Bud Spencer & Terence Hill: schiaffi, fagioli e tanto cuore
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Bud Spencer & Terence Hill: schiaffi, fagioli e tanto cuore

“Altrimenti ci arrabbiamo”, una frase che si potrebbe considerare tanto una minaccia quanto un avvertimento. Soprattutto se a pronunciarla sono due personaggi dalle mani pesanti (ma dal cuore d’oro) come Bud Spencer e Terence Hill, due attori che hanno fatto breccia nel cuore degli appassionati della commedia slapstick sin dal 1967, anno in cui la coppia esordì ufficialmente insieme sul grande schermo con Dio perdona… io no!

 

Si suol dire che gli opposti di solito si attraggono, una regola non scritta che vale anche per la strana coppia più famosa del cinema italiano: Bud è scorbutico, irascibile e burbero, mentre Terence è svelto, furbo e petulante.


Un orso e una volpe per una formula vincente fatta di scazzottate all’acqua di rose (tante botte, nessuna traccia di violenza fisica né tantomeno di sangue o lividi), battute frizzanti e soprattutto tanto, ma tanta simpatia.


Che sia il selvaggio West di Lo chiamavano Trinità (e relativo sequel), l’isola deserta di Chi trova un amico trova un tesoro o l’assolata Miami di I due superpiedi quasi piatti poco importa: l’importante, per la coppia, era di intrattenere con un umorismo sincero e spensierato.

"Siamo personaggi, non attori" disse una volta il compianto Bud Spencer. Come dargli torto...

Il successo della coppia è arrivato, col tempo, a livello internazionale.


In Europa, soprattutto in Germania e Ungheria, i nostri sono famosissimi e rispettati come se fossero star hollywoodiane. Persino il Time Magazine, nel 1999 pochi giorni dopo il trionfo di Roberto Benigni agli Academy Awards con La vita è bella, ha celebrato Bud & Terence in una speciale classifica degli attori italiani più famosi nel mondo: Bud al primo posto, Terence al secondo.

Purtroppo però il sodalizio tra Bud & Terence (al secolo Carlo Pedersoli e Mario Girotti) finì, vuoi per evidenti limiti di età, vuoi per un determinato tipo di pubblico che è cambiato nel corso degli anni.


Dei due quello che ha saputo meglio re-inventarsi è stato sicuramente Terence Hill, a partire dall’anno 2000 l’attore veneziano ha stretto una solida collaborazione con la Rai con il suo Don Matteo, il prete investigatore di Gubbio, diventando ben presto una serie record d’ascolti per il prime time degli studi di Saxa Rubra con ventidue anni di messa in onda, tredici stagioni e ben 259 episodi all’attivo.


Ben diversa, invece, la carriera del buon Bud Spencer.

Finito il sodalizio con Terence, l’ex nuotatore di origini napoletane non riuscirà, purtroppo, a lasciare il segno sul grande e sul piccolo schermo.

L’ultimo tentativo di rilancio di una fortunata e lunghissima carriera sarà nel 2010 con I delitti del cuoco, serie tv di 11 episodi usciti su Canale 5, cancellata dopo una sola stagione a causa degli ascolti non eccezionali.

Bud Spencer ci lascerà il 27 giugno 2016 all’età di 86 anni ma il suo retaggio rimarrà sempre vivo nel cuore di chi gli ha voluto bene attraverso il grande schermo, grazie alla sua innata bontà d’animo. Di lui l’amico Terence Hill dirà: "siamo l'unica coppia cinematografica al mondo a non aver mai litigato."

Ma torniamo, per un attimo, alla minaccia di cui parlavamo sopra: Altrimenti ci arrabbiamo.


Si tratta, probabilmente, di uno dei film più celebri del duo.


La trama è di una semplicità disarmante: due “amici” (le virgolette non sono messe per caso) si contendono un’automobile, una Puma Dune Buggy, vinta a pari merito in un rally. Ci penserà un bieco speculatore edilizio (che ha come spalla il grande Donald Pleasence, l'indimenticabile dottor Loomis di Halloween di John Carpenter) a mettere d’accordo i due, distruggendo la Dune Buggy e scatenando l’ira di Kid (Hill) e Ben (Spencer).


Un film entrato nell’immaginario collettivo per svariati motivi, il più celebre è sicuramente il famoso coro dei pompieri, in cui i nostri sono mattatori assoluti in una delle gag più riuscite in assoluto di tutta la loro filmografia. Oltre che all'immortale gara di birra e salsicce, la classica mangiata che non manca (quasi) mai nei prodotti della coppia. Nessuno si sarebbe mai aspettato quindi, dopo quasi cinquant’anni dalla sua release cinematografica, una nuova linfa vitale per il film.

Nel 2022, per la regia di YouNuts! (duo di registi già autori di svariati videoclip e del lungometraggio Sotto il sole di Riccione), esce …altrimenti ci arrabbiamo!

Remake? Reboot? No, un omaggio, così i registi e gli autori della pellicola hanno etichettato il progetto. Eppure, nonostante le premesse, il film è un sequel a tutti gli effetti: Carezza (Edoardo Pesce) e Sorriso (Alessandro Roja) sono due fratelli alle prese con una disputa, contendersi una Dune Buggy rossa con cappotta gialla appartenuta al loro defunto padre (identificato con il personaggio di Bud Spencer) svariati anni prima.


L’intervento di un disonesto speculatore edilizio, tale Torsillo (Christian De Sica) rovinerà i piani dei fratelli, costretti loro malgrado a collaborare per riavere indietro l’automobile.


Stesso plot narrativo, stesse dinamiche. Eppure questo remake mascherato da sequel sbaglia nell’unica cosa in cui doveva riuscire: la semplicità.

Al netto di una buona interpretazione dei due attori protagonisti, in particolar modo Edoardo Pesce che riesce ad essere un proto-Bud credibilissimo (e ci starebbe bene anche in un biopic sull’attore napoletano), quello che manca è proprio la spontaneità del prodotto originale, che risulta comunque fresco e godibile nonostante il mezzo secolo di età sulle spalle.

Inoltre il voler esasperare a tutti i costi le scene di combattimento con slow-mo inutili infarciti da inquadrature con balloons fumettistici degni della serie tv di Batman con Adam West, dimostra (semmai ce ne fosse bisogno) che le commedie di Bud & Terence erano film semplici e magari anche un po' spartani, ma non era semplice realizzarli. Nei sedici lungometraggi complessivi girati come coppia (l’ultimo è Botte di Natale, uscito nel 1994), Bud & Terence hanno saputo intrattenere tre generazioni di spettatori, grazie alla loro leggerezza di base ma soprattutto grazie agli stunts che venivano utilizzati spesso e volentieri nelle pellicole: la forza di quei film erano proprio le risate spontanee che le (finte) mazzate del duo infliggevano ai malcapitati di turno, tutti grandi cascatori professionisti.

La nuova versione di Altrimenti ci arrabbiamo, quindi, fallisce su tutta linea nonostante la volontà di omaggiare un genere che non esiste più.

E questo, a conti fatti, è un gran peccato. Chissà, forse un giorno il cinema italiano riuscirà veramente ad omaggiare questi due grandi artisti della commedia rilanciando il genere.

Ma se così non fosse, il mito di Spencer e Hill rimarrà sempre lì, intatto e immacolato, pronto a divertire le generazioni future con grandi abbuffate, esagerati schiaffoni in Dolby Surround e tante sane risate.


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