Cosa sta succedendo in Bungie oltre l'onda di licenziamenti?
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Cosa sta succedendo in Bungie oltre l'onda di licenziamenti?

Pochi giorni fa Bungie, team di sviluppo creatore della saga di Halo e della più recente saga di Destiny ha annunciato una serie di importanti licenziamenti tra le sue file, annuncio che ha portato ad una reazione a catena nella software house e nella sua community che non sembra accennare a placarsi. In questo articolo andremo a fare un punto della situazione su quelle che sono state le mosse di Bungie, alcuni dei suoi passi falsi ed infine alcune considerazioni sull’operato degli ultimi anni.


Destiny & Destiny 2 tra alti e bassi


Non c’è neanche bisogno di dirlo; gestire un brand aggiornato a cadenza praticamente settimanale per dieci anni non è semplice. Potrebbero sempre capitare espansioni, contenuti minori ed aggiornamenti non brillantissimi ma per buona parte della sua vita il franchise di Destiny è sempre riuscito a bilanciare periodi di “fiacca” con contenuti molto ispirati, basti pensare a Destiny: The Taken King, “Il Re dei Corrotti” espansione che riuscì a risollevare le sorti di Destiny 1 nel lontano 2015 quando ormai il titolo sembrava spacciato, o ancora Destiny: Rise of the Iron, “I Signori del Ferro” che riuscì a consolidare ancora di più quanto di buono fatto con Il Re dei Corrotti.

Col lancio di Destiny 2 le cose invece non partirono benissimo.


Il gioco base aveva sicuramente del potenziale, ma le prime due espansioni “La Mente Bellica” e “La Maledizione di Osiride” risultarono fin troppo scricchiolanti e povere di contenuti per rendere felici la community del gioco. Fortunatamente, dopo diversi mesi di tedioso nulla cosmico arrivò Destiny 2: Forsaken, “I Rinnegati”. Quest’espansione risulta ancora oggi come uno dei punti più corposi ed alti nella narrativa del franchise tra colpi di scena, vecchie storyline chiuse, nuove storyline aperte e soprattutto con la morte di un personaggio iconico ed amato come Cayde-6, evento che ha avuto conseguenze importanti su tutta la narrativa da quel punto in poi, segnando di fatto la fine di un Destiny per molti versi a volte scanzonato e “leggero” in favore di una narrativa sicuramente più cupa e disfattista.


Da un punto di vista puramente stilistico questa scelta può essere condivisa visto che da quel momento in poi della storia si sarebbe entrati nel vivo del conflitto finale tra le forze della Luce e quelle dell’Oscurità.

Destiny 2 Forspoken
 

Il cambio di rotta in Bungie


Qualche mese dopo l’uscita de “I Rinnegati però, un annuncio scosse la community; Bungie avrebbe abbandonato Activision-Blizzard per diventare uno studio indipendente. La community all’epoca prese la notizia con gioia, d’altronde molte delle pecche nella gestione del gioco erano sempre state attribuite (ingenuamente) proprio alle direttive di Activision che era sempre sembrata più interessata a far splendere il proprio Call of Duty piuttosto che far brillare di Luce propria il titolo sci-fi di Bungie. Purtroppo la community si sbagliava.


Fino alla gestione di Activision, Destiny era stato un “MMO-FPS” con una gestione dei contenuti non dissimile da quella di un World of Warcraft; essenzialmente chi acquistava il gioco a tre anni dalla sua uscita poteva ancora usufruire totalmente di tutto il materiale uscito in precedenza, dalla storia base alle espansioni, mentre con la gestione di una Bungie ormai indipendente e a briglie sciolte il gioco passò in poco tempo ad un modello “GaaS”, Game as a Service.


Passando a questo modello tutti i contenuti, soprattutto quelli acquistati, avrebbero avuto una data di scadenza. Purtroppo non parliamo solo di contenuti presenti nei pass stagionali (venduti a parte rispetto all’espansione del momento) ma anche di quelli presenti nella versione base di ogni DLC.

Immaginate la gioia di chi, come il sottoscritto, aveva acquistato il gioco base e tutti i suoi DLC fino a quel momento in Collector’s Edition e da un giorno all’altro si è visto quei contenuti, pagati centinaia di euro, “Andati, ridotti in atomi”.


Aggiungiamoci pure che anche i DLC ed i contenuti stagionali correnti avrebbero ricevuto lo stesso trattamento nel giro di poco tempo e la formula di una community scontenta e incattivita è servita.


Bungie ci ha tenuto più volte a precisare che questa rimozione dei contenuti è da attribuirsi ad una necessità di “fare spazio e ordine nel gioco”, tuttavia questa giustificazione non è mai sembrata abbastanza per una grossa fetta della community.

 

Un lento esodo


Dopo questo cambio di direzione il gioco ha continuato per la sua strada un po’ tra alti e bassi, sempre alternando contenuti di buon livello ad altri un po’ trascurabili, andando ad aggiungere al modello DLC + Pass Stagionale anche missioni “Segrete” da acquistare separatamente per ottenere armamenti esclusivi, eventi a tempo limitato e quintali di estetiche. C’è da dire che queste missioni nello specifico sono sempre risultate molto godibili sia dal punto divista narrativo sia dal punto di vista puramente ludico. Tra le menzioni d’onore per quanto riguarda i DLC non può mancare Destiny 2: The Witch Queen, “La Regina dei Sussurri”, espansione veramente di buon livello che è riuscita a risollevare un po’ l’asticella. Purtroppo da qui in poi inizia un lento e inesorabile abbandono dalla parte dei giocatori, convinti poco dall’attuale DLC, Destiny 2: Lightfall e dal suo pass Stagionale reputato da molti scarno e non all’altezza dei contenuti precedenti.

 

L’acquisizione di Sony ed i licenziamenti


Il 31 Gennaio 2022 arriva una notizia inaspettata; Sony ha acquistato Bungie per la cifra di 3.6 miliardi di dollari. Per un’azienda come Bungie che negli anni ha sempre lottato per la sua indipendenza, prima da Microsoft e poi da Activision, questo sembrava un grande passo. A quanto pare negli accordi erano presenti varie clausole, come ad esempio il fatto che Bungie avrebbe continuato ad agire come uno studio "indipendente" e quindi non sotto il diretto comando di Sony (come invece capita solitamente con altri studios first-party).

Nonostante quest’acquisizione la situazione in Bungie continua a peggiorare, a tal punto che in un report emerso di recente si parla di “Goal aziendali per il 2023 mancati del 45%” per quanto riguarda i profitti generati".

Sempre nello stesso report è emerso che l’ondata di licenziamenti (circa 100 dipendenti su 1.100) sia stata ordinata dal CEO di Bungie Pete Parsons. Per caricare ancora di più di tristezza questa vicenda, già triste di suo, a quanto pare Parsons attribuirebbe gli scarsi risultati finanziari dell’azienda all’utenza considerata “poco di supporto” piuttosto che a demeriti di Bungie stessa. A quanto pare tra i circa 100 dipendenti licenziati ci sarebbe anche Michael Salvatori, storico compositore delle colonne sonore dei giochi Bungie.

 

Tra rinvii (quasi) certi e la lettera di scuse


Nella stessa settimana in cui sono stati confermati i licenziamenti tra i fan è iniziata a serpeggiare la voce che l’espansione finale di Destiny 2, “La Forma Ultima” sarebbe stata rimandata. Questa notizia, com’era prevedibile, non è stata presa bene dalla community che ha deciso di annullare in massa i pre-order del gioco andando di fatto a compromettere ancor di più la delicata situazione in Bungie.


Ovviamente Bungie non è rimasta passiva a questa situazione e dopo un paio di giorni di silenzio radio ha dedico di farsi avanti con un comunicato rivolto alla community dove di fatto fa “mea culpa” su tutte le problematiche che hanno afflitto il gioco negli ultimi anni e promette di impiegare tutte le sue forze per riconquistare la fiducia dei suoi fan.

 

Le conclusioni


Sicuramente il futuro di Bungie (e per estensione di Destiny 2) è un po’ traballante al momento, tra il potenziale rinvio della loro ultima espansione e l’esigenza, a pochi mesi dall’uscita di quest’ultima, di apportare le adeguate modifiche al gioco capaci di “riconquistare la fiducia dei fans”, però non è detta l’ultima parola. Come abbiamo visto nella storia recente non è raro che le software house riescano con impegno e dedizione a risollevare le proprie sorti (vedi Cyberpunk 2077) e chi scrive non può fare altro che augurare la medesima cosa a Bungie che, nel bene e nel male, è stata capace di creare un universo narrativo in grado di rapire tutti gli appassionati del genere e di creare un senso di community abbastanza raro ai giorni nostri.


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