi siamo ancora lì, dentro alla storia alle emozioni che essa ci lascia. Siamo per l’appunto nel qui ed ora che è il fondamento su cui si basa la Mindfulness.

Nel mio caso l’ultimo gioco che è riuscito a trasportarmi completamente è stato Death Stranding: la collaborazione di diversi giocatori in modo asincrono, questa marcia solitaria e alienante in cui, nonostante l’angoscia pressante di alcune circostanze, si percepiscono segni di vita e tracce di umanità che aiutano a smorzare la solitudine dei paesaggi, il tutto condito da una colonna sonora complementare per ambientazione ed incarichi.
Altri giochi che posso nominare sono The Witcher 3 in cui ci si sposta a cavallo e ci si può godere il paesaggio tra una battaglia e l’altra. Lo stesso Geralt utilizza la meditazione per curarsi e riposarsi. Questo concetto lo esprimo anche per Assassin’s Creed dove ci si può soffermare su scorci paesaggistici davvero meravigliosi, un modo per fare una pausa tra un’avventura e l’altra.

Non dimentichiamoci di Skyrim, dove possiamo cacciare animali, esplorare foreste e montagne, fondere ferro ed estrarre minerali.
Questi sono solo alcuni giochi ma ce ne sono davvero tanti capaci di farci allontanare dalla realtà.
Ovviamente poi non è tutto rosa e fiori nemmeno nel mondo dei videogiochi: capitano momenti in cui si vorrebbe spaccare tutto per una battaglia contro un boss tenace, attimi in cui tirare il disco in mezzo alla strada sembra il modo giusto per risolvere la situazione; in questo caso la meditazione cozza parecchio col concetto, ma si può lo stesso trovare un modo per calmarsi: fare un attimo di pausa, riposare occhi e mente, per poi riprendere il tutto con maggiore lucidità e chi lo sa magari con una tattica diversa che nel momento di rabbia nemmeno avevamo preso in considerazione.
Per concludere non posso di certo affermare che meditazione e videogiochi siano sullo stesso piano: la prima si basa sulla realtà mentre la seconda su di un mondo immaginario. Possiamo però affermare con certezza che vi è un collegamento tra questi due mondi apparentemente diversi tra loro: goderci l’attimo presente e per quelle ore distaccarsi completamente da problemi e pensieri.
Io la chiamo salvezza.











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