Stranger of Paradise: Final Fantasy in un habitat inusuale
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Stranger of Paradise: Final Fantasy in un habitat inusuale

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin è un gioco d'azione con forti componenti RPG, sviluppato da Team Ninja e pubblicato da Square Enix, che spinge l'iconica serie ultratrentennale fuori dalla propria comfort zone. Abbiamo provato la demo esclusiva Playstation 5.

 

Per un decennio almeno, Final Fantasy ha risolutamente cercato di espandere la propria fan base, sradicando il proprio gameplay da terreni familiari per piantare nuovi semi in ambienti più ostili. Se questa intenzione era ancora parzialmente velata quando Final Fantasy Dissidia e Final Fantasy VII: Crisis Core furono lanciati su PSP, l'invasione di titoli votati ad un timbro più action all'interno della mainline non ha lasciato spazio ad ulteriori dubbi: Square Enix e Final Fantasy sono a caccia di un più ampio bacino d'utenza.


Molti di questi progetti meno tradizionali hanno visto Tetsuya Nomura come protagonista, nei panni di director, produttore creativo o artefice del concetto originale alla base dei discussi prodotti finali. Anche in questo caso, il talentuoso character designer, le cui idee passeggiano con leggerezza in punta di piedi sulla corda tra un cielo geniale e un baratro di follia pura, si propone come producer e principale bandiera dei tentativi esplorativi della saga.


Presentato durante nel corso dell'E3 2021, Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin è un ambizioso progetto di snaturalizzazione sviluppato da Team Ninja, al suo terzo approccio alla saga, sotto la direzione di Nobumichi Kumabe. Emerse dal trailer, le difficoltà strutturali e tecniche hanno già minacciato di intaccare la reputazione del progetto. Abbiamo provato la demo esclusiva Playstation 5 e vogliamo proporre le nostre impressioni sul progetto.


QUANTA "ORIGIN" C'È IN STRANGER OR PARADISE?


Interrogato sulla natura bizzarra dei protagonisti, ed in particolare Jack, personaggio principale utilizzabile nella demo, fin troppo ordinaria per essere assimilabile all'usuale cast di Final Fantasy, Tetsuya Nomura ha spiegato all'iconica rivista nipponica Famitsu che il team è effettivamente composto da "strangers in Paradise", estranei che non dovrebbero trovarsi in questo mondo che egli definisce basato su Final Fantasy I.

Considerando la premessa del gioco originale, Garland, boss finale della demo nelle vesti di Chaos, veniva sconfitto dai Guerrieri della Luce nel Tempio del Caos, il luogo in cui la versione di prova è ambientato, ma veniva trasportato nel passato e così salvato dai demoni elementali che inviava nuovamente nel futuro per dar vita a un infinito ciclo che gli consentisse di sopravvivere ad ogni scontro. Queste parole, unite a quanto pronunciato da Nomura, fanno intuire che i personaggi avrebbero un aspetto molto diverso e fuori luogo proprio perché non provengono dal mondo in cui il gioco è ambientato. L'aspetto ed i nomi stessi dei personaggi costituirebbero essenziali rivelazioni collegate alla trama.


Nonostante questo, Nomura ha specificamente chiarito che il gioco non ha legami diretti con Final Fantasy I, se non quello di prendere ispirazione dall'universo in cui è ambientato. Non è ancora chiaro, quindi, quanto sia veramente percettibile la sensazione di trovarsi davanti ad una "origine", soprattutto per i fan di vecchia data della serie.


UN FINAL FANTASY IN SALSA SOUSLIKE?


Descritto come un souslike dai leaker che ne hanno anticipato l'annuncio, Final Fantasy Origin si discosta in molti aspetti dal format di FromSoftware. Se appare evidente il desiderio di simulare un'esperienza difficoltosa nelle fasi attive, è nella posta in gioco che si rileva la maggiore differenza: certo, Stranger of Paradise non è generoso, morde e graffia, richiede la massima attenzione; ma cosa succede quando il giocatore cede alla difficoltà e viene sconfitto? Niente di più che una diminuzione di MP massimi accumulati e la perdita delle abilità istantanee apprese dai nemici. Il terrore di perdere tutto l'effettivo progresso accumulato è piuttosto rimpiazzato da una arrendevole consapevolezza di dover nuovamente affrontare il percorso e tutti i nemici che lo popolano.

Nelle sue dinamiche di gioco, tuttavia, la demo presenta una fusione piacevole del genere al quale si ispira e delle classicità più note della saga. Il sistema di classi (sono in sei quelle utilizzabili nella versione di prova, di cui tre base e tre avanzate) trae molto dai più tradizionali job di Final Fantasy, ed li evolve agevolmente in uno schema divertente ed entusiasmante. Traendo spunto dalla recente storia di Square Enix, è consentito a Jack di equipaggiare due classi in contemporanea e perfino di passare da un assetto all'altro premendo un solo tasto. Questo esperimento risulta in battaglie agevoli, fluide e di grande intrattenimento, appena danneggiate da un sistema di schivata che senza l'appropriato sviluppo delle abilità specifiche è quasi completamente inutile.


Stranger in Paradise si distingue anche per un sistema di parry duale, all'interno del quale la classica parata che consente al momento giusto di azzerare il danno e ridurre il logoramento (che funziona in maniera simile alle stun ricorrenti negli ultimi titoli Final Fantasy, salvo che, in questo caso, ad essere stremato sarà il protagonista, scoperto e più vulnerabile ad attacchi nemici) è accompagnata da un "Scudo Spirituale", una tecnica che richiede il consumo della barra logoramento ma che consente di apprendere alcuni attacchi nemici, utilizzabili poi in maniera limitata e senza consumo di MP.

Attraverso l'Impeto Spirituale, un colpo di grazia sferrabile solo contro i nemici stremati dal consumo della barra logoramento, Jack accumula degli MP extra, utilizzabili per l'attivazione dello stato Lux, una fase di power-up che consente di infliggere danni di gran lunga maggiori. Questo espediente promuove un'ulteriore strategia a lungo termine che accompagna lo sviluppo delle abilità specifiche delle classi: la possibilità di rendere più agevoli gli scontri con i nemici più ostici spinge il giocatore all'accumulo di MP extra, così da poter ricorrere il più possibile al Lux nelle battaglie più difficoltose.


La fusione di tutte queste meccaniche dà vita ad un curioso ibrido della precedente esperienza Nioh di Team Ninja e alcune tra le decennali espressioni di gameplay di Final Fantasy, che risulta perfettamente godibile, stimolante e che crea dipendenza. Enorme pecca rilevata nella demo è l'IA dei compagni, utili unicamente come esche al momento.


TECNICAMENTE? C'È MOLTO DA LAVORARE...


Per quanto di incantevole ed affascinante ci sia nel puro divertimento che scaturisce dall'aver alla mano questo gameplay, l'esecuzione, dal punto di vista tecnico e perfino meramente estetico, è discutibile. Non esistono scuse per le problematiche del gioco come mostrato nel trailer e nella versione di prova. Se è vero che un software in sviluppo può fortemente modificare la propria resa prima della release, ancora lontana nel tempo (come accaduto con lo stesso Nioh), a preoccupare è un'estetica di base completamente anonima.

Se sono imperdonabili ma sostituibili le tremende texture, ottimizzabili i framerate, che soffrono spesso di cali completamente immotivati dal contesto ed imprevedibili per questo, è l'assenza di un gusto cromatico e scenico generale a mandare un segnale di allarme. L'ambiente di gioco risulta pesantemente privo di personalità, la scelta delle palette cromatiche sembra priva di qualsiasi ispirazione. Il gioco risulta all'occhio come un figlio di generazioni passate, non proponibile sugli attuali sistemi in maniera dignitosa. La sensazione scaturita dal trailer di trovarsi dinanzi ad un aspetto pessimo viene immediatamente confermata dalla demo, che già nel tutorial iniziale, inserisce il giocatore in un campo quasi monocromatico, peggiorato da un filtro puntillistico e "sporco", pesante e duro da digerire.


C'è molto da lavorare sotto questo aspetto che rischia in maniera concreta di annullare i buoni propositi portati a pieno compimento nella creazione del gameplay e le dinamiche di gioco. Resta da vedere quanto si possa risolvere entro il 2022.


UNA PROBLEMATICA PRESENTAZIONE AL PUBBLICO


Non è la prima volta che Square Enix ha difficoltà a gestire il tempo e i contenuti dei suoi eventi digitali Presents, ma l'E3 2021 ottiene agevolmente la corona per aver presentato i titoli nel peggior modo possibile. Se Marvel's Guardians of the Galaxy è però colpevole unicamente di aver mostrato troppo ed aver occupato una percentuale eccessiva dell'evento, è per lo più Stranger of Paradise ad essere danneggiato da questa gestione.


Il ripetitivo e piatto trailer, che ha dato vita ad innumerevoli meme e critiche, non mostra nient'altro che la demo. Poiché quest'ultima pecca sotto tutti gli aspetti tecnici, come citato in precedenza, e la presentazione non garantisce alcuna percezione del divertimento scaturito dal gameplay, il gioco non ha nulla da offrire agli spettatori del trailer. L'aggravante di questa scelta è che la versione di prova è stata rilasciata in via esclusiva su Playstation 5, una console che ancora sfugge alle mani di moltissimi giocatori, che vedranno e ricorderanno di questo gioco soltanto la tiepida presentazione dell'E3 per molto tempo.


La demo di Stranger in Paradise: Final Fantasy Origin presenta un gameplay stimolante ed ispirato, capace di intrappolare il giocatore in un limbo di frustrazione ed incapacità di rinunciare, ma pecca in maniera imperdonabile sulla resa tecnica e risulta piatto in ogni altro aspetto, complice una terribile presentazione al pubblico che non fa nulla per redimere il gioco e creare entusiasmo.


Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin è atteso nel corso del 2022 su Playstation 5, Xbox Series X|S, Playstation 4, Xbox One e PC.

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