Blade Runner e La Cosa: quarant'anni e non sentirli
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Blade Runner e La Cosa: quarant'anni e non sentirli

25 giugno 1982, una data che per molti potrebbe non significare nulla.

Ebbene, quarant’anni fa, in questo stesso giorno uscirono due dei capolavori più importanti della storia del cinema di fantascienza: Blade Runner di Ridley Scott e La Cosa di John Carpenter.

Tuttavia queste due opere d’arte all'epoca furono snobbate e bistrattate, andiamo a scoprire perché...


 

“E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia…”



Tratto dal romanzo di Philip K. Dick (che morì poco prima che il film uscisse in sala), Il cacciatore di androidi (anche conosciuto come Ma gli androidi sognano pecore elettriche?), Blade Runner narra le vicende dell’agente Rick Deckard (Harrison Ford) e della sua caccia a quattro replicanti ribelli capitanati dal carismatico Roy Batty (il compianto Rutger Hauer) sullo sfondo di una Los Angeles distopica del 2019.


Il regista Ridley Scott, al suo terzo film dopo I Duellanti e Alien, confeziona un noir metropolitano di forte impatto visivo, scenico e assolutamente iconografico nel suo essere così essenziale.

Dal ritmo lento e compassato, Blade Runner si prende tutto il tempo necessario per esplorare la psiche dei protagonisti e degli antagonisti in quello che lo stesso Scott ha definito: “il mio film più completo e personale”.


Un film che fa della bellezza visiva il suo punto di forza, con una sceneggiatura potentissima al servizio di una messa in scena praticamente perfetta, una colonna sonora incredibile (ad opera del recentemente scomparso Vangelis) e con delle prove attoriali veramente di alto livello. Il monologo finale di Roy Batty, inoltre, è forse uno dei più importanti della storia del cinema degli ultimi quarant'anni: completamente improvvisato dal grande Rutger Hauer, magnifico nel suo essere così artificialmente decadente ma al tempo stesso fragile, umano e coscienzioso.


Blade Runner è il capostipite del filone cyberpunk moderno, insieme al già citato Alien e a classici come 2001: Odissea nello Spazio e Solaris ha riscritto le regole del cinema di genere, una vera e propria opera d’arte che ha influenzato culturalmente e socialmente il genere fantascientifico odierno.

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Tratto liberamente dal romanzo La cosa da un altro mondo (di John W. Campbell) e remake dell’omonimo film prodotto da Howard Hawks nel 1951, La Cosa di John Carpenter è un fanta-horror facente parte della cosiddetta “Trilogia dell’Apocalisse”, trittico di film legati da un tematico filo conduttore nonostante nessuno dei tre abbia (apparentemente) qualcosa in comune l’uno con l’altro (gli altri due film di questa trilogia: Il Signore del Male e Il seme della follia). La Cosa racconta la disavventura del pilota McReady (Kurt Russell) e di un team di ricercatori in una base del Polo Sud alle prese con una forma di vita extraterrestre parassita, in grado di mutare la propria forma cambiando aspetto di volta in volta. Esattamente come fece Ridley Scott con Alien, Carpenter sfrutta l’ambiente claustrofobico di una base isolata dal resto del mondo e lo rende protagonista assoluto, mettendo in primo piano l'ansia, la tensione e la paranoia che pervade il gruppo capitanato da Kurt Russell. Il buon vecchio John quindi ci regala un film cattivo, mefistofelico e nichilista che, grazie anche alle musiche del nostrano Ennio Morricone e agli effetti speciali del grande Rob Bottin (che lavorerà qualche anno dopo a RoboCop, a tal proposito trovate QUI la nostra analisi del film di Paul Verhoeven) è entrato di diritto nell’Olimpo del cinema horror fantascientifico. Due cult nello stesso weekend? No, grazie.


Blade Runner e La Cosa sono riconosciuti tutt’ora come due opere d’arte, su questo non ci sono dubbi. Eppure, nel 1982, nessuno la pensava così. Critica e pubblico affossarono i due film: Blade Runner fu considerato troppo cupo e pessimista, “pornografia fantascientifica” secondo il critico del The State, Pat Bernman. La Cosa invece fu ritenuto un film troppo crudele rispetto alla fantascienza pacifica ed edulcorata di un altro grande classico di quei tempi: E.T. di Steven Spielberg. Fu proprio l’alieno buono creato dal grande Carlo Rambaldi che affossò definitivamente al botteghino sia il film di Scott che quello di Carpenter. A fronte di un incasso misero di soli 19 milioni per La Cosa e di 27 milioni per Blade Runner, i due film vennero massacrati non solo da E.T. ma anche da Star Trek II: L’ira di Khan e da Poltergeist - Demoniache presenze, chiudendo l’anno rispettivamente al quarantatreesimo posto e al ventinovesimo posto dei film più visti del ’82. Un flop clamoroso su tutti i fronti. Furono i passaggi televisivi e l’home video a far riscoprire al pubblico questi grandi film di fantascienza, a dimostrazione che, a volte, certe opere hanno bisogno di sedimentare nell’immaginario collettivo perché il tempo dia la giusta misura al loro reale valore. Ad oggi, Blade Runner e La Cosa sono considerati due capolavori immortali del cinema di genere, due unicum che hanno ispirato, grazie alla loro genialità, un buon 90% della filmografia fantascientifica odierna. Due splendidi quarantenni che non invecchiano anzi, restano moderni, freschi e assolutamente iconici. Speriamo che lo stesso destino venga riservato anche al bellissimo Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve visto considerato che nel 2017, al netto di un'ottima critica da parte della stampa specializzata, gli incassi di questo sequel non furono eccezionali.

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