Il recap in attesa del Ragnarök: God of War III
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Il recap in attesa del Ragnarök: God of War III

Aggiornamento: 13 nov 2022

Che sia per esperienza diretta o per sentito dire, la saga di God of War non è di certo sconosciuta a chi bazzica nel mondo dei videogiochi. Una saga titanica, in tutti i sensi, che ad oggi conta molti capitoli. Facciamo il punto della situazione sulla trama, nell'attesa del nuovo capitolo in uscita il prossimo 9 di novembre: God of War Ragnarök.

 

Se non lo avete ancora letto, qui trovate il link all'articolo precedente: gli spin-off di God of War!


In modo simile a David Jaffe, dopo God of War II anche Cory Barlog decise di lasciare Santa Monica Studio, a quanto pare per paura di diventare il "God of War guy", ricordato solo per la saga di Kratos. Dopo i primi otto mesi di sviluppo del nuovo God of War III, Barlog migrò verso altri lidi, rimbalzando fra varie software house, per poi rientrare in Santa Monica Studio dopo qualche anno. Col senno di poi, fu un bene. Comunque le redini del terzo episodio furono affidate a Stig Asmussen, in Santa Monica Studio fin dal primo capitolo.



God of War III uscì nel 2010 sfruttando tutta la potenza di PlayStation 3. Grazie alle allora nuove tecnologie, il terzo capitolo aveva raggiunto un dettaglio mai visto prima per la serie: un tripudio di effetti particellari; effetti luce/ombra molto più ricercati; animazioni più fluide e realistiche; un nuovo e più ricercato level design; un superbo gameplay che fondeva le nuove meccaniche di gioco a quelle già ampiamente rodate. Inoltre, la scelta stilistica mai abbandonata dalla serie (se non in tempi più recenti) della telecamera fissa esaltava le adrenaliniche scene d'azione e i fantastici scenari di gioco.

Insomma, God of War III era tutto ciò che i fan si aspettavano: epico oltre ogni limite e soprattutto violento come non mai.


L'assalto al Monte Olimpo


"La misura di un uomo è ciò che fa con il potere." - Platone

La sorte dell'Olimpo è incerta. Ora consapevole di essere un semidio dalla nascita e senza più il Fato a determinare il suo destino e quello degli dèi, Kratos è inarrestabile: avrà la sua vendetta su Zeus ad ogni costo.


I titani stanno assaltando il Monte Olimpo; Kratos è con loro sul dorso di Gaia. Mentre gli dèi organizzano le proprie forze, il dio del mare Poseidone si lancia per attaccare i titani con la potenza degli oceani. Durante uno scontro al cardiopalma, Gaia è ferita dagli attacchi delle creature marine di Poseidone, a tal punto da ritrovarsi con un buco nel petto; alla fine, Kratos la salva riuscendo a separare il dio del mare dalla barriera d'acqua che lo proteggeva, uccidendolo brutalmente. La sua morte causa un'immensa inondazione che sommerge le terre greche.


Sulla cima della montagna, Gaia si prepara a schiacciare Zeus, che la respinge con tutta la forza dei suoi fulmini, distruggendole parzialmente un braccio. Il titano cade rovinosamente e, per salvarsi, si aggrappa al fianco della montagna, incurante dello spartano che le sta chiedendo aiuto per non precipitare. Gaia non sente ragioni: Kratos è solo una pedina per i titani, non può permettersi di fallire solo per salvare un inutile uomo.


Il Fantasma di Sparta cade rovinosamente nel fiume Stige, che lo prosciuga di molti dei suoi poteri. Questa volta l'unico modo per andarsene dall'Ade è il Portale di Iperione, ma c'è bisogno dell'anima di un dio per utilizzarlo. Una rediviva Atena, ascesa a forma eterea dopo il proprio sacrificio, decide di aiutare lo spartano nella lotta contro uno Zeus ormai accecato dalla paura, ombra di sé stesso. Ella lo informa che solo con la Fiamma dell'Olimpo, un grande potere custodito nelle sale degli dèi, può sperare di sconfiggere Zeus.


Gli dèi cadono


Durante il girovagare nell'Ade, Kratos incontra il dio Efesto, una volta il più grande dei fabbri tra gli dèi, ora ridotto a reietto a causa di una punizione infertagli da Zeus. Kratos prosegue il suo viaggio nell'oltretomba: recuperata la Spada dell'Olimpo che era caduta insieme a lui, giunge nelle sale del dio Ade, luogo in cui troverà la tomba di Persefone.

Costretto a scontrarsi con il dio dei morti, lo spartano sottrae ed usa contro di lui le sue stesse armi, gli artigli con cui Ade era solito strappare le anime ai caduti si ritorcono contro di lui, uccidendolo. L'oltretomba cade nel caos.


Con l'anima del dio in pugno, Kratos utilizza il Portale di Iperione e si ritrova ad Olimpia, città sul fianco della stessa montagna da cui prende il nome. Gaia sta risalendo la montagna; per vendicarsi, Kratos le distrugge il braccio già da prima danneggiato per farla precipitare di nuovo. Ad Olimpia infuria la battaglia tra un titano di fuoco e il dio Elio. Grazie all'aiuto indiretto del titano, Kratos massacra anche il dio del sole che una volta aveva salvato da Persefone, strappandogli la testa. Il sole scompare tra le nuvole e violenti nubifragi si scatenano su tutta la Grecia.


Nella risalita verso la vetta, Kratos scopre che l'Ade e l'Olimpo sono collegati dalla Catena dell'Equilibrio, un'immensa catena che porta stabilità tra i due mondi: alla base di essa, nell'oltretomba, le statue dei Tre Giudici, Minosse, Aeco e Radamante la tengono ben salda, mentre svolgono il compito di vagliare le anime. A metà strada vi è il mastodontico Labirinto sospeso creato dall'inventore Dedalo, padre di Icaro.

Giunto alla Fiamma dell'Olimpo, Kratos nota che dentro di essa si cela il Vaso di Pandora, lo stesso vaso che una volta utilizzò per sconfiggere Ares. Atena rivela che avrà di nuovo bisogno di quel potere per uccidere Zeus.

Efesto creò il Vaso e la Fiamma per contenerlo, per confinare i mali che la Grande Guerra tra dèi e titani aveva sparso per il mondo. Quei mali, invece di essere assorbiti da Kratos quando aprì il Vaso per sconfiggere l'ex dio della guerra Ares, si sparsero di nuovo per le terre infettando anche gli dèi. Zeus fu assalito dalla Paura, motivo del suo tradimento ai danni di Kratos. A quanto sembra il Fantasma di Sparta aveva attinto da un altro potere anni prima, ma da quale? Comunque, la chiave per sopìre la Fiamma dell'Olimpo era la piccola Pandora, creazione artificiale di Efesto, nata dalla Fiamma stessa.



Di lì a poco appare Ermes, il rapido messaggero degli dèi, che cade per mano di Kratos dopo un lungo inseguimento tra i palazzi dell'Olimpo: i suoi calzari magici torneranno molto utili. Una piaga si abbatte sull'umanità, che inizia a morire di malattia.

Tornato alla Fiamma, Kratos aziona il meccanismo che la libera ma si rende conto che è bloccato: non può avere accesso al Vaso finché i Tre Giudici tengono ferma la Catena. Il girovagare lo porta dalla dea Era, la quale manda avanti il suo campione Ercole, geloso del fratellastro spartano che gli fu preferito per il ruolo di dio della guerra.

Kratos ha la meglio sul potente avversario, a cui sottrae i Cestus di Nemea, grossi guanti di metallo capaci di distruggere i materiali più resistenti.


Il massacro non si ferma


Nelle Sale di Poseidone, Kratos scopre che Pandora è tenuta prigioniera nel Labirinto di Dedalo. La piccola gli parla spesso tramite magia e Kratos si sta affezionando, complice il fatto di rivedere in lei la figlia defunta. Per raggiungere i piani superiori del Labirinto e azionarne i complessi meccanismi che lo ricompongono, il Fantasma di Sparta ha bisogno del potere dell'elettricità per attivare dei ponti magici caduti in rovina.


Nelle sale di Afrodite, Kratos trova il portale per tornare da Efesto, formalmente ancora marito della dea. Efesto rivela che, troppo affezionato alla piccola Pandora, per non vedersela portar via, decise di ingannare Zeus convincendolo che il Vaso fosse più al sicuro sul dorso di Crono. Quando lo spartano riuscì ad aprire il Vaso, Zeus capì l'inganno e punì severamente il fabbro, esiliandolo nel regno di Ade ed imprigionando la piccola Pandora nel Labirinto. Il fabbro reietto intuisce che la sua amata figlia adottiva è il nuovo obiettivo di Kratos, quindi lo indirizza alla ricerca della pietra di Omphalos con cui potrebbe forgiargli nuove armi capaci di attivare i ponti, sperando però che lo spartano perisca nell'intento: la pietra infatti si trova nello stomaco del titano Crono, di nuovo relegato nel Tartaro.



È proprio nell'abisso del Tartaro che Kratos incontra di nuovo Crono, il quale stavolta è deciso ad ucciderlo per tutto ciò che ha subìto a causa sua. La battaglia è epica ma termina nel peggiore dei modi per il colosso. Così Kratos è di ritorno; Efesto cerca di prendere tempo mentre fabbrica l'arma speciale, tentando un ultimo disperato tentativo di eliminare il guerriero pallido, ma purtroppo non finisce bene per lui. Con le Fruste di Nemesi, le nuove armi, Kratos raggiunge i giardini di Era riattivando i ponti. La dea, ormai debole e patetica, lo insulta ripetutamente. Il guerriero non si scompone finché la dea non pronuncia una parola di troppo sulla piccola Pandora; in quel momento la rabbia dello spartano monta a tal punto da spezzarle il collo.

A seguito di ciò, tutta la vegetazione della Grecia appassisce.


La fine di tutto


Finalmente al Labirinto, il Fantasma di Sparta trova Pandora. Grazie alle ali di Icaro inizia una picchiata verso i tre Giudici dell'Ade per distruggere la Catena dell'Equilibrio con i guanti di Ercole. Si dirige poi alla sala della Fiamma per attivare il meccanismo, senza rendersi conto che la chiave, per funzionare, debba essere sacrificata nella Fiamma stessa. Zeus è lì ad attenderlo; i due si affrontano. La ragazzina decide di sacrificarsi così che Kratos possa di nuovo aprire il Vaso ed acquisirne i poteri. Ma il Vaso è vuoto. Zeus ride soddisfatto e la violenta lotta continua.

Nel frattempo giunge Gaia. Durante la lotta e per sfuggire alla furia del titano, Kratos e Zeus cadono dentro di lei attraverso la ferita nel suo petto; lo scontro continua vicino al suo cuore pulsante. Lo spartano infine impala il dio nel cuore del titano con la Spada dell'Olimpo: Gaia si disintegra.


Risvegliatosi vicino ad una scogliera, il guerriero pallido crede sia finita, ma dal corpo apparentemente senza vita di Zeus fuoriesce un'ombra che inizia a strangolarlo. In punto di morte Kratos si chiude in sé e ripercorre i principali momenti della propria vita. Infine perdona sé stesso, grazie al ricordo delle parole buone che Pandora gli aveva rivolto:

la speranza che ci dà forza. Che ci fa lottare. È la sola cosa che ci resta quando tutto è perduto."

Tornato in sé, Kratos annienta una volta per tutte ciò che rimane di Zeus.


La Speranza è ciò che Kratos aveva assorbito quando aprì il Vaso di Pandora la prima volta: quel grande potere che Atena aveva aggiunto all'ultimo momento prima della sigillatura e che non si aspettava fosse rimasto dentro il guerriero spartano per tutto questo tempo. Sepolta nel profondo dentro di lui, la Speranza si era risvegliata grazie a Pandora. Atena rivorrebbe quel potere per sé così da usarlo per riplasmare il mondo ormai scosso da ogni sorta di calamità, ma Kratos non è dello stesso avviso: con un ultimo gesto si trapassa con la Spada dell'Olimpo e libera la Speranza dentro di sé, riconsegnandola all'umanità. In una pozza di sangue, il semidio vincitore di mille battaglie sembra perire.



L'ultima scena dopo i titoli di coda ci mostra la Spada dell'Olimpo abbandonata vicino ad una pozza di sangue, ove prima giaceva il corpo del temibile spartano, e una scia di sangue che prosegue fino al bordo del precipizio...

 

Finisce qui la storia del terzo titanico capitolo di God of War.



Articolo successivo: God of War (2018)!

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