Viz presenta “Reaper”: perché il ritorno anime di Bleach è così importante?
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Viz presenta “Reaper”: perché il ritorno anime di Bleach è così importante?

L’adattamento anime di Bleach si appresta a sfornare una nuova stagione, ma c’è da chiedersi: perché è così importante?

 

Il 23 Marzo, Viz Media sveglia i suoi fan con uno splendido AMV (Anime Music Video n.d.r.) intitolato “Reaper”, accompagnato dall’incredibile voce della cantante nipponica SennaRin.



L’AMV, di meravigliosa regia, si focalizza nel presentare i capitani protagonisti dell’arco finale, che attendono l’alba ed il loro salvatore, sotto uno splendido cielo stellato, in una Karakura distrutta dalle tante e cruenti battaglie.


Con gran stupore, già nei primi secondi d’apertura, il videoclip presenta anche una bella e molto palese citazione al primo film dello Spider-verse di Miles Morales e Sony.


Bleach into the Spider-verse

Questo è uno dei tanti materiali promozionali usati, non solo per l’uscita in Blu-ray delle passate stagioni dell’arco finale “La sanguinosa Guerra dei Mille anni”, ma anche per ricordarci l’imminente arrivo della terza.


La domanda che ci poniamo oggi è: perché mai quest’adattamento e l’incredibile ritorno di Bleach, siano così importanti? Scopriamolo insieme!


Com’è iniziata


Bleach nasce dalla mente e dalla matita di Tite Kubo, il 7 Agosto del 2006, come opera seconda, dopo l’infruttuoso e cancellato Zombie Powder.


Il desiderio di Kubo di scrivere un’opera che avesse come fulcro lo scontro quasi visivo del colore bianco e del nero, divenne palese fin dalle sue prime tavole, mutando, difatti, il nome, che in origine era “White”, in “Bleach”, candeggina, richiamando sempre il concetto del bianco.


Il manga, fin da subito, conquista i vertici di gradimento di Shonen Jump, tanto da essere incoronato uno dei Big Three: ovvero i manga di punta della rivista, che ebbero, non solo un’incredibile presa sul pubblico, ma che contribuirono a creare nuovi standard per il genere Shonen Battle. A sedersi su questo trono furono Naruto di Masashi Kishimoto, One Piece di Eiichiro Oda ed il nostro Bleach.


Nel 2004, lo studio di animazione Pierrot, produsse il suo adattamento anime, che continuò fino al 2012, quando fu interrotto per svariati motivi tra qui la curva discendente di qualità del manga stesso, che vide la sua conclusione nel 2016.


Molto fedele all'opera originale, l'anime andò in onda fino al 27 Marzo 2012

Come purtroppo andò a finire


Conclusasi la saga degli Arrancar e dell’Hueco Mundo, le pressioni ed il regime di vita che Kubo stava vivendo, si riversarono nella qualità della storia, portandola ad un finale sbrigativo e molto sotto gli standard ai quali l’autore ci aveva ampiamente abituato.


La penna di Kubo negli anni non si fermò mai realmente ma anzi l’autore si dedicò ad arricchire la storia con Light Novel, che ampliarono il mondo nato dal manga.


Degne di nota sono: il ciclo di tre Novel “Can’t Fear Your Own World”, le più gradite dai fan e che introducono nuove abilità di personaggi molto noti e fino a quel momento inedite, e le due novel “Spirits are always with You”. Le opere, difatti, sono sequel canonico del manga.


Dopo ben 5 anni dalla sua conclusione cartacea e 9 da quella televisiva, nel Dicembre 2021 fu annunciato il trailer e la visual art per l’imminente nuova serie: “La sanguinosa guerra del mille anni”, che avrebbe trasposto in anime l’arco finale di cui la passata serie era mancante.


I fan, già in visibilio per questo annuncio, ricevettero un ulteriore regalo dal Maestro: un capitolo One-Shot, che si dimostrerà essere molto più importante del previsto. Ambientato in un time-skip di 10 anni dalle vicende dell’opera, Kubo ha poi voluto specificare, a piè dell’ultima pagina, che il capitolo è un prologo di una vera e propria saga sequel, chiamata “Arco Infernale”.


Purtroppo, attualmente, questo progetto è fermo da ben 2 anni e mezzo e non vi sono notizie in merito all’orizzonte.


Da Novembre 2021, la speranza dei fan che questo capitolo abbia seguito non si è mai spenta

La sanguinosa guerra dei mille anni: cosa la rende così speciale?


I fan non hanno mai nascosto la propria scontentezza per l’epilogo della storia. Perfino Kubo stesso ha più volte manifestato dispiacere per come siano andate le cose, dando la colpa ai regimi impostigli, che l’hanno spinto poi a prendere la decisione di chiudere quanto prima la sua storia, liberandosi, di fatto, da quello che stava diventando più un fardello e che una passione.


Ma la voglia di riprendere la storia, di darne una degna conclusione fortunatamente c’è sempre stata e nel Novembre 2021, Kubo ebbe la sua occasione: annunciò la pubblicazione dell’arco finale, progetto che non sarebbe stato solo un semplice adattamento della storia mancante, ma avrebbe avuto un lavoro di “completamento”. Il maestro stesso avrebbe inserito le parti mancanti della storia che, per problemi personali e di fretta, non era stato capace di inserire.


Difatti l’arco della Guerra dei mille anni, con il materiale aggiuntivo, sta ampliando e migliorando il finale.


Dopo due stagioni, possiamo dire che il progetto “La sanguinosa guerra dei mille anni” è incredibile: la qualità delle animazioni ha superato ogni rosea aspettative, risultando uno spettacolo visivo e uditivo per chiunque la guardi. La sceneggiatura, affidata allo stesso Kubo, che ne cura anche l’inserimento del materiale inedito, la rende un’opera carica d’amore, di rispetto per il prodotto originale ed un prezioso regalo che l’autore fa a sé stesso e a tutti quei fan che, nonostante gli anni, sono rimasti fedeli a Ichigo e alle sue incredibili battaglie.


L’esempio di Kubo ed un sistema pronto a cadere


La scelta di Kubo di abbandonare la sua creazione poiché sull’orlo dell’odio e della disperazione, iniziava a renderci manifesto un fenomeno che, proprio ultimamente, è divenuto motivo di discussione: i regimi disumani a cui devono sottostare, il più delle volte, autori ed animatori.


Negli ultimi anni sempre più spesso si è tornati a parlare di questa tematica, in circostanze non sempre lievi: la morte del maestro Kentaro Miura; l’abbandono della serializzazione settimanale a favore di quella quadrimestrale di Yuuki Tabata, padre di Black Clover; le continue pause per problemi di salute prese da Kouhei  Horikoshi ed il suo My Hero Academia e, in ultimo, la  più recente crisi dello studio d’animazione MAPPA. Tanti altri esempi, messi insieme, provano a farci aprire gli occhi su una problematica che sta affliggendo un mondo a noi caro e che porta o alla disperazione oppure, in situazioni ben peggiori, alla morte degli operatori del settore.


La prematura scomparsa del Maestro Miura è, ancora oggi, un dolore molto acuto nel cuore dei fan della sua opera

Autori, disegnatori, animatori, ogni membro di questo malsano meccanismo viene colpito, nessuno viene risparmiato: la legge che vige è la mera speculazione, l’ossessione malsana per la vendita che travalica la creatività, lo spirito artistico e, in alcuni casi, persino la salute del singolo.


Il caso di Kubo è un esempio lampante di come l’imposizione di questo sistema, che si focalizza solo sull’indice di gradimento e le vendite, possa affossare la creatività di un autore fino a portarlo ad odiare la propria creazione, spingendolo, quasi istintivamente, ad abbandonarla prima che sia troppo tardi.


Kubo stesso, attualmente, la descrive come un trauma, affermando, spesso e volentieri, di non avere la forza né tanto meno la voglia di riprendere una serializzazione in questo modo.

Oda, proprio in queste settimane, colpito dalla morte del maestro e amico Akira Toriyama, ha manifestato preoccupazione per la sua salute e si è imposto una pausa di tre settimane per prendersene cura.

Così Oda, a suo modo, comunica ai fan la sua pausa di tre settimane

C’è da chiedersi quanto né valga la pena di vivere in questo modo e quanto ancora potrà durare questo status quo prima di crollare sotto il peso dei suoi stessi errori.


Proprio in queste circostanze, l’arco della “Sanguinosa guerra dei mille anni” assume un significato unico: quest’adattamento è l’esempio più lampante di come dare spazio e tempo ad un autore, di come farlo esprimere nella maniera e nelle forme a lui più gradite per farlo realizzare la sua opera, la sua creazione.


La resa grafica e narrativa incredibile, unite alla risposta sinceramente positiva e commossa dei fan, dovrebbero suggerire ai vertici delle produzioni, quale sia il vero volere di tutti noi: abbiamo bisogno di più rispetto e amore per le opere e per tutto il sistema che, nelle retrovie, sorregge.


Le produzioni aride, gli asettici collage di elementi che, tramite algoritmi, dovrebbero funzionare, un sistema di produzione quasi industriale, non supereranno mai la bellezza ed il trasporto che possono dare storie ispirate e libere di narrarsi nei modi e nei tempi a loro più consoni.


In attesa della nuova stagione di Bleach, vi invitiamo a rimanere e leggere altri nostri approfondimenti, che potete trovare qui.



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