È di pochi giorni fa la notizia degli ennesimi licenziamenti in casa Microsoft dove la scure del “non aver raggiunto gli obiettivi di vendita” si è abbattuta purtroppo su Tango Gameworks, Arcane Austin ed altri due team. Ma la domanda sorge spontanea; cosa sta succedendo in Microsoft?
Un 2024 iniziato storto
Senza girarci troppo intorno si può affermare che questa prima parte del 2024 è stata terribile per Microsoft dal punto di vista comunicativo. Ricordiamo tutti la questione “i giochi Microsoft arriveranno sulle altre console”, quando Microsoft rimase volutamente vaga soltanto per aumentare l’hype per una mini-diretta in cui alla fine non si parlò di nulla di concreto. Oggi invece Microsoft ritiene opportuno, dal punto di vista comunicativo, annunciare la chiusura in tronco di ben quattro studi interni e poi, sugli stessi canali, annunciare appena un’ora dopo la loro nuova e fiammante colorazione per il controller Xbox… che tatto!
Questi due esempi sopracitati, insieme ad anni di comunicazioni contraddittorie fanno evincere che in casa Microsoft un problema a livello di comunicazione c’è, e deve essere anche grosso. Ricordiamo infatti che, a differenza di Sony, dove la divisione gaming è preponderante all’interno del fatturato annuo della azienda o di Nintendo che si occupa esclusivamente di videogiochi e console, la divisione Xbox Gaming rappresenta solo una “minima” parte del fatturato di Microsoft; quindi, non sarebbe strano che alcune scelte “discutibili” provengano da piani ben più alti di quelli di Phil Spencer & Co.
L’asso piglia tutto
Dopo la generazione Xbox One, Microsoft aveva bisogno di un modo aggressivo di imporsi sul mercato videoludico. Il primo è stato il Game Pass; il secondo è stata una caccia all’acquisizione forsennata.
Acquisizioni della portata di Zenimax/Bethesda o di Activision-Blizzard-King rappresentano ad oggi un unicum nel settore videoludico, paragonabili per dimensioni a quando Disney acquistò la Fox. Ad oggi, tuttavia, queste acquisizioni ancora non hanno avuto modo di brillare. Se da un lato l’acquisizioni di Activision ha portato a degli ovvi benefici dal punto di vista economico, soprattutto grazie a Call of Duty e World of Warcraft, lo stesso non può dirsi dell’acquisizione Bethesda. Ad oggi gli unici giochi “partoriti” da questa acquisizione sono soltanto l’ottimo Hi-Fi Rush, il disastroso Redfall ed il controverso Starfield.
È ormai certo, tra l’altro, che Hi-Fi Rush e Redfall fossero non solo già in sviluppo prima dell’acquisizione, ma inizialmente previsti come giochi multipiattaforma, cosa che forse avrebbe salvato i due team di sviluppo dalla chiusura. Viene quasi da pensare, ad essere malpensanti, che la scelta di rendere alcuni titoli esclusivi sia scaturita più da un desiderio di danneggiare i competitor piuttosto che una decisione ponderata in ottica di successo dei titoli.
Il talento e le buone intenzioni non bastano
Che Redfall sia stato un flop e che Hi-Fi Rush sia stato solo discreto dal punto di vista commerciale non è un mistero, ma i due team che li hanno sviluppati semplicemente valevano più dei loro ultimi giochi, soprattutto dal punto di vista creativo. Arkane Austin in passato ci ha regalato Prey, mentre Tango ci ha regalato saghe come The Evil Within o il particolarissimo Tokyo Ghostwire. Tutti giochi che di certo non hanno venduto decine e decine di milioni di copie ma che sicuramente lasciavano presagire tantissimo talento e voglia di innovare, ed a quanto pare Microsoft voleva investire in questi talenti… fino a pochi giorni fa.
Chiaro, l’industria videoludica oggi è in una situazione particolarmente sensibile, ma vedere come questi team siano stati acquistati solo per essere sistematicamente chiusi al primo strike fa strano, soprattutto considerando che qualcuno in Microsoft qualche mese fa aveva detto “Mica compriamo gli studios per chiuderli” …
Un futuro incerto
Immaginate per un secondo di essere, oggi, all’interno di un piccolo team Xbox Studios. Magari siete un membro di Ninja Theory che da anni sta lavorando alacremente ad HellBlade 2, la “grande esclusiva” del 2024 per Xbox ed immaginate di leggere che dal nulla i vostri colleghi sono stati licenziati senza neanche la possibilità di mostrare veramente il proprio valore artistico; come la prendereste?
Sicuramente non il modo più roseo di portare a termine un lavoro che richiede, oltre delle spiccate capacità tecniche delle ancor più spiccate capacità artistiche. Ed è proprio di questo parere Dinga Bakaba, capo di Arkane Lyon (uno dei due team interni ad Arkane Studios, oltre al defunto Arkane Austin) che su X ha deciso di scagliarsi apertamente contro la dirigenza Microsoft:
"Questo è assolutamente terribile. Permesso di essere umani: a qualsiasi dirigente che legga questo, ricordo amichevole che i videogiochi sono un'industria di intrattenimento/culturale e che il vostro compito come azienda è prendervi cura dei vostri artisti/intrattenitori e aiutarli a creare valore per voi. Non gettateci nei giochi della febbre dell'oro, non usateci come fantocci per i vostri errori di calcolo, non rendete i nostri ambienti di lavoro giungle darwiniste. Dite che vi rendiamo orgoglioso quando realizziamo un buon gioco. Rendici orgogliosi quando i tempi sono duri. Sappiamo che potete, l'abbiamo già visto."
Conclusioni
Quel che si prospetta per Microsoft (ma per tutta l’industria videoludica in realtà) è al momento un futuro incerto, dove mai come oggi l’arte si sta purtroppo piegando al volere di dirigenti o peggio di freddi azionisti che di arte non ne capiscono assolutamente nulla, preferendo invece cercare la via più semplice per arricchire ulteriormente i propri conti in banca.
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