Backlog: parliamo dell'incubo di ogni giocatore e di come gestirlo
- Edy Ferrone
- 3 ott
- Tempo di lettura: 9 min
Nell’era delle uscite continue e della cosiddetta FoMo, acquistiamo, riscattiamo e non giochiamo. Così la nostra raccolta si trasforma nel mostro che tutti teniamo: il backlog. Come si può uscire da questo circolo vizioso e procedere con il recupero dei videogiochi in nostro possesso? Parliamone insieme.
Con decine di uscite videoludiche ogni mese e un’incessante discussione sui videogiochi che ci fa assalire dalla FoMo (ossia fear of missing out, paura di perdersi qualcosa), gestire il proprio backlog è diventato per il videogiocatore praticamente una seconda occupazione, che spesso lo divora e lo priva della gioia stessa di giocare.
Oggi affrontiamo lo spinoso argomento dei videogiochi accumulati, non giocati, non finiti, desiderati, e un metodo divertente e sfizioso per gestirli.
Che cos’è il “backlog”? Cosa causa in noi?
Anche se non conosci il significato del termine ‘backlog’, è comunque probabile che tu l’abbia sentito parlando con i tuoi amici videogiocatori o letto su internet; soprattutto, che tu non conosca questo termine, non vuol dire affatto che tu non ne abbia uno. Anzi, considerata la frequenza con cui vengono pubblicati i videogiochi, quella degli sconti, le offerte, e i giochi donati dai servizi di abbonamento, è quasi impossibile che tu sia sprovvisto di backlog.
La tossicità del rapporto che abbiamo con questo fenomeno è intrinseca nell’origine del termine, che proviene dall’informatico Backlog, indicante una serie di funzioni in attesa di essere eseguite. L’adozione di questa parola implica già di per sé dei compiti che devono essere completati. Ed è qui che nasce la prima problematica all’interno del rapporto tra il giocatore e la sua raccolta di videogiochi.
Poiché acquistiamo, poiché paghiamo un abbonamento, quando scrolliamo la nostra enorme libreria non sfruttata, nasce in noi un senso di colpa: ho acquistato quel gioco, devo a tutti i costi giocarlo.
Alcuni dei pensieri intrusivi che il backlog causa nel nostro cervello sono la principale causa dei nostri approcci fallimentari nei confronti dello stesso. Per questo motivo, analizzeremo delle regole comportamentali e pensieri da evitare prima di passare ad un’effettiva strategia che consenta di affrontare questo temibile nemico.
Perché continuo ad acquistare se ho un backlog?
Spesso vi sarete chiesti: ma perché continuo ad acquistare se sono pieno di giochi da giocare? La risposta è molto semplice e vi esonera in parte da responsabilità: è colpa e merito del settore videoludico.

A partire dagli eventi che hanno stravolto il mondo nel 2019, con l’avvento della pandemia da Covid-19, i videogiochi hanno avuto sì molti rallentamenti e problematiche nello sviluppo e la distribuzione, ma anche un’esplosione dal punto di vista del pubblico e dell’interazione. Tantissimi si sono riscoperti o scoperti videogiocatori durante il lockdown; tanti altri sono diventati pubblico frequente di influencer e informatori videoludici, al punto che spesso ora passano più tempo a seguire dirette e guardare video che a giocare. Questa continua ed ossessiva discussione sul videogioco ha generato una frenesia totale in cui la fear of missing out di cui parlavamo prima ha raggiunto un livello di tossicità completamente nuovo: se non gioco il gioco del momento, se non ne so parlare (che io l’abbia giocato o meno), nessuno prenderà sul serio la mia opinione.
È un po’ la febbre dell’influencer che sta predominando in tanti settori, come nel caso dei molti adolescenti che commentano ogni azione che fanno senza rendersi conto che stanno emulando uno streamer tra le pareti di casa, senza un’audience. In primis dobbiamo accettare che videogiocare non significa mostrare al mondo il gioco nuovo o di tendenza che stiamo giocando. Videogiocare vuol dire prendere il pad alla mano, avviare il gioco e goderselo, che ci sia un pubblico o meno, che sia in trend o meno, che sia uscito oggi o trent’anni fa.
Se non abbiamo avuto le ore per giocare i quaranta giochi nel nostro backlog finora, non avremo il tempo per giocare il gioco nuovo di zecca da pagare dai settanta ai novanta euro. La febbre dello streaming, della discussione sui videogiochi, dei post sui social ci ha ridotti a non apprezzare più il gioco, bensì quello che diciamo e pubblichiamo a riguardo, spesso senza riuscire a portarlo a compimento. Bisogna scindere l’immagine del videogiocatore da quella degli influencer e degli informatori pubblici: se non vi pagano per giocare o parlare di videogiochi, basta seguire le uscite in maniera ossessiva!
Il primo step è limitare gli acquisti alle nuove uscite delle saghe preferite o a quel raro titolo che profuma di gioco fatto su misura per noi.
Stai lasciando che il backlog vinca quando pensi queste cose
Pensare al backlog come un nemico, pensare che possa vincere sono già dei primi passi verso la sconfitta. A rendere il backlog soffocante ed odioso è principalmente il senso d’obbligo che avvertiamo verso i videogiochi nella nostra raccolta. Guardare quella lunga lista che, se siamo fortunati, accumula centinaia di ore di gioco (è più probabile migliaia) ci paralizza e lascia così frastornati che spesso passiamo più tempo a cercare di capire cosa giocare o nei nostri live service di comfort piuttosto che a giocare effettivamente la nostra raccolta.

Vi vediamo con le vostre centinaia di ore su Genshin Impact, Monster Hunter, Destiny… e benché non ci sia nulla di sbagliato nel godersi i comfort game per centinaia di ore, sappiamo bene che spesso sono semplicemente il rifugio dove nascondersi, un po’ perché il senso di obbligo a giocare ormai lo sentiamo a prescindere.
Se volete cominciare a smaltire il vostro backlog, la prima cosa che dovete fare è cancellare questa dicitura. Da questo punto in poi, voi non smaltite il backlog, voi vi godete la vostra raccolta di videogiochi. Insieme a questa connotazione, prima di continuare, vi invitiamo ad eliminare i seguenti pensieri e ignorarli ogni volta che tentano di manifestarli:
‘Non posso abbandonare un gioco una volta che l’ho cominciato’. Giocare è un piacere. Se un gioco è diventato tedioso, non vi appassiona più, non vi spinge a continuare, non siete tenuti a completarlo, soprattutto se ciò accade nelle fasi non avanzate del gioco. Tutti i giochi sono eliminabili. Chiaramente lasciare andare un gioco diventerà più semplice quando avrete smesso di comprarli tutti a prezzo pieno.
‘Devo completare tutti i giochi al 100%’. Dovreste completare al 100% i giochi che volete completare al 100%, i giochi che vi piacciono e coi i quali amate passare quelle ore in più di contenuti secondari e sfide. Questo può includere tantissimi giochi, sia chiaro. Il completismo è ben accetto, ma non deve mai essere un obbligo a prescindere dal gioco.
‘Devo finire x giochi entro x data’. Questo vi porterà solo a finire zero giochi entro quella data, poiché sentirete la pressione di giocare come se fosse il vostro secondo lavoro.
‘Il mio backlog è troppo immenso, non lo completerò mai’. La buona notizia è che non siete obbligati a farlo, quindi non datevi pensiero. Evitando di guardare al complesso di cinquemila ore che ci vogliono a completare il vostro backlog, vi troverete a snellirlo più rapidamente di quanto non immaginiate.
Non state giocando per completare il backlog. State giocando ai videogiochi perché amate i videogiochi. Il backlog non è la ragione principale, ma semmai un fattore accidentale.
Una volta che accetterete questi compromessi, sarà sicuramente più semplice compiere il primo e più importante dei passi: tornare ad amare i videogiochi e a giocare a cuore leggero.
La sfida contro il backlog e il gioco della piramide

Una volta eliminate tutte queste connotazioni negative, possiamo passare allo step successivo: prendere consapevolezza del proprio backlog.
Ogni strumento organizzativo è adatto a questo scopo: un blocco appunti, un foglio Excel, una app che vi facili in questo scopo. Vi suggeriamo ad esempio l’app Playlist di IGN, che vi consente di separare i videogiochi in backlog, in corso, in pausa, ecc. e ha una funzione per ordinarli in base al tempo necessario per completarli. Alcune piattaforme, come Playstation ad esempio, vi consentono di organizzare i vostri giochi digitali in raccolte. Date una forma al backlog che sia per voi agevole e che vi consenta di avere una visione d’insieme chiara.
Gli strumenti che utilizzeremo principalmente noi per spiegarvi il nostro processo sono:
App Playlist di IGN, fruibile anche su web
Sito HowLongToBeat (che è ormai comunque già collegato a diversi sistemi come appunto la app Playlist o la app Xbox su PC).
Va da sé che potete utilizzare qualsiasi strumento che vi sia comodo per organizzare i vostri giochi, perfino un diario o blocco appunti scritto a mano.
Step 1. Ordinare la propria raccolta

Che sia attraverso un app specifica, nella raccolta console o semplicemente scrivendo una lista, è consigliabile cominciare raccogliendo il proprio backlog. In questo, si consiglia di includere: giochi acquistati in digitale e fisici, ma di non inserire assolutamente tutti i giochi riscattati attraverso gli abbonamenti se non per quei pochi giochi che avete il fortissimo desiderio di giocare.
Caricando la lista su Howlongtobeat, potrete automaticamente vedere il tempo necessario per completare tutta la lista. Ovviamente, potete anche creare un foglio Excel in cui inserite manualmente il tempo di completamento dei giochi così da ordinarli. Ciò vi consentirà di guardare al vostro backlog con uno sguardo più sintetico, oggettivo e realistico: ora sapete quanto è grande e quanto ci vuole ad abbatterlo.
Step 2. Costruire una 'piramide"
Una volta che avrete chiaro il vostro backlog, vi illustreremo un metodo che l’autrice dell’articolo utilizza personalmente e che sembra essere l’unico metodo che riesca a portarla al completamento sistematico di giochi senza che si perda tempo altrove: il metodo della Piramide.
La Piramide consiste nell’inserire quindici giochi in un sistema crescente, dai più brevi ai più longevi, incastonando i titoli come se fossero i mattoni della piramide: cinque sull’ultima riga, quattro sulla penultima, tre nella centrale e così via fino ad un solo gioco in cima. I giochi andrebbero ordinati in base alla durata media del titolo (che, chiaro, può anche essere soggettiva e discostarsi molto; è solo un principio iniziale per darsi un via e un programma).
Una volta che avete individuato i giochi presenti nel vostro backlog, dunque, non vi resterà che sceglierne:
cinque brevi, della durata di massimo 15-18 ore
quattro, della durata di massimo 30 ore
tre tra le 30 e le massimo 60 ore
due tra le 60 e le 80 ore
uno solo dalle 80 in su.
Deve essere chiaro che queste indicazioni sono soltanto una guida e i giochi non devono per forza corrispondere a questi tempi di gioco. Se avete caricato i vostri giochi sulle piattaforme consigliate (o su di un foglio di lavoro), potrete ordinarli facilmente per tempo di completamento e riempire la piramide. Una volta che l’avrete ‘costruita’, potremo cominciare ad abbatterla.

Step 3. Abbattere la piramide
Per rendere questa piramide efficace, bisogna seguire un ordine di completamento base: non si può cominciare dalla cima. Trovarsi davanti ad un gioco di ottanta, cento ore può infatti essere un inizio devastante e potrebbe demotivarvi fin dai primi passi. Per far crollare la piramide dovremo cominciare dalla sua solida base.
Scegliete un gioco dal fondo, di quelli di massimo quindici ore, possibilmente quello che più volete giocare, ancora meglio se uno del vostro genere preferito come primo. In fondo, cosa sono quindici ore? Per gli adulti con una vita lavorativa sembrano tante, certo, ma proprio per questo si comincia dai giochi da meno di venti ore: sono accessibili e con un po’ di sforzo possono addirittura essere completati in una settimana, anche in una di quelle cariche di lavoro.
Una volta completato il primo gioco sarete sicuramente più motivati, ed avete una scelta:
scegliere un altro gioco dall’ultima riga
salire al piano successivo.
completato un gioco al secondo piano, potrete sceglierne uno dalla base, dal secondo o salire al terzo.
E così via di volta in volta.
In un certo senso la piramide in sé è un gioco, e noi che siamo giocatori questo lo amiamo.
Note: senza troppa rigidità, sfida con gli amici
Va sottolineato che anche in questo caso la vostra piramide non deve essere un obbligo assoluto. Se sentite che un gioco non va bene, non vi ispira più ora come vi ispirava al momento della creazione della lista, procedete a rimuoverlo con un gioco di simile durata che vi stimola di più. Tenete sempre a mente quanto detto prima: non state abbattendo il backlog, state giocando la vostra libreria videoludica, e completare il backlog è una conseguenza di ciò, semplicemente.
Per rendere questo gioco nel gioco più divertente, potete coinvolgere un amico che ha una raccolta solida come la vostra, e potete sfidarvi al completamento della piramide. Se siete persone molto competitive, questo piano potrebbe motivarvi ancora di più!
Di piramide in piramide
Una volta che sarete arrivati agli ultimi piani della piramide, non vi sentirete più tanto spaventati all’idea di passare due-tre mesi su un singolo gioco: ne avrete completati dodici per arrivare fin lì, e ciò vi aiutare a combattere il tossico pensiero di star impiegando troppo tempo su di un gioco quando ce ne sono altri cinquanta da giocare attraverso la compensazione. Arrivati a questo punto, l’auspicio è che siate pronti per tornare a godere di giochi mastodontici senza essere consumati da un bizzarro e ingiusto senso di colpa.
Completata la prima piramide, guardate al vostro backlog: se è ancora colmo di decine di giochi, costruite un’altra piramide e così via. Se si è ridotto a pochi giochi, siete finalmente liberi di scegliere soltanto cosa giocare. Et voilà!
Questo metodo ha in passato funzionato perfettamente per chi scrive, ma essendo il videogiocatore un individuo, è chiaro che potrebbe non essere la risposta adatta a tutti. Di certo, conoscendo noi un metodo dimostratosi efficace, abbiamo voluto condividerlo per voi che, come noi, siete afflitti dal male del backlog che non sembra curabile e che, invece, lo è!
Commenti