top of page

Recensione: The Witcher Le Sirene degli Abissi – In fondo al mar

Aggiornamento: 24 mar

Annunciato ormai nel 2023, il nuovo lungometraggio animato ambientato nell’oscuro mondo di The Witcher e targato Netflix è finalmente arrivato. Come se la cava The Witcher: Le Sirene degli Abissi?

The Witcher: Le Sirene degli Abissi, film di animazione prodotto da Studio Mir e tratto da un racconto breve contenuto nel libro “La spada del Destino” di Andrzej Sapkowski racconta di una storia di amore, pregiudizi, guerra e mostri in cui il nostro amato Geralt di Rivia rimane invischiato. Come se la sarà cavata il nostro strigo preferito in questa sua versione animata? Scopritelo nella nostra recensione!

 

Questa recensione NON conterrà spoiler sulla trama!


Cosa Racconta? The Witcher Le Sirene degli Abissi


La storia si svolge in una regione costiera del continente, dove Geralt, insieme all’inseparabile amico bardo Rancuncolo, viene ingaggiato per investigare su una serie di misteriose sparizioni di pescatori e marinai. Gli abitanti del villaggio sono convinti che queste disgrazie siano opera delle sirene, creature leggendarie del mare. Tuttavia, ciò che all’inizio sembra una semplice caccia a mostri si rivela molto più complesso e pericoloso.


Il racconto breve scritto da Andrzej Sapkowski da cui prende ispirazione il film ricalca in qualche modo la fiaba de La Sirenetta, riadattandola chiaramente in chiave dark fantasy

The Witcher Le Sirene degli Abissi
Geralt alla prese con una caccia

Il cast vocale


La produzione Netflix riprende quasi in toto il suo cast vocale originale; infatti, troviamo Joey Batey nei panni di Ranuncolo e Anya Chalotra nei panni di Yennefer di Vengerberg. La grande novità del cast vocale, già ampiamente anticipata, è la presenza di Doug Cockle, celebre voce di Geralt di Rivia nella saga videoludica targata CD Projekt Red che va a sostituire Henry Cavill.


The Witcher Le Sirene degli Abissi
Geralt, Ranuncolo ed Essi

A completare il cast vocale originale troviamo infine Emily Carey (La giovane Alicent Hightower in The House of Dragon) nei panni della sirena Sh'eenaz e Christina Wren a dar la voce alla barda Essi Daven, personaggio già apparso nei libri e nel videogioco The Witcher 3. Il lavoro del cast vocale è sicuramente di livello, soprattutto se parliamo di interpretazioni canore da parte dei bardi Ranuncolo ed Essi e per le parti parlate nella lingua delle sirene. Su Doug Cockle c’erano invece pochissimi dubbi in quanto ancora una volta dimostra una padronanza ormai perfetta del personaggio di Geralt.

 

Visivamente parlando: Sangue e mostri


Anche da questo punto di vista c’erano poche perplessità; il film è infatti animato da Studio Mir, talentuoso studio sudcoreano che in passato ha brillantemente lavorato ad altre produzioni Netflix come la trasposizione animata di DOTA e, soprattutto, il precedente film di animazione ispirato alla saga di The Witcher, The Witcher: The Nightmare of the Wolf.


The Witcher Le Sirene degli Abissi
Geralt fa ampio uso dei Segni durante il film

Le animazioni sono di alto livello, con movimenti fluidi e scene di azione ben studiate e coreografate per essere spettacolari, soprattutto quelle che riguardano Geralt.


Forse a penalizzare un po’ l’opera dal punto di vista visivo è proprio l’ambientazione marittima dove si svolgono le vicende, sempre contraddistinta da una palette di colori forse un po’ spenta.


Dove si colloca nella continuity dell’opera?


Questa è una bella domanda. Esattamente come The Nightmare of the Wolf, anche Le Sirene degli Abissi non è facilmente collocabile ne cronologicamente ne a livello di continuity. Mai come prima, infatti, la produzione ha deciso di tenersi sul vago, senza farci effettivamente capire se questo prodotto sia più collegato alla serie tv di Netflix o sia più assimilabile ad una qualcosa di inerente ai videogiochi.


A noi comunque piace immaginare questa storia come un semplice racconto di caccia estrapolato dal romanzo La spada del Destino invece di cercare di collocarlo in una continuity piuttosto che in un'altra, anche se ciò potrebbe confondere un po’ gli spettatori.

The Witcher Le Sirene degli Abissi
Geralt e Ranuncolo in viaggio

La nuova politica di Netflix


Qualche tempo fa è stata riportata una notizia molto particolare; sembra infatti che Netflix chieda ora ai propri sceneggiatori di far dichiarare ai personaggi in scena esattamente l’azione che stanno compiendo o comunque di essere quanto più chiari possibili nel descrivere. Questo, secondo i vertici di Netflix, aiuterebbe quegli spettatori che solitamente iniziano la visione di un loro prodotto per poi iniziare a fare altro senza più prestare attenzione allo schermo. E The Witcher: Le Sirene degli Abissi non è esule da questa bizzarra pratica. È capitato infatti diverse volte durante la visione che i personaggi ripetessero cosa stessero facendo, cosa avessero appena fatto e cosa stavano per accingersi a fare. Questa pratica, a nostro avviso, va a spezzare il pathos della narrazione.

 

I veri mostri non sono i mostri


Un caposaldo della narrativa di Andrzej Sapkowski e dei prodotti derivati dai suoi libri è sempre stato quello di raccontare l’oscurità dell’animo umano. Nei suoi libri, infatti, spesso gli atti più crudeli ed atroci non sono commessi dalle mostruosità per cui Geralt viene ingaggiato come cacciatore di mostri, bensì dalle persone comuni che riescono sempre a dare il peggio di loro stessi.


Per fortuna Studio Mir è riuscito ancora una volta a centrare il bersaglio da questo punto di vista, riuscendo a rappresentare in maniera convincente sia gli aspetti positivi che negativi dei personaggi del film.

Verdetto Finale

PRO

CONTRO

Animazioni di alto livello.

Cast vocale eccellente, soprattutto Doug Cockle.

Storia convincente…

Gli spiegoni tra i dialoghi voluti da Netflix spezzano un po’ il pathos. ... Che però si prende qualche libertà artistica di troppo rispetto al materiale di riferimento.

The Witcher: Le Sirene degli Abissi si conferma essere un buon prodotto animato, seppur non raggiungendo i livelli del precedente Nightmare of the Wolf. La storia raccontata è una rielaborazione non solo di un grande classico fiabesco a cui Andrzej Sapkowski si è ispirato, ma anche una rielaborazione del lavoro di Sapkowski stesso. Il film si prende forse qualche libertà artistica di troppo rispetto al racconto originale, ma il tutto viene comunque sorretto da una qualità di animazione eccellente e dall’ottimo lavoro del cast vocale. Peccato per qualche storpiatura dovuta alle richieste di Netflix agli sceneggiatori.

Voto Finale: 7.5

Comments


bottom of page