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Bruce Willis: i suoi ruoli più iconici

Si ritira a 67 anni uno degli attori più stimati dai fans del cinema d’azione, Bruce Willis è costretto ad abbandonare la Settima Arte per colpa dell’afasia, un disturbo neuro-cognitivo che colpisce la capacità delle persone di parlare e comprendere le parole.

Analizziamo, quindi, i ruoli più iconici dell’attore americano partendo da quello più significativo in assoluto.


 

Trappola di cristallo – Die Hard (di John McTiernan, 1988)


John McClane è un poliziotto di New York in visita a Los Angeles per passare le vacanze natalizie con la famiglia.

La moglie Holly lavora nel grattacielo della multinazionale Nakatomi che, per pura sfortuna, verrà preso di mira da una banda di criminali tedeschi capitanati dal crudele Hans Gruber (Alan Rickman).

John dovrà, suo malgrado, intervenire per rovinare i piani criminali dei terroristi cercando nel mentre di salvare gli ostaggi e sua moglie.

Primo di una fortunata saga di cinque film, Die Hard è il primo ruolo in assoluto di Willis (non senza un iniziale scetticismo da parte della critica) in un film d’azione.

Crudo, sporco e maledettamente ritmato, Die Hard rappresenta il prototipo dell’action movie definitivo, con un Bruce in grandissimo spolvero in un ruolo che caratterizzerà la sua carriera negli anni a venire.

Il sodalizio con McTiernan si ripeterà col grandioso terzo episodio (1995), coadiuvato da un Samuel L. Jackson in grande spolvero.


L’ultimo Boyscout (di Tony Scott, 1991)



Il detective privato Joe Hallenbeck viene assunto per fare da guardia del corpo ad una spogliarellista (una giovane Halle Berry).

Dopo l’omicidio di quest’ultima, Hallenbeck dovrà unire le forze con Jimmy Dix (Damon Wayans), ex giocatore di football caduto in disgrazia e fidanzato della ragazza, per risolvere la cospirazione che si cela dietro all’assassinio della giovane.

Willis a questo giro ripropone una versione ancora più ironica e dissacrante del suo McClane, in un buddy movie dove gli sketch e i siparietti tra lui e Wayans la fanno da padrone, non a caso la sceneggiatura è di Shane Black, Re incontrastato di questo genere di film (autore tra gli altri della saga di Arma Letale).

Senza però dimenticare l’azione più sfrenata, Tony Scott dirige con mani sicure un film dal ritmo incalzante che non da un attimo di tregua allo spettatore, un caposaldo del cinema di genere degli anni 90.


La morte ti fa bella (di Robert Zemeckis, 1992)



La vita del chirurgo plastico Ernest Menville verrà stravolta totalmente quando si ritroverà al centro della contesa tra la sua ex fidanzata Helen (Goldie Hawn) e la sua attuale moglie, l’ex attrice Madeline (Meryl Streep).

Le due donne hanno segretamente assunto un siero che dona l’eterna giovinezza, dandosi battaglia per vendicarsi l’una dell’altra coinvolgeranno il povero Ernest in una guerra personale senza precedenti.

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