Libri e videogiochi - Due mondi lontani, ma molto vicini
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Libri e videogiochi - Due mondi lontani, ma molto vicini

Quante volte ci capita di pensare da dove sono state tratte le storie dei videogiochi? Noi ci siamo chiesti proprio questo ed è incredibile la quantità di titoli che sono stati ispirati dal mondo della letteratura. Di solito tendiamo a pensare (o almeno è quello che sentiamo nell’odierno), che libri e videogiochi sono due mondi diversi, ma invece possiamo assicurarvi che in realtà sono molto vicini tra loro, più di quanto immaginiamo.

Libreria di Raya Lucaria nel videogico Elden Ring.
Libreria di Raya Lucaria nel videogico Elden Ring.

Tutti noi conosciamo i grandi titoli videoludici che hanno segnato il mercato dell’intrattenimento su consolle e pc, ma sappiamo davvero cosa si nasconde dietro le loro storie? L’idea che c’è alla base dello stesso videogioco? L’ambientazione? La lore? I personaggi? Tutte domande cui spesso tendiamo a rispondere che è merito dei programmatori e delle grandi case videoludiche, ma non sempre è così, o meglio, dietro questi grandi successi ci sono le menti di scrittori che hanno saputo creare universi fantastici che ancora oggi affascinano giocatori ignari dell’esistenza di queste persone. Per questo motivo vogliamo condividere con voi alcune curiosità su come il mondo dei libri s’intreccia perfettamente con quello dei videogiochi.


La saga dei romanzi che hanno ispirato The Witcher.
La saga dei romanzi che hanno ispirato The Witcher.

Cominciamo dai grandi classici della letteratura come ad esempio: Alice nel paese delle Meraviglie, Pinocchio, Il Signore degli Anelli, per arrivare ai romanzi più moderni come Metro 2033 (trilogia di Dmitry Glukhovsky), Il Trono di Spade, Harry Potter e ancora l’acclamata saga The Witcher. Chi di noi almeno una volta nella vita non ha letto questi libri o ne a solo sentito parlare? Crediamo che in un modo o nell’altro tutti noi conosciamo queste storie ed è proprio da esse che poi sono nati i videogiochi omonimi dei titoli sopra citati o che comunque ne ricalcano le caratteristiche. Tra tutti ci viene subito in mente Lies of P, ispirata alla favola immortale di Collodi in chiave dark, ma dedicata completamente a lui, dove possiamo vederlo proprio all’inizio del gioco.

 Lies of P, dove si legge chiaramente la dedica: "In onore al grande scrittore Carlo Collodi".
Immagine tratta dal videogioco Lies of P, dove si legge chiaramente la dedica: "In onore al grande scrittore Carlo Collodi".


Il romanzo che ha ispirato la saga di Assasins' Creed
Il romanzo che ha ispirato la saga di Assasins' Creed.

E se invece vi nominassimo il titolo Alamut un romanzo uscito alla fine degli anni 30’ cosa vi viene in mente? A noi il nome di uno scrittore Vladimir Bartol, che non è altro che il “padre” della famosa saga videoludica di Assasin’s Creed. L’avreste mai detto? Noi no, eppure Ubisoft e la direttrice dei primi due capitoli del franchising hanno confermato questa curiosa notizia.


Altri esempi di scrittori che hanno contribuito a creare i mondi che noi tanto amiamo, e che forse alcuni di noi già conoscono, sono ad esempio George R.R. Martin che oltre all’universo del già citato Il Trono di Spade, tra cui sono stati tratti alcuni videogiochi come Game of Thrones Genesis, ha anche collaborato a scrivere la storia di Elden Ring.

Lo scrittore George R.R. Martin.
Lo scrittore George R.R. Martin.

Oppure come non nominare l’immenso J.R.R. Tolkien? O la pluripremiata J. K. Rowling? E ancora H. P. Lovecraft o A. Sapkowski? Tutti loro e molti altri hanno contribuito a ispirare innumerevoli titoli videoludici come La Terra di Mezzo-L’ombra di Mordor, o Call of Cthulhu, per poi proseguire con altri grandi titoli come Bioshock, di cui l’ideologia e il gioco sono stati ispirati dalla scrittrice statunitense Ayn Rand, fino ad arrivare a titoli più moderni come Rainbow Six o Splinter Cell di Tom Clancy.


 

La storia dentro il videogioco


Ora scendiamo nello specifico e vediamo come alcune storie sono state inserite nei videogiochi.


La prima che ci viene in mente è sicuramente la favola di Pinocchio: un burattino che vuole diventare un bambino vero. Ma come si colloca questa storia nel videogioco di Lies of P? Per chi ha provato questo titolo ci si accorge subito che la storia in sé è stata completamente rivisitata in una chiave più oscura, ma l’idea alla base del romanzo di Collodi non cambia, con l’unica differenza che il personaggio che impersoniamo nel videogioco è un automa, ossia un burattino-robot. In questa particolarità possiamo trovare anche un altro aspetto narrativo che ci evoca il celebre scrittore russo Isaac Asimov, che ha scritto le leggi della robotica riportate anche nel videogioco, che però in questo caso i robot vengono identificati come burattini mal funzionanti.


Ci sono poi altri elementi narrativi che gli sviluppatori della Neowiz hanno saputo inserire egregiamente nel videogioco in una versione più moderna, come ad esempio il famoso Grillo parlante, che in questo caso è una voce interna che parla al nostro personaggio, e ancora troviamo la formula “verità o bugia”, che appare più nella favola dello scrittore che nel gioco, ma che comunque inevitabilmente ci riporta al filone principale della storia.

La formula "verità o bugia" che incontriamo nel videogioco di Lies of P.
La formula "verità o bugia" che incontriamo nel videogioco di Lies of P.
 
Geralt di Rivia nel videogioco The Witcher.
Geralt di Rivia nel videogioco The Witcher.

Un altro esempio narrativo riportato in maniera minuziosa in un videogioco è The Witcher. Fino ad ora sono stati pubblicati tre titoli del franchising, ispirati alla saga dello scrittore polacco Sapkowski. Qui, soprattutto nel terzo capitolo videoludico, vediamo come la storia del personaggio principale segue quasi in parallelo quella dei libri, e i personaggi che troviamo durante il nostro viaggio in compagnia dello strigo Geralt di Rivia, sono stati caratterizzati in maniera maniacale, come le ambientazioni e la grande quantità di bestie presenti nel romanzo.

Un’altra caratteristica che sia lo scrittore che i giocatori hanno apprezzato è stato il gioco di carte chiamato Gwent, riportato in maniera eccelsa anche nel titolo di casa CD Project Red, che riesce a coinvolgere pienamente anche chi si accinge per la prima volta a provare il gioco. Poi non dobbiamo dimenticare le numerosissime quest secondarie inserite nel videogioco, e ispirate interamente alle trame secondarie della saga dei romanzi.


 

Ultimo, ma non meno importante esempio narrativo che troviamo in un videogioco è sicuramente quello di Assassin’s Creed. Una saga longeva che non conosce limiti. La storia del libro da cui poi è stato tratto il videogioco, è stata fondamentale per gli sviluppatori della casa videoludica francese. Infatti, il credo degli assassini che troviamo in ogni capitolo della saga riprende in maniera concreta quello che è narrato nel romanzo di Bartol, che ne ha gettato le basi creando una storia immaginaria in un periodo storico reale.

La famosa lama celata che appare in tutti i capitoli videoludici della saga.
La famosa lama celata che appare in tutti i capitoli videoludici della saga.

Nel romanzo dello scrittore troviamo anche molti personaggi storici realmente vissuti, riportati anche in ogni capitolo del franchising videoludico. E come non parlare dell’arma prediletta degli assassini? A tal proposito siamo rimasti sbalorditi da come Ubisoft ha saputo riportare in un gioco la storia di quest’arma narrata nel romanzo in maniera ineguagliabile. Infatti, quando ci troviamo a vestire i panni dei vari personaggi della saga, soprattutto nei primi capitoli, si riesce proprio a respirare la stessa aria di mistero, stealth e cospirazioni che abbiamo trovato nel romanzo.





 

L’elenco dei titoli videoludici basati sui videogiochi potremmo continuarlo all’infinito, ma noi ci fermiamo qui perché vogliamo invitarvi a scoprire i libri da cui sono state tratte le storie di cui oggi non possiamo farne a meno, e magari farcene conoscere di nuove. Allo stesso tempo vogliamo ricordarvi che dietro a un buon videogioco c’è sempre un’ottima storia, che troppo spesso magari diamo per scontato, invece di essere grati a chi la scritta per alimentare la nostra preziosa immaginazione e renderci in qualche modo più ricchi e consapevoli della differenza con la realtà che ci circonda.


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