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Recensione: Silent Hill f – La bellezza nel terrore

Approdato sugli scaffali di recente, Silent Hill f, spin-off della celeberrima saga videoludica horror cerca di portare innovazione nel brand uscendo un po’ da quelli che sono i canoni classici della saga. Quale sarà il risultato finale?

Nell’arduo tentativo di rilanciare uno delle sue IP più iconiche, Konami ha deciso di affidare il nuovo capitolo principale (anche se in realtà si tratta di uno spin-off standalone) di Silent Hill al team di NeoBards che, affiancato nella produzione da alcuni nomi di spicco provenienti da altri settori, ha partorito Silent Hill f, un capitolo totalmente diverso da quanto visto fin ora nella celebre saga horror ambientata nella terrificante cittadina di Silent Hill. Come se la saranno cavata? Scopriamolo insieme in questa nostra recensione.


Questa recensione NON conterrà spoiler sulla trama al di là della premessa!


La Storia Silent Hill f


Shimizu Hinako è una studentessa che vive, nella Ebisugaoka degli anni Sessanta, una cittadina rurale del Giappone insieme ai suoi genitori ed i suoi amici, Shu, Rinko, e Sakuko. Al netto di quello che può essere il contesto sociale di una realtà del genere, le loro vite sono tutto sommato normali, finché all’improvviso una sinistra nebbia cala sulla cittadina, riempendo le strade di creature da incubo e di fiori rossi.

Silent Hill f
Suzumi Hinako, protagonista di Silent Hill f

L’impavida Hinako sarà quindi costretta dalla serie di eventi non solo a cercare di salvare sé stessa ed i suoi amici, ma anche ad affrontare i suoi demoni interiori. Insomma, una premessa narrativa molto in linea con Silent Hill, ma che nasconde alcune chicche che non citeremo approfonditamente in questa sede per evitare spoiler, ma anche alcune lacune e punti grigi che approfondiremo più avanti nella recensione.


Impatto visivo: tra bellezza ed orrore


Sviluppato con l’ausilio dell’ormai diffusissimo Unreal Engine 5, Silent Hill f è visivamente appagante, con modelli dei personaggi, delle creature ed in generale della città di Ebisugoka convincenti. Al netto di un’interazione ambientale ridotta all’osso, in generale il motore grafico rende possibile ottenere un giusto livello di fotorealismo, fattore che a sua volta aiuta molto nell’immersività del titolo.

Silent Hill f
Unreal Engine 5 è stato usato sapientemente

Croce e delizia del titolo, proprio come il parallelismo tra bellezza ed orrore, sono le creature da incubo che abitano la cittadina, sì d’impatto scenico in alcuni casi ma decisamente con poca varietà ed in alcuni casi poco ispirate. Alcune di esse in particolare sembrano quasi dei mostri generici ritrovabili in qualsiasi altro gioco horror sul mercato aggiunte soltanto per fare numero più che una scelta ponderata.


Gameplay e combat system


In questo paragrafo c’è da fare una netta distinzione tra quelle che sono le fasi generiche di gameplay del titolo e quello che è invece il sistema di combattimento. Se da un lato infatti troviamo un gameplay assolutamente affine ad altri capitoli della saga di Silent Hill (ed in generale ad altri titoli horror), quindi strettamente funzionale alla storia e che in qualche modo vuole far percepire tangibilmente al videogiocatore quella sensazione di impotenza ed inquietudine, dall’altro troviamo un sistema di combattimento che si potrebbe definire “fuori posto”.


Silent Hill f

Infatti, se come di consueto nei Silent Hill la maggior parte delle armi a nostra disposizione sono oggetti di fortuna (tubi di ferro, mazze, etc) a fare la sua comparsa è un complesso (e forse troppo rudimentale) sistema di schivate/schivate perfette, attacchi mirati, focus e di aggancio del bersaglio.


Se già tutto questo potrebbe cozzare concettualmente un po’ col fatto che stiamo impersonando una ragazzina, a rendere il tutto più tedioso per il giocatore ci pensa il sistema della durabilità delle armi, poco bilanciato e che spesso diventa più un motivo di fastidio che un elemento di preoccupazione per il giocatore. La poca rifinitura e ponderazione di questa meccanica sembra a conti fatti una pezza inserita dagli sviluppatori in fase molto avanzata dei lavori, forse dopo essersi resi conto della deriva troppo action che il titolo stava assumendo.


A sottolineare la voglia (almeno iniziale) di dare una direzione più “action” al gameplay troviamo una progressione e personalizzazione del personaggio estranea alla saga, fatta di potenziamenti e amuleti da indossare per migliorare alcune capacità di combattimento di Hinako.


Gli enigmi


Su questo argomento il gioco risulta soddisfacente e tenendo fede ai capitoli passati della saga, Silent Hill f offre una moltitudine di enigmi ed indovinelli in puro stile Silent Hill sia obbligatori per proseguire la storia che facoltativo per sbloccare nuove armi o per scoprire dettagli secondari riguardanti i personaggi.


Sebbene in una prima run alcuni di essi possano sembrare quasi semplici, segnaliamo che nelle varie modalità New Game + i suddetti enigmi si fanno man mano più complessi, anche se purtroppo, un po' come la narrativa del titolo, soffrono di qualche problema di esposizione, risultando a primo acchito poco chiari.

 

Comparto Sonoro


Parlare di un Silent Hill senza accennare al suo comparto sonoro sarebbe un po’ come addentrarsi nell’Otherworld senza avere traumi psicologici da affrontare. Il comparto sonoro di Silent Hill f è decisamente convincente e d’effetto, forte soprattutto dell’orecchio di Akira Yamaoka (compositore di praticamente tutti i prodotti targati Silent Hill) che in questo progetto è stato affiancato dai compositori di sound novel Dai e Xaki. In particolare, la colonna sonora scelta per il gioco risulta in un intrigante contaminazione dello stile tipico di Silent Hill ed horror nipponico più classico.


Rigiocabilità


Uno dei punti forti del titolo è sicuramente la sua rigiocabilità. Sebbene l’effettiva durata di una singola partita si appresti sulle 8-9 ore circa, il titolo presenta ben cinque finali differenti da sbloccare in New Game + e New Game ++. Infatti, una volta terminata la storia una prima volta potremmo decidere di iniziare una seconda partita per sbloccare il “Finale Buono” ed il “Finale Cattivo” e solo una volta completato uno di questi sarà possibile sbloccare il “Vero Finale”.


Da segnalare, inoltre, che nei New Game + ci saranno sostanziali variazioni non solo nella forza dei nemici e nello svolgimento degli enigmi, ma anche variazioni nelle informazioni trovate dai giocatori e nelle cutscene.


Quanto c’è di Silent Hill?

 

Benché al suo annuncio tutto lasciava presagire ad un nuovo capitolo principale della saga, Silent Hill f si è rivelato essere a tutti gli effetti uno spin-off. Non soffermandoci sul fatto che il titolo non sia ambientato nella cittadina di Silent Hill (decisione presa da Konami per svincolare il franchise da un solo luogo), l’unico fattore che a conti fatti ci dice di star giocando ad un Silent Hill è stato purtroppo inserito più come un sottotesto che come un collegamento palese.


Silent Hill f

Nebbia a parte sembra quasi che i ragazzi di NeoBards e lo scrittore Ryukishi07 siano partiti con l’idea ed i concetti base di Silent Hill per poi discostarsi da alcuni capisaldi della saga. L’orrore, la tensione ed il profondo viaggio nella psiche dei personaggi ci sono, e sono anche di buon livello, però qui purtroppo mancano in parte l’esposizione ed il messaggio. Per spiegarci meglio basti dire che, solitamente, da un Silent Hill ci si aspetta un criptico viaggio di espiazione dei peccati dei personaggi culminante o con l’accettazione dei propri peccati o con la dannazione, mentre qui tutto questo in buona parte manca. Hinako e gli altri personaggi hanno segreti, turbe e scheletri nell’armadio scritti e descritti molto bene, ma nessuno di loro compie il solito “viaggio dell’eroe” tipico della saga, e questo è un vero peccato. In più, certe volte, si creano delle situazioni in cui il gioco decide di spiegare al giocatore per filo e per segno da cosa alcune situazioni scaturiscano andando a togliere un po' di quell'alone di mistero e cripticismo tipici della narrativa dei capitoli passati della saga.


Verdetto Finale

PRO

CONTRO

Ebisugaoka è colma di fascino. La psicologia dei personaggi è scritta in maniera raffinata. Visivamente è bello e terrificante. Rigiocabilità.

Il sistema di combattimento è acerbo. Ci sono alcuni problemi di esposizione delle vicende. I collegamenti con la saga sono lasciati un po' troppo come sottotrama.

Silent Hill f si conferma come un buon gioco horror sotto molti punti di vista, ma forse non come uno dei migliori Silent Hill della storia. L’estetica del gioco è estremamente affascinante, così come una parte delle creature e degli orrori che vengono mostrati a schermo, tuttavia la sua natura da spin-off è tradita dai ben pochi richiami alla saga principale.  Al netto di questi discorsi da “puristi” della saga e del combat-system che non ha convinto pienamente, comunque Silent Hill f è un titolo dalla forte personalità che riesce ad intrattenere ed intrigare il videogiocatore per tutta la sua durata.


Voto Finale: 8/10

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